A Roma, una scoperta affascinante sta attirando l’attenzione degli storici e degli appassionati di archeologia urbana. Un colonnato storico, risalente all’epoca fascista, ha riportato alla luce il simbolo della compagnia petrolifera Shell, rimasto nascosto per decenni sotto l’asfalto. Questa emergenza archeologica rappresenta un legame tangibile con un passato non così remoto, illuminando un periodo storico caratterizzato da profonde trasformazioni sociali e urbanistiche.
Un simbolo del regime nell’era del consumismo
La colonna, in travertino e alta quattro metri, è emersa da un marciapiede dell’intenso svincolo tra Salaria e Olimpica. Su di essa compare l’incisione ‘Via Littoria’, con la data del 1922 scritta in numeri romani, e il ben noto simbolo del fascio. Questa struttura rappresenta una testimonianza del riordino viario voluto dal regime fascista tra il 1927 e il 1928, quando Mussolini ordinò la ridenominazione della strada. In quel contesto storico, si cercava di mettere ordine nel crescente caos cittadino dovuto al traffico automobilistico e alle segnalazioni improvvisate. L’iniziativa, promossa dal Reale Automobile Club d’Italia, previde l’installazione di circa venti colonne, simili a quelle dell’Appia Antica, con il supporto di sponsorizzazioni economiche.
La sponsorizzazione britannica e la competizione con Agip
Nel contesto di questa operazione, la Shell, compagnia petrolifera di origine britannica, si fece avanti come sponsor. Fondata nel 1907, la Shell era già attiva in Italia dal 1912 sotto il marchio Nafta. Negli anni tra le due guerre, la compagnia stava cercando di espandere il proprio mercato in Italia, affrontando la concorrenza della neonata Agip. La presenza del marchio Shell sulle colonne di travertino è, quindi, il risultato di una strategia di marketing innovativa per il tempo, nonché di un interesse economico da parte di un marchio straniero che cercava di rafforzare la propria immagine in un paese in rapido sviluppo.
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L’incisione del logo Shell sulla base della colonna, oggi visibile ancora in modo parziale grazie a una crepa nel marciapiede, rappresenta un’eccezione nel panorama della pubblicità dell’epoca. Negli anni, la colonna e il suo simbolo sono stati progressivamente trascurati, al punto da venire occultati dai vari lavori stradali e dall’asfalto che ha ricoperto il marciapiede. Nonostante ciò, l’immagine della colonna è rimasta impressa nella memoria storica di Roma, ed è testimoniata anche da fotografie dell’epoca, come quella scattata dal fotoreporter John Phillips nel 1944, dove un soldato americano posava orgogliosamente vicino al monumento.
Un ritrovamento che racconta storie di passato e presente
Il ritrovamento del marchio Shell offre spunti di riflessione su come i segni del passato continuino a influenzare il nostro presente. Questa colonna marmorea, ora riemersa dall’asfalto, è più di un semplice frammento di architettura; rappresenta interconnessioni culturali, economiche e storiche tra la Gran Bretagna e l’Italia, illustrando l’evoluzione dei segni pubblicitari e delle strategie di branding nel corso degli anni.
Queste testimonianze storiche non solo aiutano a comprendere il contesto politico del loro tempo, ma offrono anche una chiave di lettura per il futuro. Mentre gli storici e gli studiosi cercano in questo ritrovamento le tracce di una realtà che si intreccia con il modernismo e il consumismo contemporanei, il marchio Shell ci ricorda l’importanza del patrimonio culturale e del valore di ciò che, benché nascosto, deve essere preservato e valorizzato.