Pompei: la Corte dei Conti indaga su costosi regali del Comune a ministri e autorità religiose

Pompei: la Corte dei Conti indaga su costosi regali del Comune a ministri e autorità religiose

La Corte dei Conti indaga sui regali costosi del Comune di Pompei a personalità influenti, sollevando interrogativi sulla legittimità delle spese e sulla trasparenza nella gestione pubblica.
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Pompei: la Corte dei Conti indaga su costosi regali del Comune a ministri e autorità religiose - Gaeta.it

La Corte dei Conti della Campania ha messo sotto la lente d’ingrandimento i regali costosi elargiti dal Comune di Pompei a personalità di spicco come due ex ministri e il vescovo locale. L’inchiesta è emersa in un contesto in cui il rispetto dei criteri di spesa pubblica è cruciale, gettando un’ombra sulle decisioni adottate dagli amministratori comunali.

I dettagli dell’indagine

L’indagine, diretta dal pubblico ministero Raffaella Miranda e dal procuratore Antonio Giuseppone, ha portato alla notifica di un invito a dedurre al sindaco Carmine Lo Sapio e a due dirigenti coinvolti nelle spese incriminate. Questi acquisti sarebbero stati effettuati prima dell’approvazione ufficiale da parte della giunta comunale, suscitando interrogativi circa la legittimità di tali operazioni.

Al centro delle contestazioni vi sono due chiavi d’oro, ciascuna del valore di circa 15mila euro. Questo dono è stato consegnato all’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e al suo predecessore, Dario Franceschini. Mentre il primo ha dichiarato di non avere più il monile, Franceschini ha fatto sapere di voler restituire la chiave dopo aver scoperto il costo elevato dell’oggetto. Le chiavi, realizzate in oro 9 carati e pesanti 150 grammi, recano lo stemma della città di Pompei e le iniziali dei rispettivi destinatari.

Per dare un’idea del contesto, la cerimonia di consegna a Sangiuliano, avvenuta nel luglio scorso, ha visto la partecipazione dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, la quale ha affermato di avere facilitato l’assegnazione del dono. Questa informazione solleva ulteriori interrogativi sulla trasparenza e sulla gestione degli stimoli economici e culturali da parte delle autorità locali.

I regali e il loro valore

Non si tratta solo di semplici oggetti d’oro. A questi regali si aggiungono un orologio e un rosario, quest’ultimo consegnato al vescovo di Pompei, Tommaso Caputo, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione. Il rosario, anch’esso realizzato in oro, ha un valore di oltre 5mila euro, portando il totale contestato dalla Procura della Corte dei Conti a circa 44mila euro.

L’analisi dei magistrati evidenzia come tali regali non solo superino i limiti di spesa consentiti, ma manchino di coerenza con i principi di sobrietà e congruità richiesti per la gestione del patrimonio pubblico. La questione si fa ancora più complessa se si considera che questi doni non dovevano servire a promuovere l’immagine dell’amministrazione, ma piuttosto a glorificare il sindaco e le élite che lo circondano.

La risposta del Comune di Pompei

Di fronte al susseguirsi di domande e sospetti, il Comune di Pompei ha scelto di rispondere ufficialmente. Il 13 febbraio, come riportato dall’ente, è stata ricevuta dalla Corte dei Conti una richiesta di deduzioni sul caso delle chiavi d’oro. Questo invito comporta la necessità di fornire una risposta dettagliata entro 45 giorni. Per affrontare questa situazione, il Comune prevede di conferire mandato ai propri legali, al fine di presentare le controargomentazioni richieste.

L’amministrazione di Pompei è chiamata a chiarire le motivazioni dietro la scelta di questi regali e a giustificare l’adeguatezza delle spese sostenute. Le autorità intendono difendere la propria posizione, sottolineando che le donazioni rientrano in prassi congrue e rispettose delle normative vigenti.

Le implicazioni dell’indagine

L’inchiesta della Corte dei Conti offre un’importante opportunità di riflessione sulla gestione delle spese pubbliche, sul ruolo dei regali all’interno delle relazioni istituzionali e sulla trasparenza cui devono attenersi gli amministratori. Le somiglianze con altre situazioni analoghe in altre aree del Paese pongono il tema della responsabilità pubblica al centro del dibattito. Questo caso potrebbe scatenare un’ondata di revisioni e modifiche alle policy riguardanti non solo i doni ma anche l’uso oculato delle risorse pubbliche.

Con il proseguire dell’indagine, è prevedibile che emergano ulteriori dettagli che potrebbero influire sul futuro dell’amministrazione comunale e sulle relazioni con le istituzioni culturali e religiose. Le autorità locali saranno chiamate a dimostrare la propria integrità e a garantire che decisioni come quelle recenti siano riviste e correttamente gestite per evitare simili polemiche in futuro.

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