Nelle ultime settimane i carabinieri di Ivrea hanno restituito vari gioielli rubati a diverse persone, in particolare anziani vittime di furti, truffe e rapine organizzate. Questi oggetti preziosi erano stati sottratti con violenza o inganno, e dopo un’accurata attività investigativa sono tornati nelle mani legittime. L’operazione, frutto di un’indagine partita nel 2024, ha smantellato una rete di ricettazione attiva tra Piemonte, Lombardia e zone limitrofe.
Modalità di furto e profili delle vittime coinvolte
Molti dei furti e truffe riguardavano persone anziane, spesso sole e facilmente raggirabili dai malintenzionati. Questi si presentavano con false identità, spacciandosi per tecnici del gas, operatori di servizi o persino carabinieri. Con una scusa plausibile entravano nelle abitazioni e sottraevano monili d’oro, a volte storici e con valore affettivo elevato.
Un caso emblematico
Tra i casi emersi spicca quello di una donna anziana di Ivrea, truffata da falsi operai del gas accompagnati da finti militari, che sono riusciti a guadagnare la sua fiducia per portare via diversi braccialetti e catenine. Simili dinamiche sono state registrate in altre città, come Novara e Pavia, coinvolgendo vittime in episodi di rapina molto simili per modalità e obiettivi.
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Questi episodi mostrano una vulnerabilità dei soggetti più anziani, spesso non solo soli ma anche poco informati su truffe che sfruttano abilmente l’inganno e la paura. Un elemento che ha spinto i carabinieri a lanciare raccomandazioni precise su come comportarsi anche davanti a presunti agenti o tecnici che bussano senza preavviso.
L’operazione Mida e la rete di ricettazione smantellata
L’indagine, battezzata “Mida”, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Ivrea e ha preso corpo nel 2024. Grazie al lavoro dei carabinieri, che hanno monitorato diverse zone Piemonte e Lombardia, è stato possibile disarticolare una rete criminale specializzata nel riciclaggio di oro rubato.
Tra le misure adottate figurano un arresto, obblighi di dimora per cinque persone e tre denunce a piede libero. Una figura centrale è risultata un uomo di 86 anni residente a Torino, soprannominato “il Dio dell’oro” dagli investigatori. Quest’ultimo si occupava dell’acquisto e della rivendita di gioielli sottratti, gestendo il flusso dal momento in cui i preziosi lasciavano l’abitazione fino alla loro immissione nel mercato nero.
Il ruolo chiave dell’uomo di Torino
L’anziano riusciva a mantenere un profilo basso, aggirando i controlli e abbassando il rischio per i fornitori. Attraverso metodi consolidati riciclava oro fatto sparire e rimettere in circolo senza destare sospetti. Il suo ruolo chiave ha rappresentato il nodo focale per la riuscita dell’operazione.
Sequestro dei gioielli e riconsegna alle vittime
Le perquisizioni svolte durante le indagini hanno portato al sequestro di 566 grammi di oro in vario stato, provenienti da diversi furti e rapine. Molti di questi monili sono stati riconosciuti direttamente dalle vittime chiamate a Ivrea per il riconoscimento.
Tra gli oggetti recuperati spiccano quelli sottratti a seguito di una rapina a Novara nell’aprile 2023, dove i ladri si erano spacciati per carabinieri per entrare negli appartamenti. Altri pezzi provengono da un furto a Pavia, sempre nello stesso periodo, che coinvolse una famiglia ignara dell’intrusione.
Il momento della riconsegna
La restituzione dei gioielli ha avuto luogo in caserma davanti agli investigatori, un momento emotivamente forte soprattutto per i protagonisti. Molti di questi oggetti erano tramandati da generazioni o rappresentavano regali di nozze, rendendo il valore simbolico spesso superiore a quello economico. Questo passaggio ha segnato un’occasione concreta per ridare dignità e memoria a chi aveva subito la perdita.
Avvisi e raccomandazioni agli anziani e alla cittadinanza
I carabinieri hanno diffuso un messaggio chiaro rivolto prevalentemente agli anziani: evitare di aprire la porta a persone sconosciute, verificare sempre identità e titoli di chi si presenta senza preavviso e allertare le forze dell’ordine in presenza di situazioni sospette. Il numero per chiamare è il 112, valido su tutto il territorio nazionale.
L’esperienza delle indagini evidenzia come gli anziani continuino a essere il bersaglio preferito da truffatori capaci di adottare raggiri sofisticati. Il richiamo a una attenzione maggiore vuole essere un invito a non sottovalutare segnali di pericolo e a mantenere un atteggiamento prudente in casa.
Le autorità continuano a indagare per trovare ulteriori complici e fare luce su altri episodi ancora da chiarire. Le misure restrittive adottate seguono le norme di legge che garantiscono la presunzione di innocenza per tutti gli indagati fino al giudizio definitivo.
Il lavoro svolto finora ha permesso di recuperare e restituire una parte significativa dei beni rubati, offrendo alle vittime un risarcimento materiale e morale. Restano al centro delle indagini le varie fasi che hanno trasformato quei preziosi in oggetti del cosiddetto mercato nero, per smantellare la filiera criminale a monte delle truffe e rapine.