La musica italiana ha subito una trasformazione profonda negli ultimi decenni. Sal Da Vinci, cantautore napoletano con una carriera di oltre trent’anni, ha commentato questa evoluzione durante una conferenza stampa a Termoli. Arrivato per la data zero del concerto ‘Stasera che sera‘, ha spiegato come i mezzi e le dinamiche per emergere nel mondo musicale siano oggi molto diversi rispetto al passato. Le sue parole offrono uno sguardo diretto sul passaggio dall’epoca dei direttori artistici al potere dei social e sulla centralità del teatro nella sua esperienza artistica.
La facilità di fare musica oggi: il ruolo dei social e dei nuovi strumenti digitali
Sal Da Vinci ha sottolineato come oggi la musica si possa produrre e pubblicare con strumenti a disposizione di tutti, a differenza di un tempo in cui la carriera artistica dipendeva molto dalle decisioni di pochi. Il telefono, e più in generale i social network, permettono di condividere in modo immediato brevi messaggi, persino una semplice battuta o un’espressione violenta, che possono diventare virali in brevissimo tempo. Questo fenomeno spalanca le porte a chiunque voglia farsi ascoltare, riducendo di molto le barriere d’ingresso rispetto all’epoca in cui erano necessarie figure come i direttori artistici, chiamati a individuare e promuovere nuovi talenti.
Nel passato, i cantanti dovevano convincere queste figure chiave per ottenere un investimento che potesse portare la loro musica ad emergere tra il pubblico. Se il brano prescelto non otteneva il favore giusto, il percorso spesso si interrompeva. Oggi invece, la risposta degli ascoltatori è quasi immediata e diretta. L’attenzione degli utenti sui social rappresenta il primo banco di prova per capire se un artista può raggiungere la notorietà. Questa accessibilità ha cambiato radicalmente il modo in cui si fa musica e come essa viene diffusa.
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Il racconto del primo successo e la perseveranza nel lavoro artistico
L’esperienza personale di Sal Da Vinci evidenzia come la pazienza e la perseveranza siano fondamentali nel mondo della musica, nonostante i cambiamenti tecnologici e sociali. Ricorda il primo direttore artistico che lo seguì, che gli disse: «Il giorno che ti arriverà una canzone forte e importante, vedrai che ti cambierà la vita». Questo avvenne dopo il suo successo a un festival negli anni Novanta su Canale 5. Da allora sono trascorsi più di trent’anni, durante i quali il cantautore ha continuato il suo percorso senza mai arrendersi.
Questa testimonianza mette in luce come, anche in una realtà musicale in trasformazione, la determinazione e la costanza rimangano elementi essenziali per chi vuole costruire una carriera duratura. Nonostante la facilità di pubblicare oggi, la vera sfida sta nel mantenere viva la propria identità artistica e il rapporto con il pubblico, evitando di rimanere intrappolati in mode passeggere o in prodotti destinati a un successo effimero.
Il teatro come luogo di crescita e diffusione della musica
Sal Da Vinci parla con affetto del teatro, definendolo la sua seconda casa. Questa dimensione si è rivelata fondamentale per la sua musica e per il suo successo. Molti brani che non hanno mai ricevuto spazio nelle radio sono diventati popolari perché venivano eseguiti dal vivo durante le sue serate teatrali. Questa pratica ha permesso alle sue canzoni di passare da cuore a cuore, conquistando un pubblico fedele dentro una cornice intima e diretta.
L’artista ricorda anche il racconto di Renato Zero, suo grande amico, che ha vissuto un’esperienza simile al Piper di Roma: serate in cui si cantava dal vivo e il pubblico si trasmetteva in modo spontaneo i brani fino a farli diventare successi. Oggi i nuovi mezzi permettono a chiunque di cantare e farsi sentire, anche chi non possiede una tecnica vocale elevata. Sal Da Vinci rimane però legato al mondo del cantante melodico, dove anche in condizioni difficili, come la febbre o una bronchite, l’interpretazione dal vivo continua a essere una prova di impegno e passione.
Il successo di “rossetto e caffè” e l’eredità della gavetta
Tra le sue canzoni più amate, ‘Rossetto e caffè’ rappresenta un esempio del rapporto diretto con il pubblico e della fortuna di ricevere in dono un brano capace di emozionare. Sal Da Vinci attribuisce il successo di questo pezzo al passaparola tra la gente, che lo canta e lo porta avanti di cuore in cuore. Racconta che ogni sua canzone nasce con lo stesso spirito e che tutto deriva dalla gavetta faticosa fatta all’inizio della sua carriera.
Questa esperienza sul campo, lontana dai riflettori e dal clamore immediato, ha forgiato la sua identità artistica. La gavetta resta un momento indispensabile per chi vuole costruire qualcosa di duraturo, lontano dalle mode veloci e dai successi fugaci. Lo stesso gesto di cantare davanti a un pubblico ogni sera ha dato valore alle sue canzoni e al suo percorso, trasformando ogni esibizione in un passo avanti verso il riconoscimento del pubblico e della critica.