Presentato il calendario 2025 della Dia: un omaggio alla lotta contro la criminalità organizzata

Presentato il calendario 2025 della Dia: un omaggio alla lotta contro la criminalità organizzata

Presentato il calendario 2025 della Direzione investigativa antimafia, evidenziando l’importanza del modello “Follow the money” e la necessità di cooperazione internazionale nella lotta contro la criminalità organizzata.
Presentato Il Calendario 2025 Presentato Il Calendario 2025
Presentato il calendario 2025 della Dia: un omaggio alla lotta contro la criminalità organizzata - Gaeta.it

Il recente evento di presentazione del calendario istituzionale 2025 della Direzione investigativa antimafia ha messo in luce non solo l’importanza delle indagini antimafiose, ma anche il lavoro collettivo che ha dato vita al modello investigativo “Follow the money“. Questa strategia, ideata da Giuliano Turone e Giovanni Falcone, si basa sul monitoraggio dei flussi finanziari per rintracciare le organizzazioni mafiose. Il meeting ha visto la partecipazione di figure di spicco nel campo della giustizia e della sicurezza pubblica, evidenziando un impegno condiviso nella lotta alla mafia. L’incontro ha incluso interventi di personalità come il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il generale Michele Carbone, a dimostrazione di una sinergia tra le istituzioni che combattono la criminalità.

Un modello investigativo all’avanguardia

Il modello investigativo “Follow the money” rappresenta un punto di svolta nella lotta alla mafia. Giuliano Turone, un magistrato di rilievo, ha descritto il processo che ha portato all’ideazione di questa strategia. La prima formalizzazione risale a un convegno tenuto nel giugno del 1982 a Castel Gandolfo, dove, insieme a Giovanni Falcone, Turone presentò una relazione innovativa. Questo approccio si concentra sul tracciamento delle risorse economiche generate da attività illecite, puntando a colpire il ventre molle delle organizzazioni mafiose: le loro finanze. L’idea basilare, che afferma “segui i soldi“, ha aperto la strada a tecniche investigative che hanno modificato radicalmente il modo di affrontare la criminalità organizzata.

Negli anni, questo modello ha trovato applicazione non solo nell’ambito delle indagini giudiziarie, ma anche nella creazione di strategie legislative. Ha influenzato profondamente il modo in cui le istituzioni affrontano la criminalità, promuovendo un approccio integrato tra magistratura e forze dell’ordine. Oggi, il lavoro della Dia rappresenta l’equilibrio fra prosecutori e polizia giudiziaria, segnando una fase importante nella creazione della prima antimafia giudiziaria e civile.

La collaborazione internazionale contro la criminalità

Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, ha messo in evidenza la necessità delle squadre investigative comuni con paesi come Argentina, Brasile, Ecuador e Colombia. Ha sottolineato come la criminalità organizzata non conosca confini, richiedendo così un approccio globale. La dipendenza reciproca tra i vari paesi nella lotta contro il narcotraffico e il riciclaggio è diventata sempre più evidente. Melillo ha anche ricordato il contributo di Boris Giuliano, vicequestore che ha portato aiuto nei rapporti internazionali. Da 45 anni, il suo approccio aiuta a costruire ipotesi investigative che servono come riferimento per il lavoro odierno.

Non basta affrontare i fenomeni sul piano locale; è imperativo lavorare in network, poiché le organizzazioni mafiose spesso collaborano a livello globale. Per questo, le indagini devono essere mirate e finalizzate a destabilizzare le strutture economiche che sostengono tali attività, sfruttando competenze e risorse condivise tra stati e agenzie.

L’attenzione sul riciclaggio e le sue strategie

Il direttore della Dia, Michele Carbone, ha descritto le tattiche utilizzate riguardo il riciclaggio di denaro sporco, evidenziando come attività apparentemente innocue come pizzerie e ristoranti vengano usate come strumenti per il riciclaggio. I riciclatori cercano di strutturare aziende che operano nel mercato ufficiale introducendo capitali di origine illecita. I moderni flussi finanziari complicano ulteriormente il quadro, con riferimenti frequenti alla finanza asiatica e islamica, e Dubai spesso citata come un punto critico per questi movimenti.

Carbone ha chiarito che i movimenti di denaro non riguardano solo la mafia, ma abbracciano anche il terrorismo e la corruzione, elementi che hanno segnato la storia italiana, come l’inchiesta di Tangentopoli. Una larga parte dei capitali, circa 250 miliardi di euro, emerge da conti off-shore attivati attraverso varie leggi di sanatoria, con giurisdizioni come la Svizzera e il Lussemburgo che fungono da custodi di questi fondi a lungo nascosti.

La crescente complessità del panorama della criminalità richiede una continua evoluzione delle tecniche investigative e a fronteggiamenti legislative, riflettendo immagini chiare e aggiornate sulla natura della criminalità organizzata.

Change privacy settings
×