La situazione dei lavoratori delle cooperative alla asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila è critica. Circa 150 dipendenti rischiano di perdere il posto, con ripercussioni forti sulla tenuta dei servizi sanitari locali. Una questione che apre un dibattito sul futuro della sanità pubblica nel territorio e sulle responsabilità delle istituzioni regionali e comunali.
Rischio licenziamenti e impatto sui servizi sanitari essenziali
Circa 150 lavoratori, impiegati da anni attraverso cooperative nella asl 1, si trovano in una situazione di forte incertezza occupazionale. Questi lavoratori si occupano di servizi fondamentali per la sanità pubblica locale, garantendo il funzionamento di reparti, assistenza e supporto tecnico. La possibile interruzione dei loro contratti mette a rischio la continuità di questi servizi, con conseguenze dirette sui cittadini del territorio aquilano e dintorni. Il lavoro svolto finora da questi addetti si distingue per professionalità e impegno, spesso effettuato in condizioni difficili e con notevoli sacrifici personali. La perdita di tali posti rischierebbe di creare vuoti operativi difficili da colmare nel breve termine, con ripercussioni sulle attività quotidiane degli ospedali e dei servizi sanitari.
Critiche alla regione abruzzo e alla gestione degli appalti
Lorenzo Rotellini, consigliere comunale di Alleanza Verdi e Sinistra, ha puntato il dito contro la regione Abruzzo definendo la situazione una prova della mancanza di capacità politica nel garantire stabilità e dignità a chi opera nel sistema sanitario. La regione continua a preferire la gestione dei servizi tramite cooperative e appalti, con conseguenze negative sui diritti e sulle condizioni economiche dei lavoratori. Secondo Rotellini, un cambio di passo è necessario. Propone l’internalizzazione dei servizi e la promozione di concorsi pubblici stabili per i lavoratori, evitando così la precarietà e la riduzione dei salari. Le criticità non riguardano solamente i profili occupazionali, ma anche l’aumento delle imposte e i tagli ai servizi, che aggravano la situazione generale nella sanità regionale.
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Il silenzio del sindaco dell’aquila e le tensioni politiche interne
La vicenda ha messo in evidenza anche il silenzio del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia. Da mesi, su questa crisi non sono arrivate dichiarazioni o interventi pubblici da parte del primo cittadino. Rotellini segnala che Biondi è impegnato soprattutto in viaggi istituzionali a livello nazionale e internazionale oltre che in dinamiche interne al suo partito, soprattutto nella contesa politica con il senatore Liris. Questa mancata presa di posizione del sindaco è stata recepita come un segnale di disinteresse verso la grave situazione della sanità locale. Il tema avrebbe bisogno di un’attenzione diretta dalle istituzioni comunali, vista la ricaduta importante che ha sull’area aquilana e il suo tessuto sociale.
Richiesta di responsabilità a tutte le istituzioni coinvolte
Il consigliere comunale ha chiesto un intervento deciso e immediato da parte della regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila. La sanità pubblica non può essere lasciata al caso o regolata solo da logiche di mercato e appalto. Serve che chi governa si occupi concretamente delle problematiche sul territorio, assicurando servizi stabili e condizioni dignitose per i lavoratori. La situazione nel polo sanitario aquilano diventa così specchio delle tensioni più ampie sul sistema pubblico regionale, con la necessità di mettere al centro la tutela del lavoro e la qualità dei servizi per i cittadini. Resta aperto il nodo della gestione e delle scelte politiche che influenzano direttamente l’evoluzione della sanità locale.