Lunedì mattina, i rappresentanti sindacali di Fns Cisl, Sappe e Sippe-Sinappe si sono riuniti davanti al carcere di Terni per protestare contro le gravi condizioni in cui opera la polizia penitenziaria. Con una situazione che i sindacati definiscono “una bomba innescata e pronta a esplodere”, i manifestanti hanno messo in evidenza una carenza di personale e un sovraffollamento preoccupante all’interno della struttura, che potrebbe portare a conseguenze serie per la sicurezza.
Carenza di personale e sovraffollamento
Durante la protesta, i rappresentanti sindacali hanno sottolineato che la mancanza di personale nella polizia penitenziaria ha raggiunto un livello critico, con un deficit che sfiora le cinquanta unità. Questo non solo influisce sulla qualità del servizio, ma mette anche a rischio la sicurezza dei detenuti e del personale in servizio.
Attualmente, il carcere di Vocabolo Sabbione ospita ben 575 detenuti, superando di gran lunga la capienza regolamentare, che si attesta a 422 unità. Di questi, circa 200 sono individui con problemi psichiatrici e che richiedono specifiche attenzioni in termini di sicurezza e assistenza. La situazione, descritta dai sindacati come “allarmante”, è ulteriormente aggravata dalla percezione che il provveditorato Toscana-Umbria stia trasferendo un numero crescente di detenuti ad altre strutture, rendendo quelle dell’Umbria una sorta di “discarica” per i carceri toscani.
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Il nuovo provveditorato per l’Umbria-Marche
Una delle speranze espresse dai sindacati è che la creazione del nuovo provveditorato Umbria-Marche, con sede a Perugia e previsto per i primi mesi del 2025, possa portare a un miglioramento della situazione attuale. I rappresentanti di Fns Cisl, Sappe e Sippe-Sinappe hanno dichiarato che è fondamentale cambiare rotta rispetto alla gestione attuale delle carceri in Umbria, per evitare che si continuino a ripercorrere le stesse problematiche.
Gli sindacati hanno quindi sollecitato un intervento concreto da parte delle autorità competenti, affinché le carceri siano dotate di un organico adeguato e di strutture idonee. Rinnovare l’attenzione sulle condizioni di vita sia dei detenuti che del personale è essenziale per garantire un ambiente più sicuro e umano all’interno delle carceri.
La risposta delle istituzioni
La protesta tenutasi a Terni segna un ulteriore passo nella lotta dei sindacati di polizia penitenziaria per il riconoscimento dei diritti e delle necessità del personale, nonché per la tutela dei detenuti. Mentre cresce la pressione per un intervento immediato, le istituzioni sono chiamate a riflettere sulla situazione delle carceri umbre e a prendere decisioni mirate per affrontare la crisi aperta. Rimane da vedere se e come le autorità risponderanno alle legittime richieste avanzate durante questa significativa manifestazione di protesta.