Proteste all'aquila contro il nuovo contratto CISAL per i lavoratori dei call center

Proteste all’aquila contro il nuovo contratto CISAL per i lavoratori dei call center

Sindacati abruzzesi protestano contro il nuovo contratto CISAL-Assocontact, temendo gravi riduzioni dei diritti lavorativi per oltre mille dipendenti nel settore delle telecomunicazioni e call center.
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Proteste all'aquila contro il nuovo contratto CISAL per i lavoratori dei call center - Gaeta.it

Oggi, 25 ottobre 2023, a L’Aquila, le sigle sindacali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e UGL-TELECOMUNICAZIONI si sono unite per manifestare il loro forte disaccordo nei confronti del contratto recentemente sottoscritto dalla CISAL con Assocontact. L’assemblea pubblica, tenutasi nella sede della CGIL, ha visto la partecipazione attiva di rappresentanti delle istituzioni locali e regionali. Questa situazione mette a rischio il futuro lavorativo di oltre mille dipendenti nel territorio abruzzese, specialmente nelle aziende 3G Spa e Tecnocall Srl, con sedi a Sulmona, Chieti, L’Aquila, Avezzano e Pescara. Le organizzazioni sindacali temono che queste modifiche possano estendersi a tutto il comparto dei call center, influenzando negativamente la situazione lavorativa di molti altri.

Il nuovo contratto e le sue implicazioni

Il contratto in questione è stato presentato come un’iniziativa necessaria per migliorare le performance aziendali. Secondo quanto dichiarato dal Presidente di Assocontact, Lelio Borgherese, e dal Vice Presidente, Davide Natale, il nuovo accordo mira a garantire la produttività e la sostenibilità economica delle aziende. Tuttavia, le sigle sindacali contestano fermamente questa posizione, affermando che le condizioni del contratto compromettono gravemente i diritti dei lavoratori nel settore delle telecomunicazioni.

Uno degli aspetti più critici è la drastica riduzione dei diritti retributivi. I sindacati denunciano un aumento contrattuale di soli 7,74 euro annuali per i prossimi tre anni sul terzo livello del contratto collettivo nazionale del lavoro. La riduzione dei permissi, che abbassa il numero annuale da 104 a 48 ore, è considerata inaccettabile. Inoltre, l’integrazione economica per i primi tre giorni di malattia verrebbe progressivamente diminuita, fino ad arrivare ad azzerarsi, rappresentando un duro colpo per i lavoratori malati.

Contratti e riduzione dei diritti

Le norme relative al periodo di comporto sono state stravolte: ora si prevede una riduzione a soli 120 giorni, con un sistema di accumulo che limita i diritti legati alla malattia. Questo cambiamento non solo compromette ulteriormente la sicurezza economica delle lavoratrici e dei lavoratori, ma rappresenta anche un serio passo indietro rispetto alle conquiste ottenute nel corso degli anni. La questione è aggravata dal potenziale smantellamento della clausola sociale, che potrebbe alterare completamente le prospettive lavorative delle persone in caso di transizione tra aziende.

Oltre a ciò, il contratto prevede anche forme di monitoraggio delle performance lavorative che possono influenzare direttamente il salario, legato a test di professionalità e altri strumenti. Secondo i sindacati, tali pratiche potrebbero portare a una situazione di precarietà e sfruttamento nel settore, spingendo i dipendenti verso una competitività malsana e a scapito della loro sicurezza economica.

La reazione delle istituzioni locali

Nella stessa giornata, il Consiglio Comunale di L’Aquila ha votato un ordine del giorno d’urgenza per supportare le sigle sindacali contro l’applicazione del nuovo contratto CISAL. Questo gesto ha rappresentato un segnale di solidarietà e di impegno concreto da parte delle istituzioni locali. L’assemblea ha sottolineato l’importanza di mantenere il contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni come standard di riferimento, impegnandosi a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per sostenere la tutela dei lavoratori.

Le forze politiche della città hanno espresso la volontà di garantire che i diritti stabiliti nel contratto nazionale non vengano calpestati. I sindacati stanno già pianificando di richiedere audizioni presso la commissione lavoro del Consiglio Regionale d’Abruzzo e di continuare a collaborare con i parlamentari per promuovere un intervento normativo utile a proteggere i diritti dei lavoratori del settore.

Il panorama attuale è decisamente preoccupante, con una lotta che si preannuncia lunga e difficile. I rappresentanti sindacali hanno chiarito che non si fermeranno finché non verranno riconosciuti i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, consapevoli che il futuro di tanti dipende dalla loro determinazione.

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