Il trasporto ferroviario in Campania si trova in una condizione di grande difficoltà , con continui ritardi, corse soppresse e la chiusura di stazioni. Queste problematiche emergono dal nuovo report Pendolaria 2025 di Legambiente, presentato in un incontro a Roma. Questo documento mette in evidenza i numeri e le sfide che i pendolari campani devono affrontare quotidianamente. La mancanza di servizi essenziali come bagni e accessibilità per persone con disabilità o anziani contribuisce a rendere l’esperienza di viaggio ancora più difficile.
I dati allarmanti sul trasporto ferroviario in Campania
In Campania circolano attualmente 247 treni, con un’età media di 19,6 anni, notevolmente superiore alla media nazionale di 14,8 anni. Questo scarto è emblematico della situazione critica in cui versa la regione, dove il 72,4% dei treni ha più di 15 anni. La situazione diventa ancora più critica se si prendono in considerazione le flotte gestite da EAV, l’ente locale che si occupa delle linee ex Circumvesuviane e delle altre ferrovie campane, che presenta un’età media di oltre 24 anni. Nonostante alcuni nuovi treni abbiano fatto la loro comparsa negli ultimi anni, l’anzianità del parco rotabile rimane un problema da affrontare.
Un aspetto che deve essere sottolineato è l’attenzione insufficiente riservata al trasporto pubblico da parte delle istituzioni regionali. Nel bilancio regionale del 2023, solo lo 0,69% è stato destinato a questo settore. In Campania, tuttavia, è stato registrato un lieve miglioramento, con un aumento al 1,04%, che corrisponde a oltre 300 milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni, tra cui quattro Rock e sei Pop per Trenitalia. Nonostante questo incremento, le somme stanziate risultano ancora insufficienti rispetto alle reali esigenze del trasporto pubblico locale.
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Criticità e sfide per il trasporto pubblico
Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, sottolinea l’importanza del trasporto pubblico. È un elemento essenziale per una mobilità più sostenibile, capace di ridurre il traffico e il relativo inquinamento. Ferro evidenzia che il trasporto pubblico ben progettato e finanziato può essere accessibile a un’ampia fascia di popolazione. Nonostante ciò, le inefficienze minano la sua efficacia e compromettono la reputazione, spingendo molti pendolari a utilizzare il proprio veicolo privato.
È necessario concentrarsi sulla qualità dei servizi, aumentando la frequenza delle corse, estendendo gli orari e adeguando le linee alle reali necessità della popolazione. Le linee metropolitane e altre tratte importanti a Napoli, ad esempio, soffrono di una scarsa frequenza di passaggi. Questa situazione costringe i pendolari a rivolgersi nuovamente ai mezzi privati, contribuendo così ad incrementare smog e congestione stradale.
La situazione critica della Circumvesuviana
Uno dei temi più preoccupanti del rapporto Pendolaria 2025 riguarda la Circumvesuviana. I gestori hanno scelto di privilegiare la linea di Sorrento, a scapito di altre linee vesuviane, aumentando il numero di corse su quest’ultima. Risultato? I pendolari delle altre linee risentono di un’offerta di servizio nettamente inferiore, con tragitti che terminano spesso intorno alle 20.00, mentre la linea di Sorrento continua a offrire treni fino alle 22.30.
La penuria di materiale rotabile aggravata dai ritardi del piano di esercizio ha portato a una diminuzione del numero dei treni disponibili, scesi da 70 nel 2015 a meno di 50 attuali. I pendolari, preoccupati per la qualità del servizio, chiedono un riesame del programma di esercizio e una distribuzione più equa delle risorse fra le linee, in modo da garantire un servizio che soddisfi le reali necessità di tutti gli utenti delle ferrovie.
L’isolamento di Avellino: un’emergenza da affrontare
Una delle situazioni più deplorevoli riguarda Avellino, il capoluogo provinciale irpino che attualmente non ha alcun collegamento ferroviario attivo verso altri comuni, eccezion fatta per qualche treno storico. La stazione, ricostruita dopo il terremoto del 1980, appare come un luogo desolato, con monitor attivi e annunci che non producono alcun riscontro concreto, lasciando i pendolari in attesa di un treno che non arriva mai.
I lavori di elettrificazione della rete avviati con finanziamenti regionali ammontanti a 174 milioni di euro si sono bloccati, accumulando ritardi e proroghe. Avellino è così diventata sempre più isolata, con riflessi pesanti per studenti e lavoratori. La Regione ha promesso di riattivare la stazione per il 2025, un segnale di speranza che però si scontra con le realtà di un sistema ferroviario che ha bisogno di una ristrutturazione profonda. I collegamenti su gomma non sono più sufficienti, denotando una necessità improrogabile di intervento per garantire una mobilità ridotta a livelli dignitosi.