Proposta di reddito di contadinanza: un'iniziativa per rilanciare giovani e imprese dell'entroterra

Proposta di reddito di contadinanza: un’iniziativa per rilanciare giovani e imprese dell’entroterra

La proposta di reddito di contadinanza, presentata da Sansa e Casaleggi, mira a sostenere le nuove generazioni e le aziende dell’entroterra ligure, promuovendo la manutenzione del territorio e l’agricoltura sostenibile.
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Proposta di reddito di contadinanza: un'iniziativa per rilanciare giovani e imprese dell'entroterra - (Credit: www.ansa.it)

La proposta di reddito di contadinanza, lanciata dai consiglieri regionali Ferruccio Sansa e Manuela Casaleggi, si configura come un’importante iniziativa per sostenere le nuove generazioni e le aziende che operano nell’entroterra ligure. Presentata a Chiavari, questa iniziativa si pone l’obiettivo di risolvere le problematiche legate alla manutenzione del territorio e al supporto delle attività agricole, enfatizzando l’importanza del lavoro svolto nei contesti rurali per la conservazione della biodiversità e il potenziamento del turismo.

L’importanza di conoscere il territorio

Durante il suo percorso elettorale attraverso 234 comuni, Sansa, candidato con Alleanza Verde e Sinistra, ha evidenziato che pochi consiglieri regionali si sono recati a conoscenza dei reali problemi che affliggono le comunità collinari e montane. Questo scollamento tra politica e territorio è un fattore preoccupante, poiché le esigenze delle persone che vivono e lavorano questi ambiti sono spesso trascurate. Sansa ha sottolineato come il supporto per chi si occupa della cura e della gestione del territorio sia fondamentale per prevenire rischi, come frane e altri disastri naturali, causati dall’abbandono di aree ad alto rischio.

In questo contesto, il reddito di contadinanza potrebbe assumere un ruolo distintivo, incentivando non solo la valorizzazione del lavoro agricolo, ma anche la sostenibilità ambientale. Collaborazioni tra gli enti locali e gli agricoltori potranno contribuire a creare un ecosistema vitale, dove il lavoro viene ricompensato e le risorse territoriali vengono tutelate.

La proposta di abbattimento della burocrazia

Manuela Casaleggi, agronomo e figura chiave nella proposta, ha enfatizzato l’urgenza di semplificare i processi burocratici che ostacolano l’accesso ai fondi regionali. Il suo piano prevede che i bandi per l’ottenimento degli aiuti siano chiari e accessibili. In particolare, il nuovo schema prevede tre passaggi fondamentali: presentazione della domanda, verifica dei requisiti e successiva erogazione del contributo.

Questa semplificazione non solo renderebbe il processo più efficace, ma consentirebbe anche a un numero maggiore di lavoratori di beneficiare di aiuti indispensabili per le loro attività. La burocratizzazione attuale, spesso farraginosa e poco trasparente, rappresenta un freno allo sviluppo locale e alla valorizzazione delle risorse naturali. Casaleggi ha quindi messo in luce la necessità di un cambio di paradigma, in cui il supporto alle attività agricole e alla manutenzione del territorio diventi una priorità per la Regione.

Un modello da applicare anche ad altri settori

Sansa ha concluso il suo intervento sottolineando che se l’esperimento di reddito di contadinanza dovesse rivelarsi efficace, potrebbe fungere da modello da applicare anche ad altri settori in crisi, come quello della pesca professionale. Questa strategia non solo risponderebbe a una necessità immediata delle comunità collinari, ma offrirebbe anche un esempio di come la Regione possa investire in opportunità di lavoro e sviluppo sostenibile.

La crisi che investe il mondo del lavoro, in particolare nei settori meno tutelati e più esposti, richiede risposte rapide e innovative. Maggiore attenzione al lavoro sociale è imperativa per garantire un futuro vivibile per molte famiglie che dipendono da queste attività. La proposta di reddito di contadinanza si inserisce pertanto in un contesto più ampio di ripensamento delle politiche occupazionali, con l’auspicio di stimolare un ripensamento delle priorità da parte delle istituzioni regionali, a vantaggio di chi quotidianamente lavora per il benessere delle comunità.

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