Russia e Ucraina di nuovo a colloqui di pace a Istanbul dopo oltre tre anni di guerra

Russia e Ucraina di nuovo a colloqui di pace a Istanbul dopo oltre tre anni di guerra

La diplomazia tra Russia e Ucraina riprende con un nuovo incontro a Istanbul il 15 maggio 2025, mentre la Turchia conferma il suo ruolo chiave nei negoziati di pace e nella mediazione internazionale.
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Il 15 maggio 2025 a Istanbul si terrà un nuovo incontro diplomatico tra Russia e Ucraina, con la Turchia che continua a svolgere un ruolo chiave nel tentativo di riavviare i negoziati di pace in un conflitto ancora aperto e complesso. - Gaeta.it

La diplomazia torna a muoversi tra russia e ucraina con un nuovo incontro fissato a Istanbul, in Turchia, il 15 maggio 2025. Dopo anni di conflitto e tentativi di dialogo falliti o limitati, questa data segna un tentativo di riaprire un negoziato diretto tra i due Paesi coinvolti. Istanbul, già teatro di primi incontri nel 2022, riprende un ruolo centrale nelle trattative di pace, mentre la comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi.

Il ruolo della turchia nei negoziati di pace tra russia e ucraina

La Turchia si conferma un punto di riferimento per le diplomazie impegnate nel conflitto tra russia e ucraina. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato come il suo Paese sia diventato uno dei centri importanti per favorire il dialogo tra i contendenti. Già nel 2022, poco dopo l’inizio della guerra, Istanbul ospitò incontri cruciali tra i ministri degli esteri dei due Paesi. Quegli incontri, svolti dopo riunioni a Gomel e Brest in Bielorussia, produssero risultati ristretti, con un accordo soprattutto volto a garantire corridoi umanitari per evacuare i civili dalle zone di conflitto.

La firma dell’accordo sul grano del 2022

Un evento di rilievo avvenne il 27 luglio 2022, sempre a Istanbul, con la firma dell’accordo sul grano, mediato da Turchia e Nazioni unite. Questo patto riguardava la sicurezza delle esportazioni alimentari ucraine verso i mercati internazionali, un aspetto cruciale per l’economia globale. La posizione geografica della Turchia, a cavallo tra Europa e Asia, e il suo peso politico regionale, l’hanno resa un interlocutore privilegiato per entrambe le parti.

Gli incontri chiave del 2022: da Antalya a Istanbul

Prima del round negoziale di Istanbul nel marzo 2022, si tenne un’altra riunione a livello ministeriale ad Antalya, nel sud della Turchia. Qui, Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba, ministri degli esteri rispettivamente di russia e ucraina, si incontrarono sotto la mediazione di Mevlut Cavusoglu. Questo fu il primo confronto ad alto livello dopo l’inizio delle ostilità. L’ucraina cercò di ottenere un cessate il fuoco per permettere ai civili di lasciare la città sotto assedio di Mariupol, ma la proposta non andò a buon fine.

Nonostante gli sforzi diplomatici, i bombardamenti su Mariupol continuarono e la città passò sotto controllo russo. Il successivo incontro di fine marzo a Istanbul vide nuovamente confrontarsi i ministri degli esteri. I rappresentanti ucraini sollevarono la richiesta di un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dal territorio. Mosca, invece, ribadì le ragioni che continua a considerare giustificative per l’invasione, basate su presunte violazioni degli accordi da parte della Nato e accuse di discriminazione verso i russi in ucraina.

I contenuti della bozza negoziale del 2022

Le fonti giornalistiche come il Wall Street Journal e il New York Times hanno reso note parti della bozza negoziale del 2022 discussa tra le parti. Essa prevedeva che l’ucraina potesse entrare nell’Unione europea, ma avrebbe dovuto rinunciare all’adesione alla Nato. Veniva proposta una modifica costituzionale per un impegno alla neutralità militare, che avrebbe vietato accordi militari con potenze straniere o la presenza di truppe straniere sul territorio.

Dal punto di vista militare, Mosca chiedeva che l’esercito ucraino venisse ridotto a circa 85mila soldati e che i missili avessero una gittata massima di 40 chilometri. Lo status della Crimea, annessa dalla russia nel 2014, sarebbe stato affrontato in seguito. Come contropartita, l’ucraina avrebbe ricevuto garanzie di sicurezza da un gruppo di Paesi, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: Regno Unito, Cina, russia, Stati Uniti e Francia.

Punti di attrito sul diritto di veto e assistenza militare

Questo punto si rivelò una delle principali fonti di attrito. I governanti ucraini volevano che i Paesi garanti avessero il diritto di fornire assistenza militare, compresa la protezione dello spazio aereo e misure coercitive, per mantenere la sicurezza del loro territorio neutrale. Mosca invece voleva che qualsiasi decisione fosse condivisa da tutti gli Stati garanti, garantendosi così un diritto di veto.

Le contestazioni sulle forze armate e la lingua ufficiale

Un altro nodo riguardava la dimensione delle forze armate ucraine e l’arsenale militare consentito. Kiev era disposta a contenere l’esercito entro 250mila effettivi, con un limite su carri armati e missili a gittata non superiore a 280 chilometri. Mosca richiedeva inoltre il riconoscimento della lingua russa come ufficiale in ucraina, una rivendicazione percepita come un modo per esercitare influenza politica interna.

Questi disaccordi si intrecciarono con la situazione sul campo. In quel periodo l’esercito ucraino riusciva a respingere l’offensiva russa attorno a Kiev e presentava prove di presunti crimini di guerra compiuti dai russi. La pressione internazionale in favore di Kiev si intensificava con maggiori aiuti militari e nuove sanzioni contro Mosca. Questo rendeva difficile accettare le richieste di Mosca, considerandole una rinuncia eccessiva alla sovranità ucraina.

Gli esiti e le prospettive per i nuovi colloqui del 2025

Il blocco negoziale del 2022 fu definito dalle circostanze del momento, con il conflitto che appariva favorevole all’ucraina. Tre anni dopo, nel 2025, la russia vuole riprendere i colloqui da dove erano stati interrotti. Il consigliere per gli affari internazionali del Cremlino, Yuri Ushakov, ha indicato che il prossimo incontro a Istanbul dovrà affrontare ancora le questioni rimaste aperte, senza ovviamente modifiche sostanziali alle posizioni di Mosca.

La nuova sessione negoziale si svolge nel contesto di una guerra ancora aperta e senza un chiaro esito, con continue tensioni militari e politiche. Al centro restano le richieste di cessate il fuoco, la sovranità territoriale e le garanzie di sicurezza. La diplomazia internazionale segue con attenzione gli sviluppi, consapevole degli ostacoli rimasti irrisolti, ma anche dell’urgenza di evitare un’escalation ancora più grave. Istanbul si prepara dunque a ospitare un capitolo delicato di un conflitto destinato a lasciare ancora molte tracce nel futuro della regione.

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