Russia prosegue gli attacchi sull’ucraina nonostante le proposte di tregua e l’invito di Zelensky a incontrare Putin

Russia prosegue gli attacchi sull’ucraina nonostante le proposte di tregua e l’invito di Zelensky a incontrare Putin

Gli attacchi russi in Ucraina colpiscono infrastrutture vitali a Donetsk e Odesa, mentre Zelensky invita Putin a un incontro diplomatico a Istanbul sostenuto da Trump, in un momento di alta tensione militare.
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L'articolo riporta l'escalation degli attacchi russi in Ucraina, con raid su infrastrutture civili e feriti, mentre cresce la tensione diplomatica in vista di un possibile incontro tra Zelensky e Putin a Istanbul. - Gaeta.it

I recenti sviluppi in ucraina mostrano un’escalation di attacchi da parte della russia, nonostante le pressioni internazionali per un cessate il fuoco. Zelensky ha lanciato un appello diretto a Putin per avviare un confronto faccia a faccia in Turchia, dopo che gli Stati Uniti hanno chiesto una tregua immediata. Intanto, i raid russi continuano a colpire infrastrutture civili e feriscono civili, alimentando la tensione su più fronti.

Raid russi colpiscono infrastrutture ferroviarie nella regione di donetsk

Nella mattinata dell’11 maggio, la russia ha lanciato un attacco con droni contro le linee ferroviarie nella regione di donetsk. Un macchinista di un treno merci civile è rimasto ferito durante questi bombardamenti, secondo quanto riportato dalla società ferroviaria ucraina Ukrzaliznytsia su Telegram. L’azienda ha sottolineato come le proposte di cessate il fuoco siano state ignorate dalle forze russe, che hanno continuato a condurre attacchi ostili contro le infrastrutture essenziali per il trasporto e la logistica del paese.

Importanza delle ferrovie nel conflitto

La ferrovia in ucraina rappresenta un nodo cruciale per il movimento di beni e persone, specialmente in un contesto di guerra. La distruzione di questi collegamenti compromette la capacità di rifornimento delle forze ucraine e genera disagi notevoli anche alla popolazione civile. Il ferimento del macchinista sottolinea come anche le persone che svolgono attività apparentemente neutrali siano esposte ai pericoli del conflitto, confermando la gravità della situazione sul territorio di donetsk.

Intensificazione degli attacchi notturni con droni: oltre cento velivoli lanciati

Durante la notte fra l’11 e il 12 maggio, le forze russe hanno incrementato gli attacchi usando un numero elevato di droni, secondo il comunicato diffuso dall’aeronautica militare ucraina. Sono stati lanciati complessivamente 108 droni, inclusi numerosi modelli Shahed, diretti contro obiettivi strategici. Di questi, almeno 55 sono stati intercettati e abbattuti dalle difese ucraine.

Colpi anche nella regione di odesa

Gli attacchi non si sono limitati alla regione di donetsk, ma hanno raggiunto anche zone più occidentali. La regione di odesa ha subito raid che hanno danneggiato edifici civili e infrastrutture vitali, come riferito dal capo dell’amministrazione militare locale, Oleg Kiper. I danni coinvolgono abitazioni private, edifici amministrativi e perfino una stazione dei vigili del fuoco, con il ferimento di un uomo. Questi episodi evidenziano come la popolazione civile continui a subire le conseguenze dirette del conflitto, oltre la linea del fronte.

La diplomazia tra zelensky, putin e trump verso l’incontro in turchia

La situazione diplomatica appare in fermento nelle ultime ore. Dopo il cessate il fuoco di tre giorni annunciato dal Cremlino, il presidente russo Putin ha proposto di riprendere i colloqui a Istanbul, in Turchia, nella giornata del 15 maggio. Questa mossa arriva dopo l’intervento dell’ex presidente americano Donald Trump, che ha invitato Kiev ad accettare la proposta di trattativa.

Zelensky ha risposto prontamente, invitando Putin a incontrarlo di persona proprio a Istanbul. Il presidente ucraino ha espresso questo messaggio con chiarezza su Telegram, definendo l’incontro un passo necessario e chiedendo di superare ogni scusa per rinviare il confronto. Questo scambio testimonia una fase delicata del conflitto, tra ong e provocazioni militari da una parte e gesti di apertura politica dall’altra. Il 15 maggio diventa una data cruciale per gli sviluppi diplomatici.

Le prossime ore saranno determinanti per capire se la tensione sul campo potrà tradursi in un dialogo costruttivo o se i combattimenti continueranno senza tregua. Mentre i raid minacciano la stabilità delle regioni coinvolte, l’attenzione resta puntata sul possibile vertice tra i leader, capace di modificare lo scenario attuale.

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