Protesta dei lavoratori sociosanitari a Napoli: centinaia di operatori rischiano di perdere il lavoro

Protesta dei lavoratori sociosanitari a Napoli: centinaia di operatori rischiano di perdere il lavoro

A Napoli, operatori sociosanitari protestano contro la sospensione dei contratti da parte dell’ASL, evidenziando il rischio per i servizi essenziali e chiedendo supporto alle istituzioni per salvaguardare i posti di lavoro.
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Protesta dei lavoratori sociosanitari a Napoli: centinaia di operatori rischiano di perdere il lavoro - Gaeta.it

A Napoli, la tensione cresce tra operatori sociosanitari a seguito dell’annuncio di sospensione dei contratti di lavoro da parte dell’ASL Napoli 1 Centro. Questa mattina, diversi manifestanti si sono radunati davanti alla sede del Consiglio regionale della Campania, situata al Centro Direzionale, per evidenziare la loro preoccupazione e chiedere chiarimenti ai rappresentanti istituzionali. La manifestazione si inserisce all’interno di una serie di proteste pacifiche culminate negli ultimi giorni, dove la lotta per la salvaguardia dei posti di lavoro è diventata centrale.

La situazione lavorativa degli operatori sociosanitari

Il consorzio Gesco, che raggruppa i lavoratori, comunica che circa 300 operatori, tra cui Oss, psicologi e assistenti sociali, si trovano ora disoccupati. In una nota, i manifestanti denunciano un mese di silenzio da parte delle istituzioni, sottolineando l’incomprensibile decisione dell’ASL di rescindere un contratto di gestione dei servizi psico-sociali ben 14 mesi prima della scadenza prevista. Questi servizi rivestono un’importanza cruciale per la popolazione vulnerabile, che comprende malati di Alzheimer, anziani in difficoltà, persone con disabilità e coloro che combattono con le dipendenze.

La manifestazione ha avuto come obiettivo non solo richiedere un incontro con il presidente della Commissione Sanità della Regione Campania, Enzo Alaia, ma anche attirare l’attenzione delle istituzioni sulla gravità della situazione lavorativa. La decisione dell’ASL, che ha determinato la discontinuità nella fornitura di servizi essenziali, ha spinto i lavoratori a intensificare le riunioni e le proteste per far sentire la loro voce e tutelare i diritti di chi opera nel settore della sanità.

Il contesto sociale e le ripercussioni sulle famiglie

Le conseguenze di questa decisione non ricadono solo sui lavoratori, ma anche sulle famiglie che dipendono da questi servizi. Senza un adeguato supporto da parte di professionisti formati e dedicati, centinaia di pazienti vulnerabili si trovano ora a rischio di non ricevere le assistenze necessarie per il loro benessere psicofisico.

Il timore è che questa crisi possa portare a un deterioramento della qualità della vita di questi individui. Le famiglie si vedono sprovviste di punti di riferimento fondamentali per il trattamento dei propri cari, creando un clima di ansia e incertezza. Questo problema ha attirato anche l’attenzione di associazioni locali, che hanno espresso preoccupazione durante le assemblee pubbliche, evidenziando il rischio di uno smantellamento del welfare nella città.

Le discrepanze tra le decisioni politiche e le necessità sociali si fanno sempre più evidenti, portando diversi gruppi a unirsi nella lotta per il diritto all’assistenza e alla dignità, creando sinergie tra operatori e famiglie per affrontare con coraggio questa sfida.

L’importanza della mobilitazione e delle alleanze sociali

La mobilitazione ha guadagnato supporto da diverse organizzazioni sociali, che hanno deciso di costituire un comitato per difendere il welfare in Campania. Dette organizzazioni, come Libera, Legacoop Campania e Fish, tra le altre, hanno messo in atto strategie comuni per affrontare la crisi attuale. Il focus adesso è trasformare la vertenza dei lavoratori in una battaglia per il diritto all’assistenza e alla continuità dei servizi necessari, evitando che il welfare venga ulteriormente compromesso.

Parallelamente, sono stati lanciati due ricorsi legali contro l’ASL per garantire che i contratti vengano rispettati e per ottenere un risarcimento danni che ammonta a circa 4 milioni di euro. Questo passo viene visto come fondamentale per riaffermare i diritti dei lavoratori e la sostenibilità dei servizi psico-sociali.

Nonostante le difficoltà, il gruppo di operatori sociosanitari continua a mantenere alta l’attenzione sulla questione, sperando di ottenere risposte concrete dalle istituzioni. La prossima settimana, era previsto un incontro in Prefettura con l’INPS e i sindacati, ma il rinvio di tale incontro è stato motivo di grande delusione tra i manifestanti. La vicenda rimane aperta e si attendono sviluppi significativi.

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