Protesta notturna al Politecnico di Torino contro la visita del ministro Tajani: studenti in occupazione

Protesta notturna al Politecnico di Torino contro la visita del ministro Tajani: studenti in occupazione

Studenti del Politecnico di Torino occupano il cortile in protesta contro la presenza del ministro Tajani, criticando le alleanze tra università e industria bellica e chiedendo un futuro di pace.
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Protesta notturna al Politecnico di Torino contro la visita del ministro Tajani: studenti in occupazione - Gaeta.it

Un evento significativo sta scuotendo il Politecnico di Torino, dove un gruppo di studenti dei Collettivi ha organizzato un’occupazione notturna del cortile in segno di protesta. Il motivo? L’arrivo del ministro degli Esteri Antonio Tajani, previsto per questa mattina in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. L’azione è carica di una forte simbolicità e di richieste chiare da parte degli studenti, i quali vogliono porre un freno a quello che considerano un appoggio da parte dell’università a chi promuove guerre globali.

Il messaggio dei manifestanti

Durante la notte, i manifestanti hanno esposto uno striscione eloquente che recita: “Politecnico occupato! Via i signori della guerra dall’Università”. Questo messaggio non lascia spazio a interpretazioni, manifestando l’intento di contestare non solo la presenza del ministro nel campus, ma anche scelte politiche più ampie che coinvolgono l’operato del governo e delle istituzioni accademiche.

Accanto al grande striscione, gli studenti hanno affisso manifestini che annunciano un presidio di contestazione, inneggiando alla frase: “Non nella nostra università. Blocchiamo la guerra”. Queste parole delimitano chiaramente il tema centrale della protesta, collegato all’opposizione alla violenza e alle guerre in corso nel mondo.

Le motivazioni dell’occupazione

Un gruppo di studenti ha spiegato le ragioni che hanno portato all’occupazione del cortile. “Come studenti e studentesse del Politecnico – dichiarano – abbiamo avuto un dibattito molto interessante sulle questioni legate alla cosiddetta ‘tregua’ in Palestina. Da questo confronto, è emersa la richiesta di una contestazione diretta nei confronti dell’arrivo del ministro Tajani all’inaugurazione dell’anno accademico”. Queste parole incarnano il malcontento presente tra le nuove generazioni, impegnate a rivendicare un futuro di pace e giustizia, affinché l’istruzione non diventi un palcoscenico per ideologie bellicose.

La critica al Politecnico e alle sue collaborazioni

La protesta non si limita solo alla figura del ministro, ma si allarga a una critica più ampia nei confronti del Politecnico stesso. Gli studenti sono preoccupati per la centralità strategica dell’istituzione, ritenendo che questa si manifesti, tra l’altro, attraverso la collaborazione con aziende come Leonardo. Queste realtà profittevoli traggono, secondo i manifestanti, enormi guadagni dalla guerra, contribuendo così a perpetuare conflitti che devastano comunità in tutto il mondo.

I ragazzi sottolineano come tali alleanze tra università e industria bellica possano compromettere l’identità accademica stessa, trasformando il Politecnico in un luogo che avvalora interessi monetari invece di promuovere valori di pace e solidarietà. Con questo tipo di scandalo, gli studenti inaugurano simbolicamente un anno accademico che sperano possa avviare un dibattito cruciale su ciò che le istituzioni scolastiche realmente rappresentano.

L’occupazione di questa notte rappresenta un gesto emblematico di una generazione che non si rassegna e che, attraverso atti di ribellione civile, chiede chiarezza, giustizia e un ripensamento del ruolo dell’istruzione nel contesto globale attuale.

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