Relazioni lavoro in calabria, caporalato e disparità di genere tra le criticità segnalate nel 2024

Relazioni lavoro in calabria, caporalato e disparità di genere tra le criticità segnalate nel 2024

La relazione 2024 dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni in Calabria evidenzia caporalato, disparità salariale di genere, precarietà, aumento di infortuni e malattie professionali nel lavoro regionale.
Relazioni Lavoro In Calabria2C Relazioni Lavoro In Calabria2C
La relazione 2024 dell'Osservatorio regionale calabrese evidenzia caporalato, disparità salariale di genere, precarietà e aumento di infortuni e malattie professionali, sottolineando la necessità di interventi mirati per migliorare condizioni e diritti sul lavoro. - Gaeta.it

La relazione annuale 2024 dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro in Calabria ha evidenziato i principali problemi che segnano il mondo del lavoro nella regione. Caporalato, disparità salariale tra uomini e donne e precarietà sono al centro di un quadro complesso. Dati su infortuni e malattie professionali completano l’analisi. Le istituzioni locali e nazionali guardano con attenzione ai numeri emersi, con l’obiettivo di impostare interventi efficaci e credibili per ridurre le criticità.

Il ruolo dell’osservatorio regionale e le sue scoperte dopo due anni di lavoro

L’Osservatorio regionale contro le discriminazioni è entrato in attività dal 2022 e, nel 2024, ha presentato la sua seconda relazione annuale presso palazzo Campanella, a Reggio Calabria. Il lavoro svolto negli ultimi due anni ha coinvolto monitoraggio e studio approfondito dei fenomeni che riguardano il lavoro nella regione, mettendo in luce problematiche radicate come il caporalato e il divario retributivo di genere. La presidente Ornella Cuzzupi si è detta fiduciosa verso il futuro, sottolineando l’importanza di trasmettere fiducia ai cittadini calabresi.

Il report tra discriminazione e sicurezza sul lavoro

Il report ha preso in esame non solo aspetti legati alla discriminazione e alla precarietà, ma anche questioni riguardanti la sicurezza sul lavoro. Infortuni e malattie professionali mostrano incrementi che superano la media nazionale. Questi dati confermano la necessità di interventi mirati per la tutela dei lavoratori e per il miglioramento delle condizioni operative nelle imprese.

Il fenomeno del caporalato e la disparità salariale tra uomini e donne in calabria

Il caporalato continua a rappresentare una piaga nel tessuto economico-calabrese, in particolare nei settori agricolo e manifatturiero. La relazione mette in rilievo come lo sfruttamento di manodopera irregolare, spesso affiancato da condizioni lavorative inadeguate, pesi sull’intera economia locale e sui diritti dei lavoratori. Gli agricoltori che ricorrono a intermediari illegali condizionano gravemente le opportunità di lavoro pulito e sicuro.

La questione della disparità retributiva tra uomini e donne resta un tema centrale. Le donne in Calabria percepiscono salari più bassi rispetto ai colleghi maschi, con un gap significativo che alimenta situazioni di svantaggio economico e sociale. La precarietà diffusa, con contratti temporanei o forme di lavoro irregolare, colpisce entrambe le categorie ma accentua le difficoltà per le lavoratrici nel costruire carriere stabili.

L’andamento degli infortuni e delle malattie professionali in calabria

Nel 2024 le denunce di infortuni sul lavoro in Calabria hanno registrato un aumento di poco più del 2%, un ritmo superiore di oltre un punto percentuale rispetto alla crescita nazionale. Questo dato indica come la sicurezza sul lavoro resti un aspetto critico. Le cause di questi incidenti vanno individuate anche nelle condizioni di precarietà e nella scarsa tutela di molti lavoratori, soprattutto nei settori più fragili dell’economia locale.

Malattie professionali in aumento

Le malattie professionali hanno fatto segnare un incremento superiore al 17%, livello inferiore però a quello nazionale, che supera il 21%. Anche questo elemento conferma la necessità di rafforzare le misure di prevenzione, puntando su formazione adeguata e controlli più puntuali. La crescita di questi fenomeni mette in evidenza una lacuna legislativa e applicativa che rischia di compromettere la salute di una fetta considerevole della forza lavoro.

Gli interventi delle istituzioni nazionali e regionali sui temi del lavoro

Durante la presentazione della relazione, è intervenuto Mattia Peradotto, direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri. Ha rimarcato che la discriminazione sul lavoro è una realtà che impatta direttamente sull’economia e sulla società calabrese. La regione si conferma ultima per reddito pro capite e tasso occupazionale femminile, ma emergono anche opportunità da sviluppare, a patto che i diritti umani e lavorativi siano tutelati realmente.

Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha evidenziato come dai dati presentati emergano segnali preoccupanti ma servano azioni concrete per affrontarli. Le politiche attive del lavoro esistono, ma risultano insufficienti a fronte di una domanda che supera l’offerta e crea terreno fertile per sfruttamento e lavoro irregolare. Mancuso ha insistito sull’importanza di promuovere un’immagine positiva della Calabria per attrarre investimenti e imprese, valorizzando il potenziale turistico e produttivo della regione.

Dialogo e trasparenza per il futuro della Calabria

Una proposta sottolineata è quella di dialogare su ciò che la Calabria può offrire, mantenendo trasparenza sulle sfide ma senza sottovalutare le risorse disponibili. Questi temi saranno al centro dei dibattiti politici e delle strategie future per migliorare la situazione lavorativa e sociale calabrese.

Change privacy settings
×