Rapina da 40 mila euro in ufficio postale tra la loggia e alpignano: tre arresti dopo indagini dei carabinieri

Rapina da 40 mila euro in ufficio postale tra la loggia e alpignano: tre arresti dopo indagini dei carabinieri

Tre arresti dopo due rapine armate all’ufficio postale di La Loggia, con indagini dei carabinieri che hanno ricostruito la fuga in Mar Rosso e il coinvolgimento di Massimo Lo Manto, Marco Giannone e Luciano Chiappetta.
Rapina Da 40 Mila Euro In Uffi Rapina Da 40 Mila Euro In Uffi
Una rapina a mano armata in un ufficio postale piemontese ha portato all’arresto di tre uomini dopo indagini dei carabinieri, che hanno ricostruito anche un secondo tentativo fallito di colpo. - Gaeta.it

Un assalto armato a un ufficio postale ha scosso una piccola comunità piemontese nell’agosto scorso. Due uomini con il volto coperto hanno agito in pieno giorno in un quartiere tranquillo. Dopo la rapina, la fuga verso il mar rosso, poi un nuovo tentativo di colpo poco più di un mese dopo. Le indagini dei carabinieri hanno portato a tre arresti e al chiarimento di un episodio che sembrava destinato a rimanere senza risposta.

La rapina nel pomeriggio d’agosto nell’ufficio postale di la loggia

Erano giorni segnati da un caldo torrido quando i rapinatori hanno scelto di colpire. L’ufficio postale era chiuso, con le strade intorno deserte. Due uomini con il volto quasi completamente coperto, uno in appostamento fuori, l’altro che ha fatto irruzione. Con decisione hanno minacciato la direttrice, legandola con fascette da elettricista per impedire la fuga o la reazione. Con fare fermo hanno richiesto e ottenuto circa quaranta mila euro in contanti.

La direttrice è stata bloccata e costretta al silenzio con violenza. Dopo la fuga dei due complici, ha trovato la forza di liberarsi da sola e chiamare soccorso. Questo ha dato avvio alle attività investigative. Le indagini hanno ricostruito ogni mossa dei banditi, fino agli arresti avvenuti mesi dopo.

I sospettati: ruoli, legami e dubbi nelle indagini

I carabinieri hanno individuato due uomini come principali responsabili: Massimo Lo Manto, quarantenne di La Loggia, e Marco Giannone, trentasettenne di Alpignano. Lo Manto avrebbe fatto da basista, sfruttando il suo legame sentimentale con la direttrice. Grazie alla convivenza, conosceva tutte le abitudini e gli orari dell’ufficio postale. Nonostante questo, la direttrice non ha mai riconosciuto Giannone come l’uomo che ha compiuto la rapina.

Questo dettaglio ha complicato la ricostruzione dei fatti e sollevato interrogativi sull’effettiva presenza di Giannone all’interno dell’ufficio durante il colpo. I dubbi non si limitano alla fase iniziale, ma si estendono a dettagli secondari, come la coincidenza delle partenze successive dei due uomini per vacanze in mar rosso.

Fuga e vacanza a marsa alam, in egitto

Subito dopo la rapina, i due non hanno cercato di evitare la scena, ma hanno preferito partire per una località turistica. Sono volati a Marsa Alam, in Egitto, insieme alle rispettive compagne. La scelta di prenotare presso la stessa agenzia, nello stesso periodo, ha attirato l’attenzione degli inquirenti.

Non è stato possibile stabilire se alloggiassero nello stesso resort, ma l’analisi di questa coincidenza fa parte delle attività investigative per capire legami e motivazioni dietro la pianificazione della rapina e le mosse successive dei sospettati. Questa fuga apparentemente rilassata rappresenta una delle tappe che ha permesso agli investigatori di ricostruire la rete degli indagati.

Il secondo colpo fallito e la nuova strategia criminale

La banda non ha perso tempo e ha tentato un nuovo colpo il 30 settembre, ancora nella stessa struttura postale. Questa volta l’azione, svolta all’alba, si è fatta minacciosa fin dall’ingresso. I malviventi erano armati di coltelli, armati di fascette e mascherine, indossavano occhiali scuri e avevano persino una finta bomba per bloccare la porta.

La situazione sembrava già sotto controllo, ma dentro l’ufficio c’era la sostituta della direttrice. Lei ha rifiutato di aprire la porta, costringendo la banda a fuggire senza bottino. A guidare la fuga era un quarto uomo, inconsapevole del colpo che stava sostenendo: credeva di accompagnare gli altri a un colloquio di lavoro. Questo episodio ha mostrato la fragilità della seconda operazione, forse creata in fretta e senza una preparazione accurata.

Le indagini dei carabinieri e gli arresti nelle province di torino

Attraverso una serie di intercettazioni, pedinamenti e filmati delle telecamere di sorveglianza, i carabinieri hanno delineato il quadro completo. La presenza di Luciano Chiappetta, un uomo di 55 anni di Alpignano con precedenti, è emersa come protagonista del secondo tentativo di rapina. Le investigazioni indicano che lui abbia avuto un ruolo attivo nell’azione fallita del 30 settembre.

Il colonnello Vincenzo Bertè ha guidato la lunga attività investigativa che si è conclusa con l’arresto di Lo Manto, Giannone e Chiappetta. Le accuse comprendono rapina a mano armata, tentata rapina e sequestro di persona. La giustizia si è mossa sulla base di prove raccolte con pazienza e meticolosità. La vicenda ha dunque trovato un punto fermo dopo mesi di lavoro sulle tracce della banda.

Change privacy settings
×