Il porto di Anzio torna al centro delle preoccupazioni dei pescatori locali a causa dell’insabbiamento che mette a rischio la sicurezza della navigazione e l’attività della flottiglia peschereccia. La situazione si trascina da mesi senza soluzioni definitive, e gli armatori ora rivolgono un appello diretto al presidente del consiglio Giorgia Meloni per sbloccare un intervento urgente. Dietro la questione non c’è solo la sicurezza di chi lavora in mare, ma anche la tutela di un comparto economico importante per la città e l’intero Lazio.
L’allarme dei pescatori per il porto insabbiato e la sicurezza compromessa
Da tempo il porto di Anzio soffre di un pesante insabbiamento che rende pericolose le uscite in mare delle imbarcazioni pescherecce. Domenico Spina, armatore della flottiglia locale, spiega come spesso in questi mesi le barche hanno toccato il fondale addirittura durante le battute di pesca, una situazione che evidenzia la fragilità delle condizioni di navigazione. Spina sottolinea che “quello che si professa come il rispetto della sicurezza sul lavoro nel settore della pesca non si concretizza nella realtà quando il porto stesso non garantisce condizioni sicure per uscire e rientrare.”
I pescatori di Anzio hanno promosso una mobilitazione ormai dal mese di ottobre, da quando emersero le prime criticità più gravi sui fondali. La questione della sicurezza si intreccia con l’urgenza di salvaguardare la stagione di pesca, un momento cruciale per chi vive di questo lavoro. Ogni giorno perso rischia di pesare sulla redditività, e per questi armatori il tempo sembra ormai scarseggiare. Le loro imbarcazioni necessitano di un bacino sempre accessibile e privo di rischi per affrontare le operazioni nel modo corretto.
Leggi anche:
La regione lazio e il progetto per l’escavo nel porto di anzio
La regione Lazio ha riconosciuto l’urgenza del problema e ha stanziato un milione di euro per un intervento straordinario di dragaggio. Sono previsti 24.000 metri cubi di sabbia da rimuovere dai fondali del porto, una quantità che può riportare condizioni normali di navigabilità per almeno due anni. Prima di avviare l’escavo, però, la normativa richiede alcuni passi tecnici imprescindibili, come i rilievi batimetrici per la misurazione precisa della profondità dei fondali e le analisi sulla composizione della sabbia da asportare.
Questi studi permettono di decidere come gestire il materiale estratto e devono durare circa 15-20 giorni per garantire dati accurati. Il Comune di Anzio ha individuato la società incaricata di svolgere tale attività, ma l’inizio dei rilevamenti è ancora in attesa di comunicazioni ufficiali da parte degli enti coinvolti. La Capitaneria di porto segnala che le tempistiche sono strette e che nuovi aggiornamenti potrebbero arrivare già la prossima settimana, ma per ora non è partito nulla sul serio.
I timori dei pescatori per i ritardi e la stagione estiva a rischio
Nonostante le risorse stanziate e i passaggi tecnici eseguiti, i pescatori di Anzio non si dicono soddisfatti. Domenico Spina insiste sulla fretta necessaria per evitare che il dragaggio arrivi troppo tardi, oltrepassando la stagione estiva, momento fondamentale per la pesca. “Se l’operazione dovesse slittare a settembre, si rischierebbe di compromettere in modo grave il lavoro di questi mesi più redditizi dell’anno.”
Il rischio reale è che la lentezza nelle procedure tecnico-burocratiche e la mancanza di una chiara pianificazione blocchino l’intervento vitale. Per questo gli armatori chiedono un aiuto diretto dal governo, più precisamente dal presidente Meloni, affinché vengano sbloccate tutte le fasi e si dia priorità assoluta a questo progetto. L’obiettivo comune resta quello di mettere in sicurezza il porto e garantire un futuro dignitoso a tante famiglie che vivono di pesca nel Lazio.