Ricerca innovativa a Chieti: il progetto DEFENSE mira a studiare gli interferenti endocrini

Ricerca innovativa a Chieti: il progetto DEFENSE mira a studiare gli interferenti endocrini

Il progetto DEFENSE, guidato dalla ricercatrice Giulia Gaggi, esplorerà gli effetti degli interferenti endocrini sullo sviluppo cerebrale, con importanti implicazioni per la salute pubblica e l’ambiente.
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Ricerca innovativa a Chieti: il progetto DEFENSE mira a studiare gli interferenti endocrini - Gaeta.it

Il mondo della ricerca scientifica si arricchisce di un nuovo, importante capitolo con il progetto DEFENSE, un’iniziativa che mira a indagare gli effetti degli interferenti endocrini sullo sviluppo cerebrale. La giovane ricercatrice Giulia Gaggi, dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, ha ottenuto un prestigioso finanziamento di circa 1.324.000€ grazie al “Fondo Italiano per la Scienza”, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca . Questo riconoscimento non solo premia il talento della dottoressa Gaggi, ma mette in evidenza anche l’importanza della ricerca condotta nel contesto accademico di Chieti.

Un progetto per comprendere l’impatto degli interferenti endocrini

Il progetto DEFENSE cercherà di approfondire come gli interferenti endocrini, sostanze chimiche presenti in molti materiali quotidiani, influenzino lo sviluppo del sistema nervoso nei feti. Tali sostanze, che possono penetrare nella placenta, pongono un rischio significativo poiché potrebbero alterare il normale processo di sviluppo cerebrale, con possibili ripercussioni sia nel breve che nel lungo termine sulla salute dei bambini.

La dottoressa Gaggi, che attualmente lavora presso il “Reprogramming e Cell Differentiation Lab”, parte del Centro di Ricerca CAST della “d’Annunzio”, sfrutterà modelli di cellule staminali per il suo studio. Questo approccio innovativo faciliterà la comprensione dei meccanismi biologici attraverso cui l’esposizione prenatale agli interferenti endocrini influisce sul neurosviluppo. Tali scoperte si riveleranno fondamentali per delineare le conseguenze a lungo termine per la salute infantile e potenzialmente influenzare le normative sui materiali chimici.

La rilevanza e le aspettative del progetto

Angela Di Baldassarre, professoressa presso il Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento della “d’Annunzio”, ha commentato il significativo finanziamento ricevuto. La professoressa sottolinea come questo riconoscimento rafforzi la posizione dell’Ateneo come un centro di eccellenza nella ricerca scientifica, evidenziando l’impegno dell’università per la salute umana e per l’ambiente. Questo progetto non è solo un’opportunità per i ricercatori, ma rappresenta un passo importante verso una maggiore consapevolezza degli effetti ambientali sulla salute.

Il principio di “One Health”, che promuove un approccio integrato alla salute degli esseri umani, degli animali e dell’ecosistema, trova qui una sua applicazione pratica. La ricerca si concentrerà sull’analisi del rischio da esposizione agli interferenti endocrini, considerandone anche l’impatto su gruppi vulnerabili, come le donne in gravidanza e i neonati.

Implicazioni per la salute pubblica e per l’ambiente

Barbara Ghinassi, professoressa di Anatomia umana presso il Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina & Odontoiatria, ha evidenziato come il progetto DEFENSE possa avere significativi risvolti non solo per la salute pubblica, ma anche per le future politiche di tutela ambientale. Il monitoraggio e la valutazione del rischio in popolazioni esposte a sostanze chimiche inquinanti potrebbe portare a importanti sviluppi nelle strategie di regolamentazione riguardanti l’uso di materiali potenzialmente nocivi.

Questo progetto rappresenta una speranza per un futuro più sicuro e consapevole. La ricerca dei prossimi tre anni avrà un ruolo cruciale nella formazione di politiche e normative che garantiscano un ambiente più sano e protetto, a beneficio delle generazioni future.

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