La Buchmesse 2024 ha rappresentato un’importante occasione di confronto culturale, con l’Italia nell’inedita veste di Ospite d’Onore. All’interno di questo contesto, si è svolto il panel “Andata e ritorno: il turismo delle radici”, un incontro in cui il direttore generale per gli Italiani all’Estero, Luigi Maria Vignali, ha esposto un progetto ambizioso volto a riportare in Italia circa 7 milioni di discendenti italiani. L’incontro ha visto la partecipazione di esperti e la moderazione della giornalista Ilaria Bianchi, approfondendo il tema della migrazione italiana e delle sue conseguenze.
Il fenomeno della migrazione italiana
Tra la metà del XIX secolo e la fine del XX secolo, l’Italia ha vissuto un’ondata migratoria senza precedenti, che ha visto oltre venti milioni di italiani lasciare il Paese in cerca di opportunità all’estero. Questo fenomeno ha dato vita a una vasta diaspora, con italiani che si sono stabiliti in ogni parte del mondo, formando comunità solide e preservando le tradizioni culturali del loro Paese d’origine. Ogni anno, le nuove generazioni di discendenti italiani si trovano di fronte al desiderio di scoprire le proprie radici familiari e culturali, un’esperienza che li porta spesso a visitare l’Italia.
Oggi, questi discendenti sono incoraggiati a riscoprire i luoghi dai quali i loro antenati sono partiti. La proposta del ministero degli Affari Esteri, attraverso il panel citato, punta a consolidare questo legame, sottolineando l’importanza del cosiddetto “turismo delle radici”. Si stima che circa 7 milioni di persone, legate da un filo ancestrale all’Italia, potrebbero trarre benefici da un viaggio che non si limita all’aspetto turistico, ma che diventa anche un’importante occasione di riconnessione e riscoperta delle proprie origini.
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Il progetto italea: una risorsa per i discendenti italiani
All’interno di questo contesto di rinnovata attenzione verso il patrimonio culturale e storico, è stato presentato il progetto ‘Italea’, che si propone di strutturare un’offerta turistica specifica per i discendenti degli italiani emigrati. Secondo Vignali, l’idea alla base di Italea è quella di promuovere un viaggio che vada oltre la semplice visita turistica, permettendo una vera e propria riscoperta delle radici familiari.
Il progetto ha già raccolto l’adesione di oltre 840 comuni, inclusi anche enti di dimensioni maggiori, ciascuno pronto a integrare nella propria offerta turistica itinerari e percorsi legati al patrimonio culturale italiano. Sotto l’egida di Italea, i partecipanti possono accedere a risorse per la costruzione di alberi genealogici, oltre a pianificare itinerari nei luoghi di origine delle loro famiglie. Vignali ha ribadito l’intenzione di portare avanti il programma anche oltre il 2024, segnando un impegno a lungo termine per riscoprire e valorizzare il legame che unisce gli italiani nel mondo alla madrepatria.
Un’opportunità culturale per l’Italia
Il panel della Buchmesse non si è limitato a presentare Italea, ma ha anche messo in luce la ricchezza della cultura italiana, esprimendo il concetto di “radici nel futuro” come pilastro di un’identità culturale solida e dinamica. Il professor Riccardo Giumelli ha evidenziato come la migrazione italiana, pur essendo spesso trascurata nella sua complessità, rappresenti un’opportunità unica per il Paese di riscoprire e valorizzare il proprio patrimonio culturale.
L’Italia, normalmente associata a personaggi celebri che portano il marchio dell’italianità, ha molto da offrire anche oltre le figure emblematiche come Al Pacino e Madonna. Attraverso il turismo delle radici, emerge l’importanza di rivisitare la storia, la cultura e le tradizioni delle comunità italiane nel mondo. In questo contesto, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale si pone come un attore fondamentale nel promuovere un’immagine dell’Italia che non sia solo legata al presente, ma fortemente ancorata al suo passato e alla sua storia di migrazione.