Un nuovo accordo tra il consultorio diocesano familiare “crescere insieme” e il tribunale di latina apre la strada a percorsi di recupero personalizzati per chi ha commesso violenza domestica, sessuale, di genere o contro minori. Questo intervento mira a offrire un supporto psicologico e terapeutico specifico per ridurre il rischio di recidiva e favorire un cambiamento nel comportamento degli autori delle violenze.
Caratteristiche del protocollo di recupero firmato a latina
Il protocollo, firmato da vincenzo serra, presidente del consultorio diocesano “crescere insieme”, e da antonio masone, presidente facente funzioni del tribunale di latina, prevede una valutazione psico-criminologica iniziale. Gli esperti psicologi e psicoterapeuti del consultorio esaminano il soggetto per capire se è possibile avviare un percorso di recupero. Nel caso il parere sia favorevole, viene elaborato un programma individualizzato che si compone di due fasi.
La struttura del programma
La prima prevede 2-3 incontri dedicati al reato specifico, all’offensività e agli effetti sulle vittime. Successivamente si svolgono altri 6-7 incontri di trattamento psicologico e terapeutico. Al termine si redige una relazione che viene consegnata al soggetto, al magistrato di riferimento e all’ufficio locale per l’esecuzione penale esterna .
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La partecipazione al percorso prevede un contributo economico a carico dell’interessato, con un tetto massimo di 80 euro per sedute individuali e 50 euro per quelle di gruppo. Questa modalità garantisce un accesso regolato ma sostenibile per chi vi aderisce.
Quali sono gli obiettivi e i risultati attesi
Gli obiettivi del recupero hanno un impatto diretto sulla consapevolezza e sul cambiamento dei comportamenti violenti. Come spiegano la professoressa susanna bianchini e l’avvocato pasquale lattari, referenti del consultorio, il percorso mira a far riconoscere al maltrattante la realtà della violenza esercitata. Si lavora per superare negazioni, minimizzazioni, colpevolizzazione della vittima e stereotipi di genere diffusi.
Impatto sui comportamenti e relazioni
Il trattamento punta anche a far percepire le conseguenze della violenza sulla salute fisica e mentale delle vittime, sulla qualità del ruolo genitoriale e sullo sviluppo dei bambini coinvolti. Inoltre si stimola la riflessione sulla propria identità, sulle relazioni e sulla gestione degli impulsi aggressivi. Si mira a favorire abilità relazionali nuove e forme di cooperazione sostitutive della violenza.
La riflessione critica sui propri comportamenti aiuta anche a smantellare atteggiamenti ostili verso donne e altri soggetti discriminati.
Dettagli sul contesto giuridico e validità della convenzione
La realizzazione del progetto si basa su disposizioni precise del codice penale, in particolare l’articolo 165 che regola la sospensione condizionale della pena nei reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e simili. Questa sospensione richiede la partecipazione attiva e il superamento di programmi di recupero presso enti specializzati.
Lo svolgimento positivo dei percorsi può influire anche sulla valutazione del pubblico ministero e del giudice, secondo l’articolo 282-quater comma 1 del codice di procedura penale. Costoro possono decidere di revocare o attenuare misure cautelari personali se l’autore della violenza dimostra un reale impegno nel recupero.
Durata e rinnovabilità dell’accordo
La convenzione ha durata triennale dalla sua firma e prevede il rinnovo tacito. In questo modo si stabilizza un modello operativo rivolto a sostenere processi di riabilitazione in un territorio, quello di latina, dove finora mancavano accordi simili. L’iniziativa segna un passo concreto nella gestione delle misure alternative e nel tentativo di prevenire nuovi episodi di violenza.