Progetto Horizon Europe Seacure: Ricerca sull'inquinamento delle acque nei fiumi italiani

Progetto Horizon Europe Seacure: Ricerca sull’inquinamento delle acque nei fiumi italiani

Il progetto Horizon Europe Seacure, co-finanziato dall’UE con 8 milioni di euro, mira a ridurre l’inquinamento delle acque in cinque paesi europei attraverso approcci innovativi e sostenibili.
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Progetto Horizon Europe Seacure: Ricerca sull'inquinamento delle acque nei fiumi italiani - Gaeta.it

Il progetto Horizon Europe Seacure, co-finanziato dall’Unione Europea, si concentra sulla salvaguardia delle acque, con un budget complessivo di 8 milioni di euro. La ricerca coinvolge cinque paesi europei e 25 partner tra cui università, enti pubblici e privati. Tra i sei casi studio, anche l’Esino e la Riserva naturale di Ripa Bianca a Jesi, dove il progetto mira a ridurre l’inquinamento da nutrienti e migliorare i processi di depurazione delle acque reflue.

Obiettivi del progetto Seacure

Il progetto ha l’obiettivo primario di sviluppare e testare approcci innovativi per affrontare il problema dell’inquinamento delle acque superficiali. All’interno del programma, verranno analizzati casi specifici come il Mar Menor e la Catalogna in Spagna, il delta del Po e il fiume Esino in Italia, nonché il delta del fiume Axios in Grecia. Questo approccio multidimensionale permette di affrontare le problematiche ambientali con sistemi sostenibili che possono poi essere replicati in altre aree del continente.

Nello specifico, il focus è sui nutrienti, principali responsabili dell’inquinamento delle acque. Il progetto si propone non solo di ridurre le sostanze inquinanti, ma anche di migliorare i processi depurativi, consentendo il recupero di fertilizzanti in forma solida e il riutilizzo dell’acqua depurata. Le attività di ricerca si articoleranno in esperimenti pratici che verificheranno l’efficienza di nuove tecnologie e buone pratiche.

La ricerca sul bacino dell’Esino

L’Università Politecnica delle Marche, guidata dal professor Francesco Fatone, coordina le attività di ricerca sul bacino dell’Esino. Questa iniziativa si avvale della collaborazione di partner strategici come Viva Servizi e WWF Italia. Le sperimentazioni si svolgeranno principalmente presso l’impianto di depurazione di Jesi, noto per il suo trattamento naturale basato su sistemi di fitodepurazione, e presso l’Oasi Ripa Bianca, un’area ecologicamente significativa.

Il trattamento delle acque reflue attraverso tali metodi naturali non solo migliora la qualità dell’acqua, ma ha anche un impatto diretto sulla salvaguardia dell’ecosistema locale. Questo approccio prospetta opportunità per il riuso dell’acqua e di fertilizzanti biologici nelle pratiche agricole, rappresentando un passo importante verso una gestione sostenibile delle risorse idriche.

Evento di avvio presso la riserva naturale

Un evento simbolico si è tenuto di recente presso la Riserva naturale di Ripa Bianca, gestita dal WWF, per celebrare l’avvio delle attività di ricerca. L’incontro ha coinvolto vari attori del “Contratto di Fiume” dell’Esino, una rete di collaborazione che include enti locali e aziende agricole come Fileni e Antonio Trionfi Honorati.

David Belfiori, direttore dell’Oasi di Ripa Bianca, ha sottolineato l’importanza del dibattito avvenuto durante l’incontro, che ha messo in luce le problematiche legate all’inquinamento. Questo tipo di collaborazione è cruciale per indirizzare le azioni verso obiettivi comuni di tutela ambientale e sostenibilità. La presenza di diversi stakeholder indica un forte impegno verso la risoluzione delle sfide dell’inquinamento, attraverso un lavoro sinergico e informato.

Questa iniziativa rappresenta una chiara opportunità per coniugare sviluppo sostenibile e protezione degli ecosistemi, contribuendo a una gestione più consapevole delle risorse idriche in territorio marchigiano.

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