L’interruzione delle ostilità tra Russia e Ucraina si è conclusa alla mezzanotte ora locale. A partire dalle due di notte locali , le forze armate russe hanno ripreso i bombardamenti su diversi fronti. Le difese ucraine hanno intercettato un gran numero di droni, alcune decine dei quali abbattuti nel tentativo di limitare i danni sul territorio. Sul campo si registrano feriti e danni soprattutto nelle regioni di Sumy e di Kiev.
Fine della tregua e ripresa delle operazioni militari
Dopo tre giorni di sospensione delle azioni belliche concessi da Mosca, la tregua è terminata allo scoccare della mezzanotte nel fuso orario locale. L’offensiva russa è ripartita immediatamente, con un intenso lancio di droni e attacchi che hanno colpito l’est, il sud e il centro dell’Ucraina. La ripresa delle operazioni coincide con un aumento della pressione sul fronte ucraino, dove le difese cercano di resistere all’ondata di attacchi aerei e di droni.
L’interruzione temporanea sembrava offrire una pausa utile sia per i civili sia per le forze impegnate al combattimento, ma le ostilità non si sono fermate oltre il termine previsto dalla tregua. Il punto di partenza di questo nuovo ciclo di attacchi è stata la notte tra il 14 e il 15 aprile 2025, secondo fonti attendibili provenienti dal canale Telegram dell’aeronautica militare ucraina e da Ukrinform.
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Il lancio massiccio di droni e la risposta delle difese ucraine
Le autorità militari ucraine hanno segnalato il lancio, da parte delle forze russe, di 108 droni durante le prime ore dell’attacco. Di questi, almeno 60 sono stati individuati e abbattuti grazie all’intervento dei sistemi di difesa aerea. I droni Shahed, di fabbricazione iraniana, sono stati quelli maggiormente coinvolti negli attacchi e sono stati intercettati dalla contraerea ucraina con efficacia.
Una parte significativa dei droni lanciati sono stati classificati come “esche”, ovvero velivoli senza carico esplosivo progettati per distrarre o mettere in difficoltà le difese nemiche. Questi droni sono caduti principalmente in aree aperte lontane da centri abitati o infrastrutture critiche, limitando i danni e le conseguenze sul terreno.
La quantità di droni coinvolti e il mix di modelli utilizzati indicano una strategia di saturazione delle difese ucraine con lanci a ondate multiple, allo scopo di superare la controffensiva avversaria. La resistenza delle forze ucraine, tuttavia, ha permesso di contenere i danni e di ridurre il numero di apparecchi che hanno raggiunto gli obiettivi significativi.
Le zone colpite e gli effetti degli attacchi
Gli attacchi russi hanno interessato diverse aree sul territorio ucraino. Tra le regioni più colpite spiccano Sumy, nel nord-est, e la capitale Kiev, al centro del paese. Nella provincia di Sumy, sono state segnalate diverse incursioni aeree con lanci di droni e bombardamenti dalle prime ore dopo la tregua.
A Kiev, è stato registrato almeno un ferito durante gli attacchi notturni. Le autorità locali hanno confermato la presenza di danni materiali in alcune zone della città, anche se senza impatti gravi sulle infrastrutture fondamentali. Gli attacchi hanno suscitato allarme tra la popolazione, costretta a fare i conti con la ripresa delle operazioni militari dopo una breve pausa.
Oltre alle aree centrali e settentrionali, sono stati rilevati colpi anche nelle regioni meridionali dell’Ucraina. Questi attacchi indicano che la Russia mantiene un’offensiva distribuita su più fronti, cercando di sfruttare la mobilità aerea dei droni per intensificare la pressione militare.
Monitoraggio continuo e conseguenze per la popolazione
Le autorità ucraine hanno continuato a monitorare la situazione con aggiornamenti frequenti, sottolineando come la difesa rimanga impegnata a salvaguardare vite e territori. La presenza di feriti e i danni alle proprietà confermano che la ripresa delle ostilità ha generato conseguenze tangibili per la popolazione civile.