Lunedì 22 aprile 2025 in piazza Cavour a Roma si è svolta una manifestazione organizzata dalla Camera Penale di Roma per esprimere il dissenso nei confronti del decreto legge “sicurezza”. L’iniziativa ha raccolto attorno a sé un’ampia partecipazione di avvocati, membri della società civile e rappresentanti politici, preoccupati per le nuove norme che incidono sul sistema giuridico e sulla funzione del Parlamento.
Il ruolo della camera penale di roma nella mobilitazione contro il decreto
Il direttivo della Camera Penale di Roma ha preso una posizione netta e chiara sulla questione, definendo il decreto legge un attacco alle prerogative parlamentari e una complicazione inutile per il quadro penale. Il presidente Giuseppe Belcastro ha sottolineato come il provvedimento sia stato varato senza rispettare le condizioni di urgenza previste dalla Costituzione. La norma, infatti, riduce la possibilità per il Parlamento di esaminare con calma e attenzione le scelte legislative, sostituendo un confronto approfondito con un’imposizione legislativa urgente.
Le trasformazioni giuridiche contenute nel decreto
Belcastro ha anche evidenziato le trasformazioni giuridiche contenute nel decreto: l’introduzione di nuovi reati, l’aggravamento delle pene e l’innalzamento di ostacoli procedurali. Questi cambiamenti, secondo la Camera Penale, appesantiscono un sistema già complesso senza giustificazioni di carattere emergenziale. L’associazione intende continuare l’azione di opposizione, partecipando a momenti di mobilitazione a livello nazionale insieme all’Unione delle Camere Penali Italiane.
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Contenuti critici del decreto legge sicurezza e le conseguenze sul sistema giuridico
Il decreto legge sicurezza introduce alcune modifiche sostanziali al codice penale e al sistema giudiziario. Tra i principali elementi si riscontrano nuove fattispecie di reato che ampliano la lista di comportamenti penalmente sanzionabili. Accanto a ciò, vi sono aggravamenti nelle pene che colpiscono sia reati esistenti, sia le nuove ipotesi previste nel decreto.
Non mancano inoltre nuove ostatività, ovvero impedimenti processuali e limitazioni che si riflettono sulle garanzie a tutela degli imputati. Queste misure, spiegano gli avvocati, rischiano di generare un sovraccarico procedurale e una compressione di diritti fondamentali, senza che siano stati posti motivi reali di emergenza o pericolo immediato che giustifichino questa rigidità legislativa.
Il decreto è stato criticato anche per il modo in cui è stato adottato, con un ricorso alla decretazione d’urgenza che, secondo gli oppositori, ha finito per limitare il ruolo istituzionale del Parlamento, che avrebbe dovuto valutare con tempi più adeguati e aperti al dibattito le modifiche proposte.
Criticità procedurali e istituzionali
“Il ricorso a norme d’urgenza senza un reale stato di emergenza limita il confronto democratico e le prerogative parlamentari,” hanno affermato più voci della Camera Penale di Roma.
La mobilitazione in piazza cavour: partecipazione e messaggi dei manifestanti
L’evento romano ha visto la presenza di numerosi avvocati, attivi nel coordinamento della protesta, insieme a rappresentanti della società civile e alcuni esponenti politici sensibili ai temi della giustizia e dei diritti. La piazza ha incarnato un luogo di confronto e di espressione di un rifiuto collettivo nei confronti del decreto legge, considerato un passo indietro per il sistema giuridico italiano.
Durante la manifestazione sono state proposte letture di documenti, interventi pubblici e richiami alla necessità di preservare le prerogative del Parlamento nella formulazione delle leggi. L’iniziativa si inscrive in un ciclo di mobilitazioni che proseguiranno nei prossimi giorni, con un appuntamento nazionale previsto per il 7 maggio in piazza Santi Apostoli a Roma, sempre sotto l’egida dell’Unione delle Camere Penali Italiane.
Tensioni nel dibattito pubblico
La protesta conferma una tensione presente negli ambienti giuridici e nella società circa la direzione assunta dal legislatore su temi di sicurezza e giustizia, un nodo che continuerà a essere al centro del dibattito pubblico.