Roberto Saviano, noto per le sue ricerche e i suoi approfondimenti su temi complessi e controversi, presenta il suo nuovo podcast ‘650 al minuto’, disponibile in esclusiva su Audible.it dal 16 dicembre. Questo progetto è stato presentato per la prima volta il 6 dicembre durante la fiera della piccola e media editoria ‘Più libri più liberi‘. L’incontro ha suscitato grande interesse, in quanto il podcast affronta la storia e l’impatto dell’arma simbolo di guerre e conflitti: il Kalashnikov.
La creazione del podcast
Saviano ha dedicato anni allo sviluppo di ‘650 al minuto’, spinto dalla sua passione e curiosità per la storia legata al fucile automatico. Il titolo stesso fa riferimento alla potenza del Kalashnikov, in particolare il modello AK-47, che è capace di sparare 650 colpi al minuto. Attraverso dieci capitoli, il podcast racconta storie avvincenti in cui l’AK-47 è centrale e simbolico. Saviano ha collaborato con Stefano Piedimonte per la scrittura e la realizzazione di questo progetto, evidenziando la natura narrativa che attraversa ogni episodio.
Oltre a condividere la storia dell’inventore Michail Kalashnikov, il podcast affronta anche temi provocatori, come le controversie legate alla sua invenzione. Vengono trattati i tragici eventi storici associati al fucile, da Salvador Allende, che si suicida con un Kalashnikov, fino ai leader politici come Pinochet e Sadat, che hanno avuto un ruolo significativo nell’uso di questa arma.
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Impatto storico e sociale del Kalashnikov
Saviano descrive il Kalashnikov come un’arma che ha modificato il corso della storia umana, grazie alla sua facilità d’uso e alla sua resistenza. L’AK-47 è costruito con materiali semplici, come legno e ferro, e raramente si inceppa, rendendolo accessibile anche a individui inesperti. La narrazione include anche un episodio raro di inceppamento, sottolineando come il fucile possa essere maneggiato anche da giovani, nonostante il suo peso. L’autore afferma che “il rinculo dell’arma è orientato lateralmente, il che permette anche a chi è meno esperto di utilizzarla in situazioni di conflitto.”
Il podcast è arricchito da numerose interviste, tra cui quella a un’infermiera di Medici Senza Frontiere, che racconta l’impiego del Kalashnikov in Centro America. Un’altra testimonianza significativa è quella del giornalista francese Daniel Psenny, che condivide la sua esperienza dopo essere stato colpito da un proiettile mentre cercava di salvare una ragazza.
La guerra e il mercato delle armi
Saviano evidenzia un aspetto poco discusso riguardo alla guerra e alla tecnologia: “più basso è il costo del Kalashnikov, maggiore è la violazione dei diritti umani.” Attualmente, Yemen è il paese in cui il Kalashnikov è più economico. Il podcast vuole essere un affresco corale di questa situazione, mettendo in luce l’enorme mercato delle armi, che ha ripreso a predominare a livello globale, superando altri settori economici come quello tecnologico e del narcotraffico.
L’analisi dell’autore tocca anche il ruolo dell’industria armiera in Italia, uno dei maggiori produttori di armi, note per la loro qualità. La posizione europea, a differenza di altre parti del mondo dove il possesso di armi è diffuso, sembra essere quella di una società disabituata a convivere con la presenza di armi in pubblico. Saviano fa notare come “il caricatore a banana, tipico dell’AK-47, sia ancora un’immagine quotidiana in molte regioni del mondo.”
Attraverso ‘650 al minuto’, Saviano non solo racconta storie legate al Kalashnikov, ma invita a riflettere su un tema di rilevanza globale, che trascende il semplice utilizzo di un’arma e affonda le radici nella complessità storica e sociale dei conflitti.