Proteste studentesche contro il ddl 1660: il clima scolastico in Italia sotto la lente

Proteste studentesche contro il ddl 1660: il clima scolastico in Italia sotto la lente

Gli studenti italiani protestano contro il ddl 1660, denunciando un clima autoritario nelle scuole e chiedendo una riforma che promuova libertà di espressione e partecipazione attiva.
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Proteste studentesche contro il ddl 1660: il clima scolastico in Italia sotto la lente - Gaeta.it

Un’ondata di proteste sta attraversando le scuole italiane, con i giovani che alzano la voce contro il ddl 1660, anche conosciuto come ddl condotta. Questo provvedimento, voluto dal ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ha sollevato un vespaio di polemiche. A Napoli, studenti del liceo classico Gian Battista Vico hanno occupato l’istituto, portando in evidenza le loro ragioni con lo slogan: “Sospendiamo il ddl 1660, sospendiamo Valditara!”. La mobilitazione si basa su preoccupazioni relative a un ambiente scolastico sempre più oppressivo.

Il ddl 1660 e la condotta nelle scuole

La contestazione degli studenti è radicalmente incentrata sull’idea che le nuove norme del ddl 1660 introducano un clima autoritario all’interno delle istituzioni scolastiche. Questo decreto, infatti, aumenta il peso della condotta nel calcolo del profitto scolastico, il che, secondo le testimonianze degli alunni, rappresenta una deriva repressiva rispetto ai diritti delle studentesse e degli studenti. Essi sostengono che la misura va contro il principio di una scuola inclusiva e democratica, che dovrebbe favorire la partecipazione attiva e la libertà di espressione.

Gli occupanti del liceo Vico denunciano come questo provvedimento non solo penalizzi l’errore umano raccontandolo come incapacità, ma anche come l’atmosfera educativa venga influenzata negativamente da una gestione della disciplina che tende a limitare la libertà di pensiero e di espressione. “Il ddl condotta non solo ignora i veri problemi della nostra scuola,” affermano, “ma mira a ridurre le voci critiche, portando a una scoraggiamento della partecipazione attiva.” Questo è visto come un tentativo di mettere a tacere il dissenso e il dibattito.

Il contesto delle proteste

Le proteste non si limitano al ddl 1660. Gli studenti del liceo Vico evidenziano come il ddl sicurezza stia introducendo nuove norme che complicano ulteriormente la libertà d’espressione e la possibilità di manifestare liberamente. “Vogliamo chiara garanzia di diritti e sicurezza,” affermano, “ma questo deve avvenire senza limitazioni ingiustificate alla libertà di protestare.” Questo nuovo approccio legislativo è percepito come un modo per rendere più vulnerabili coloro che si oppongono al sistema, con una legislazione che può facilmente sfociare in abusi.

Il clima attuale delle scuole italiane è descritto da molti come un microcosmo di un’epoca più ampia, caratterizzata da un’inflazione di normative che restringono diritti e libertà. Secondo gli studenti, la vaghezza delle nuove normative crea un margine di arbitrio preoccupante, aumentando il rischio di incriminazione per comportamenti altrimenti considerati normali in un contesto di dibattito. Le parole “repressione” e “dissenso” vengono ripetute, esprimendo sentimenti di incertezza e paura.

Le critiche al ministro dell’istruzione

Le polemiche che circondano Giuseppe Valditara non si limitano ai provvedimenti legislativi. Gli studenti hanno citato il caso del professor Christian Raimo, sospeso per critiche aperte nei confronti del ministro. “Il messaggio che arriva è chiaro,” spiegano, “dissenziare viene sanzionato.” Questo episodio ha suscitato una reazione immediata tra le nuove generazioni, che vedono in esso una chiara intimidazione nei confronti di chi cerca di esprimere opinioni critiche contro le politiche imposte.

In questo contesto, le riforme del ministro vengono percepite come insufficienti a risolvere le problematiche reali e attuali della scuola, come le aggressioni agli insegnanti e i disagi tra i giovani. Gli studenti del Vico caratterizzano il ddl condotta come parte di una logica più ampia di gestione della disciplina che ignora la necessità di approcci educativi e inclusivi. Chiedono spazi di dialogo e comprensione, puntando sulla responsabilizzazione e l’autonomia piuttosto che sulla coercizione.

Una nuova visione per la scuola

In questo clima di tensione, gli studenti affermano con determinazione la necessità di un’istruzione che promuova il pensiero critico, il rispetto reciproco e l’apprendimento. “Crediamo in una scuola che insegna valori e diritti,” dichiarano, “dove ogni singolo studente possa sentirsi parte di un progetto comune.” Questa visione contrasta nettamente con l’idea di una scuola che mira a reprimere e punire.

Gli occupanti del liceo hanno espresso il desiderio di trasformare le attuali dinamiche scolastiche, caldeggiando un ambiente di apprendimento basato sulla crescita personale e collettiva. La vera educazione, sostengono, non passa attraverso norme punitive, ma attraverso il rispetto, la condivisione di idee e la costruzione di un futuro migliore per tutti.

Ultimo aggiornamento il 26 Novembre 2024 da Donatella Ercolano

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