La storia di recupero dell’aquila reale Leonardo segna un importante traguardo nella conservazione della fauna selvatica in Friuli Venezia Giulia. Ritorna nei cieli delle Alpi dopo essere stata salvata da condizioni critiche, l’aquila è stata riabilitata nel Centro di recupero della fauna selvatica dell’Università di Udine. Questa operazione non solo rappresenta un passo avanti per il reinserimento di una specie simbolo della regione, ma utilizza anche tecnologie innovative per il monitoraggio del suo comportamento in natura.
La riabilitazione di Leonardo
Nel 2023, Leonardo è stato trovato in condizioni gravi, con segni evidenti di denutrizione e alcune lesioni. Fondamentale è stato l’intervento dell’équipe veterinaria del Centro di recupero, che ha fornito cure intensive e diagnostiche per migliorare le sue condizioni di salute. Le fasi di riabilitazione hanno incluso una nutrizione controllata e un trattamento delle lesioni, con l’obiettivo di rendere l’aquila nuovamente autonoma prima della liberazione. Per garantire un monitoraggio adeguato, è stato utilizzato per la prima volta un dispositivo GPS satellitare dedicato a questa specie nelle Alpi orientali, segnando un passo avanti nell’osservazione del suo comportamento post-liberazione.
Rilascio e nuovo habitat
La liberazione di Leonardo è avvenuta nella Riserva regionale naturale del Lago di Cornino a Forgaria. Questo luogo è strategico, poiché offre abbondanza di prede e territori sicuri per la caccia. Prima del rilascio, all’aquila è stato applicato un anello metallico identificativo per monitorare i suoi spostamenti e raccogliere dati preziosi per future ricerche di conservazione. Questo intervento è vitale, considerando la popolazione di aquile reali in Friuli Venezia Giulia, limitata a poche decine di coppie. L’introduzione di Leonardo non solo contribuisce al ripopolamento, ma offre anche nuove informazioni sui comportamenti di questa specie nel suo habitat naturale.
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Le sfide per la popolazione di aquile reali
L’aquila reale rappresenta un simbolo di resilienza e bellezza naturale delle Alpi, ma la sua popolazione è in declino a causa di vari fattori ambientali e umani. Tra le problematiche principali c’è l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, che ha portato a una riforestazione in aree un tempo occupate da pascoli aperti, habitat fondamentali per la caccia. Una maggiore pressione umana, derivante da infrastrutture come impianti sciistici e parchi eolici, ha reso difficili i luoghi di nidificazione per queste creature. Inoltre, la competizione con altri rapaci, insieme all’avvelenamento da piombo e ai cambiamenti climatici, incide negativamente sulle possibilità di sopravvivenza delle aquile reali.
La conservazione della specie
Il recupero e la liberazione di Leonardo sono segnali positivi per la conservazione della biodiversità nel Friuli Venezia Giulia e sottolineano l’importanza di iniziative simili. La cooperazione tra enti di ricerca, istituzioni pubbliche e volontari è cruciale per monitorare la salute della fauna selvatica e sviluppare strategie efficaci per garantire un futuro sostenibile per l’aquila reale. Investire nella conservazione significa tutelare un patrimonio naturale inestimabile, contribuendo a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi montani e a preservare la fauna locale per le future generazioni.