In Italia, la questione della profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine è tornata al centro del dibattito pubblico, grazie a un recente rapporto della Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza . Questo documento, reso pubblico il 22 ottobre 2023, pone un’attenzione particolare sulle pratiche di controllo rivolte alle comunità rom e alle persone di origine africana. Le evidenze presentate nell’analisi suggeriscono che le autorità italiane non riconoscano appieno l’entità di questo problema, classificando la profilazione razziale come una potenziale forma di razzismo sistemico.
Le raccomandazioni dell’Ecri
Il rapporto dell’Ecri, aggiornato ad aprile 2024 e adottato durante l’estate del 2023, esorta il governo italiano a intraprendere un’indagine completa e indipendente sul fenomeno della profilazione razziale. Le evidenze raccolte, che includono testimonianze dirette durante una visita di monitoraggio in Italia, hanno rivelato come le forze dell’ordine eseguano controlli mirati, con particolare attenzione rivolta alle comunità già vulnerabili. Questo approccio, secondo l’Ecri, non solo è inadeguato, ma alimenta anche il clima di intolleranza e discriminazione sociale. La Commissione sollecita quindi l’implementazione di misure efficaci per contrastare tali pratiche e valutare i progressi compiuti in questo senso nei prossimi due anni.
Comparazione con sentenze internazionali
L’Ecri non è l’unico organismo a sollevare preoccupazioni riguardanti la profilazione razziale. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato la Svizzera per simili violazioni, in un caso che ha coinvolto controlli di polizia su persone di colore in contesti di assembramento. Questa decisione sottolinea non solo la gravità della questione a livello europeo, ma anche l’esigenza di un’azione proattiva da parte degli Stati membri per garantire la protezione dei diritti umani. Il caso svizzero ha avuto un forte impatto, suggerendo che pratiche simili in altri paesi potrebbero essere suscettibili di giudizio internazionale.
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Contestualizzazione nel dibattito pubblico italiano
Oltre alla situazione nelle forze dell’ordine, l’Ecri ha espresso forti preoccupazioni riguardo il crescente clima di xenofobia nel dibattito pubblico italiano. Le osservazioni contenute nel rapporto segnalano che, negli ultimi anni, le discussioni politiche hanno assunto toni sempre più divisivi e antagonisti, soprattutto nei confronti di migranti, rifugiati e di cittadini con background migratorio. Questo trend preoccupante non solo influisce sulla coesione sociale, ma può anche contribuire a legittimare pratiche discriminatorie e a perpetuare stereotipi negativi contro le comunità più vulnerabili.
L’importanza di un approccio inclusivo
Il documento dell’Ecri rappresenta quindi un invito urgente per il sistema politico e sociale italiano a riflessioni profonde e riforme concrete, finalizzate a promuovere un dialogo più inclusivo e rispettoso dei diritti umani. L’efficacia di qualsiasi intervento sarà monitorata da Strasburgo, che valuterà se il governo italiano seguirà le raccomandazioni formulate. La situazione attuale richiede un impegno collettivo per affrontare e risolvere le questioni di razzismo e discriminazione, creando un ambiente più giusto e accogliente per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica o dal loro status migratorio.