Pluralità tecnologica nel riscaldamento domestico chiave per la decarbonizzazione secondo studio presentato a bruxelles

Pluralità tecnologica nel riscaldamento domestico chiave per la decarbonizzazione secondo studio presentato a bruxelles

Lo studio di Bip Consulting presentato da Assogasliquidi-Federchimica a Bruxelles evidenzia il ruolo cruciale del gas e delle caldaie a condensazione nel riscaldamento italiano, sottolineando i limiti della sola pompa di calore e la necessità di tecnologie flessibili per la decarbonizzazione.
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L'articolo analizza lo studio di Bip Consulting sulla decarbonizzazione del riscaldamento domestico in Italia, evidenziando l'importanza di un mix tecnologico che includa gas rinnovabili e caldaie a condensazione, criticando l'eccessiva dipendenza dalla pompa di calore e proponendo una normativa più inclusiva e neutrale. - Gaeta.it

La questione della decarbonizzazione del riscaldamento domestico ha animato il dibattito in un incontro organizzato da Assogasliquidi-Federchimica nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles. Nel corso dell’evento sono stati svelati i risultati di uno studio condotto da Bip Consulting per diverse associazioni di categoria italiane, tra cui Proxigas, Assogas, e Utilitalia. Lo studio sottolinea come una varietà di tecnologie rimanga fondamentale per raggiungere gli obiettivi ambientali senza ripetere gli errori già vissuti dall’industria automotive europea, alle prese con la crisi legata al bando dei motori endotermici.

Ruolo centrale del gas nel mix energetico italiano e condizioni del parco edilizio

In Italia il gas, sia naturale che Gpl, mantiene un ruolo cruciale nel riscaldamento delle abitazioni. La rete infrastrutturale è molto diffusa, arrivando a coprire il 90% dei comuni e con il Gpl presente in tutte le aree meno servite. Il parco immobiliare italiano presenta caratteristiche problematiche: più del 70% degli edifici risale a prima degli anni ‘80 e circa la metà delle abitazioni si trova nelle classi energetiche peggiori, F e G. Questi immobili si distribuiscono su zone climatiche molto diverse, con il 50% situato in regioni con climi freddi, indicati come zone climatiche E e F.

Risparmio energetico con caldaie a condensazione

Lo studio evidenzia come la sostituzione delle vecchie caldaie con modelli a condensazione possa già raggiungere i target di riduzione dei consumi termici fissati dalla direttiva europea Epbd. Si parla di un risparmio energetico tra il 19 e il 22%, superiore all’obiettivo minimo del 16%. Questo passo contribuirebbe anche a ridurre le emissioni inquinanti, integrando progressivamente quote di combustibili rinnovabili come biometano e bioGpl. L’uso di queste tecnologie aiuterebbe a preservare e valorizzare un’industria italiana e europea significativa, sia in termini produttivi che occupazionali.

Limiti della dipendenza esclusiva dalla pompa di calore nel riscaldamento residenziale

Lo studio pone grandi riserve sulla strategia che punta esclusivamente sull’elettrificazione attraverso la pompa di calore, ritenendola insufficiente nel coprire interamente la domanda. Sul piano strutturale, infatti, il 60% degli appartamenti autonomi in Italia non dispone di spazi esterni come giardini o terrazzi indispensabili per installare questi apparecchi. Considerando solo gli edifici più inefficienti, in classe F e G, si arriva a circa 10,3 milioni di unità, ma meno di 6 milioni potrebbero davvero ospitare una pompa di calore.

Fattori economici limitano ulteriormente l’adozione

Il numero si riduce ulteriormente se si valutano parametri economici relativi alle famiglie, scendendo a meno di 2 milioni di alloggi. La conclusione è che una transizione affidata a un’unica soluzione rischia di escludere ampie fasce del patrimonio abitativo italiano. Si parla quindi di necessità di un approccio che offra più alternative tecniche, complementari alla pompa di calore, per adattarsi ai diversi tipi di abitazioni e contesti sociali.

Direttiva europea epbd e necessità di flessibilità nella scelta delle tecnologie energetiche

La presentazione dello studio ha coinciso con il dibattito intorno all’attuazione della direttiva Epbd, che stabilisce la roadmap per la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare entro il 2050. Il testo legislativo consente agli stati membri libertà nella gestione dei tempi e degli strumenti per la transizione. La Commissione europea è incaricata di pubblicare linee guida non vincolanti per definire dettagli cruciali, come cosa si debba intendere per “caldaie alimentate a combustibili fossili“.

Assogasliquidi-Federchimica, rappresentata dal presidente Matteo Cimenti, ha sottolineato che la neutralità tecnologica va mantenuta anche nella definizione tecnica, escludendo dal bando quelle caldaie certificate per l’uso di gas rinnovabili. Questo aspetto garantirebbe l’inclusione delle tecnologie a basso impatto senza penalizzare strumenti validi e già certificati.

Criticità della normativa italiana sugli incentivi all’efficienza energetica e proposta di inclusività

Nel 2025, con la recente legge di bilancio italiana, è stata introdotta una disposizione che esclude dagli incentivi fiscali dell’ecobonus gli interventi di sostituzione degli impianti di riscaldamento con caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili. Secondo Assogasliquidi-Federchimica questa norma appare poco chiara e limita la possibilità di rinnovare efficacemente il parco termico esistente.

Le associazioni coinvolte evidenziano come questo approccio crei tensioni rispetto agli obiettivi ambientali, di efficienza e al principio di neutralità tecnologica richiamato dalla direttiva europea. Le caldaie certificate per gas rinnovabili meriterebbero di accedere a questi incentivi senza dover rispettare criteri di prodotto troppo rigidi, specie quando la disponibilità di questi combustibili si sta solo ora ampliando e necessita di sostegno.

Proposta per un trattamento paritario

Il presidente di Assogasliquidi-Federchimica ha auspicato un trattamento equo per tutte le tecnologie di riscaldamento con basso impatto ambientale. La strada indicata passa dal rafforzamento della produzione e distribuzione di gas rinnovabili come biometano, bioGpl e rDme. Inoltre, si propone di avviare campagne informative trasparenti per chiarire i reali vantaggi ambientali ed economici delle diverse soluzioni disponibili.

Questo orientamento punta a sanare gli squilibri presenti nella normativa e nella percezione pubblica, mettendo in luce un quadro dove più tecnologie coesistono e si completano. Il risultato auspicato è un percorso di decarbonizzazione realistico, accessibile e diffuso su scala nazionale, in grado di sfruttare tutte le risorse e capacità esistenti senza escludere parti consistenti della popolazione.

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