Rimozione di una bomba inglese della seconda guerra mondiale a palena: evacuazione e artificieri in azione

Rimozione di una bomba inglese della seconda guerra mondiale a palena: evacuazione e artificieri in azione

a Palena, in provincia di Chieti, un ordigno della seconda guerra mondiale è stato disinnescato dopo l’evacuazione di 1.200 abitanti; artificieri, volontari e forze dell’ordine hanno coordinato l’intervento con successo
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A Palena (Chieti) è stata rimossa in sicurezza una bomba della Seconda Guerra Mondiale, con l’evacuazione di 1.200 persone e il coordinamento di artificieri, forze dell’ordine e volontari. - Gaeta.it

A Palena, in provincia di Chieti, si è svolta un’operazione di rimozione di un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale. La bomba, ritrovata il 19 giugno nella zona di Colleveduta-Parco fluviale, ha richiesto la evacuazione di circa 1.200 abitanti e un intervento coordinato di artificieri, volontari e forze dell’ordine. L’operazione si è conclusa con il disinnesco e la distruzione sicura del residuato in un sito autorizzato a Santa Maria Imbaro.

Ritrovamento e messa in sicurezza dell’ordigno a palena

La bomba inglese risalente al secondo conflitto mondiale è stata scoperta lo scorso 19 giugno, durante attività ordinarie in località Colleveduta, una zona prossima al parco fluviale di Palena. Subito dopo il rinvenimento, l’area circostante è stata delimitata e transennata per evitare rischi ai residenti e ai passanti. Gli artificieri dell’11/o reggimento genio guastatori di Foggia hanno eseguito un primo intervento per stabilizzare l’ordigno. Questo ha richiesto un’attenta valutazione perché l’ordigno, pur essendo molto vecchio, manteneva ancora un elevato grado di pericolosità.

La fase di messa in sicurezza ha evitato incidenti nelle settimane successive, creando le condizioni necessarie per un disinnesco gestito con tutti i protocolli di sicurezza previsti per questi eventi. Data la natura sensibile della bomba, ogni movimento ha richiesto estrema cautela, soprattutto perché nella zona abitano numerose famiglie che potevano essere colpite da un eventuale scoppio accidentale. Le procedure di fissaggio e isolamento hanno impegnato un saldo gruppo di militari provenienti da Foggia, che hanno lavorato per mantenere sotto controllo la situazione.

Evacuazione della popolazione e coordinamento delle forze coinvolte

Alle prime luci dell’alba del giorno stabilito per la rimozione, circa 1.200 persone sono state evacuate dall’area interessata, secondo i piani predisposti dalla Prefettura di Chieti. L’operazione ha previsto il coinvolgimento diretto di diverse organizzazioni. Gli artificieri dell’11/o reggimento genio guastatori hanno svolto l’intervento tecnico più delicato, affiancati da volontari della protezione civile, personale della Croce Rossa e i Vigili del Fuoco. Le forze dell’ordine hanno garantito l’ordine pubblico e la sicurezza nei punti di evacuazione e transito.

Il coordinamento è stato gestito dalla Prefettura di Chieti che ha orchestrato ogni fase, dal trasporto dei cittadini in luoghi sicuri fino al rientro una volta conclusa l’operazione. I volontari hanno sorvegliato e supportato le persone evacuate, garantendo assistenza sanitaria e logistica. Nei momenti cruciali, tra le 5 e le 9 del mattino, è stato fondamentale mantenere la calma e la puntualità, perché l’ordine delle operazioni doveva essere rispettato per evitare ritardi e conseguenze pericolose.

Il ritorno degli abitanti a Palena è avvenuto subito dopo il disinnesco, in serata, quando la zona è risultata completamente sicura. Questo ha permesso di limitare i disagi e ripristinare la quotidianità in tempi ridotti, un aspetto importante per una comunità che ha dovuto gestire un momento di grande tensione.

Disinnesco, trasporto e distruzione dell’ordigno in cava sicura

La fase conclusiva ha visto gli artificieri disinnescare l’ordigno, operazione considerata complessa e che ha richiesto precisione e calma. Dopo aver neutralizzato il meccanismo di innesco, la bomba è stata delicatamente prelevata e trasportata verso Santa Maria Imbaro, comune vicino e dotato di una cava autorizzata per la distruzione in sicurezza di ordigni di questo tipo.

Qui, la bomba è stata fatta brillare controllando ogni possibile rischio per l’ambiente e la popolazione. Il sito scelto ha permesso di contenere l’esplosione senza provocare danni. La procedura ha confermato l’efficacia delle tecniche di messa in sicurezza di ordigni bellici, dato che l’operazione si è svolta senza alcun incidente.

Le autorità locali e il comune di Palena hanno sottolineato la collaborazione tra enti militari e civili, facendo riferimento al lavoro congiunto come esempio di rispetto per la sicurezza e la tutela dei cittadini. L’intervento ha anche mostrato la capacità delle forze di intervenire su ordinanze complicate in aree densamente abitate.

L’episodio conferma come il ritrovamento di residuati bellici, a distanza di decenni, rimanga una problematica reale in molte zone italiane, soprattutto in regioni con storie di conflitti attivi durante la seconda guerra mondiale. Palena e le sue forze dell’ordine hanno affrontato la sfida con un piano efficiente e rassicurante per l’intera comunità.

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