A Pescara, nel pomeriggio, l’assessore Roberto Santangelo ha condotto una riunione cruciale per il futuro della giustizia riparativa in Abruzzo. Questo incontro ha visto la partecipazione di vari attori del settore, tra cui rappresentanti della Procura generale, della Corte d’Appello dell’Aquila e numerosi direttori degli istituti penali. L’obiettivo della riunione è stato quello di discutere e pianificare l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni relativi ai servizi di giustizia riparativa, un passo fondamentale nella realizzazione di un sistema che potrà offrire un nuovo approccio alla giustizia.
La riunione e i partecipanti chiave
L’incontro è stato presieduto dall’assessore Santangelo, coadiuvato dalla Garante dei detenuti della Regione Abruzzo, Monia Scalera. Hanno partecipato anche i Sindaci, membri dell’ANCI, rappresentanti dell’UEPE e del PRAP, oltre ai presidenti degli Ordini degli Avvocati. Questa varietà di attori è essenziale per garantire un approccio integrato e multidisciplinare alla giustizia riparativa.
Durante la riunione, è emerso un forte consenso sull’importanza di promuovere iniziative che mirano a riparare i danni causati da reati, non solo attraverso misure punitive, ma anche mediante un percorso di recupero e reintegrazione sociale. La partecipazione di diversi enti e istituzioni permette di tracciare una strada collaborativa, che possa integrare differenti esperienze e competenze.
Obiettivi del centro di giustizia riparativa
Il focus principale dell’incontro è stato l’intenzione di istituire il primo Centro di Giustizia Riparativa in Abruzzo, che dovrebbe trovarsi nel distretto di Corte d’Appello. Come sottolineato dall’assessore Santangelo, tutti i soggetti coinvolti stanno lavorando attivamente verso questo obiettivo. L’idea è quella di implementare almeno un centro iniziale ad Aquila, con l’eventualità di espandere la rete in altre aree del territorio, in base alle esigenze locali.
L’assessore ha illustrato come il Decreto Cartabia prevede la creazione di centri dedicati alla giustizia riparativa, dove le vittime di reati possano trovare supporto e dove i trasgressori possano intraprendere un percorso di responsabilità e riparazione. Tali centri si prefiggono di facilitare una forma di giustizia che non punisce semplicemente, ma invita al confronto tra vittima e reo, creando spazi di dialogo e comprensione.
Da RI.ME alla giustizia riparativa
Questa iniziativa si collega al progetto RI.ME, un programma volto a sostenere le vittime di reati, già in fase di attuazione con l’assistenza della Cassa delle Ammende, della Regione e della Cooperativa Onlus Crisi. L’esperienza maturata con gli sportelli di assistenza ha fornito un’importante base da cui partire per sviluppare il centro di giustizia riparativa.
Si mira a trasformare la lezione appresa da RI.ME in una struttura più ampia capace di accogliere e supportare una vasta gamma di situazioni. La risposta a un crimine, quindi, non deve limitarsi alla punizione, ma deve includere percorsi di sostegno per le vittime e opportunità per i trasgressori di riflettere sulle proprie azioni. Quest’obiettivo si allinea con le più moderne teorie in materia di giustizia, che privilegiano approcci restaurativi rispetto a quelli punitivi.
La creazione di un centro di giustizia riparativa in Abruzzo rappresenta una proposta ambiziosa e necessaria, che punta a riformare profondamente l’idea stessa di giustizia, trasformandola in un’occasione di cura, dialogo e guarigione per la comunità . La dichiarazione finale dell’assessore Santangelo lascia intendere che le istituzioni sono pronte a fare il necessario per raggiungere questo traguardo.