Pippo Franco, celebre attore e conduttore italiano, si trova attualmente al centro di un’inchiesta che potrebbe portarlo, insieme a suo figlio Gabriele e alla moglie Maria Piera, a un procedimento legale per falso. Al centro della controversia c’è la presentazione di un Green Pass ottenuto senza la somministrazione del vaccino anti-Covid. La vicenda coinvolge anche il medico di famiglia di Franco, il Dottor Natale Cirino Aveni.
L’indagine sui certificati verdi
Le indagini sono scaturite da un controllo sui certificati verdi rilasciati, che ha portato alla scoperta di un giro di certificazioni false. Secondo le informazioni raccolte dai pubblici ministeri, Aveni ha messo a disposizione di Pippo Franco e dei suoi familiari un certificato di avvenuta vaccinazione che non corrispondeva alla realtà. Questo atto ha sollevato molte domande sulla legalità e sull’integrità del sistema di vaccinazione nella regione. L’inchiesta ha portato all’identificazione di ben 28 persone coinvolte, tutte rinviate a giudizio, con Aveni che figura come primo accusato per falso in atto pubblico.
Il ruolo del medico di base
Natale Cirino Aveni, medico di base di Pippo Franco, è al centro del torbido caso. La sua professione è stata compromessa da questa vicenda, che ha portato alla sua arresto nel 2022. Ma non è tutto: dopo i controlli effettuati dalle forze dell’ordine, in particolare dai carabinieri dei Nas, è emerso un significativo scarto fra le dosi dichiarate di vaccino somministrate e quelle effettivamente fornite. Aveni ha ricevuto, secondo le registrazioni, 20 fiale di vaccino – corrispondenti a circa 120 dosi – ma ha indicato di averne somministrate ben 156. Un’incongruenza che ha insospettito le autorità.
Uscito dai domiciliari dopo un mese, Aveni ha sostenuto di essere stato vittima di hackeraggio, suggerendo che le violazioni ai dati riguardanti le vaccinazioni potrebbero essere il prodotto di attacchi informatici, in riferimento a un attacco avvenuto nel 2021 al sistema sanitario della regione Lazio.
Accuse e prospettive legali
I pubblici ministeri hanno già messo in evidenza che la questione dei certificati falsi riguarda non solo Pippo Franco e la famiglia, ma anche altri pazienti seguiti da Aveni. Tutti gli indagati sono accusati di falso in atto pubblico, reato che può comportare conseguenze penali significative. Si attende ora la decisione del giudice delle indagini preliminari, che il 3 febbraio esaminerà tutte le evidenze e deciderà se avviare un processo.
Le implicazioni legali di questo caso sono considerevoli e si estendono oltre la sola responsabilità personale. La vicenda solleva interrogativi importanti sul rispetto delle normative sanitarie e sulla fiducia nel sistema di vaccinazione, un tema di grande rilevanza in un periodo in cui la salute pubblica è sotto l’attenzione di tutti. Il processo, che potrebbe scaturire da queste indagini, potrebbe avere risonanza non solo a livello locale, ma anche nazionale, evidenziando chiaramente la necessità di unire sforzi per la correttezza e la trasparenza nelle pratiche di salute pubblica.
Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2024 da Laura Rossi