Gli alligatori come guardie costano poco: Trump difende il carcere nel cuore delle Everglades

Gli alligatori come guardie costano poco: Trump difende il carcere nel cuore delle Everglades

Donald Trump inaugura un centro di detenzione per migranti nelle Everglades, sfruttando la fauna locale come sorveglianza naturale e puntando a ridurre i costi, ma il progetto suscita forti critiche sui diritti umani.
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Donald Trump ha inaugurato in Florida un nuovo centro di detenzione per migranti nelle Everglades, sfruttando l'isolamento naturale e la presenza di alligatori come "sorveglianza" per ridurre i costi, suscitando però forti critiche per le condizioni estreme e pericolose della struttura. - Gaeta.it

Il presidente Donald Trump si è recato in Florida per inaugurare un nuovo centro di detenzione per migranti, situato nelle Everglades. Questo carcere, soprannominato “Alcatraz degli Alligatori” dai critici, ha acceso il dibattito sulle condizioni estreme in cui dovranno vivere i detenuti. Trump ha rilanciato il progetto in un contesto di polemiche, sottolineando la sicurezza naturale offerta dalla fauna locale, in particolare dagli alligatori.

Il progetto del nuovo centro di detenzione nelle everglades

Il nuovo centro di detenzione per migranti si trova in una zona remota della Florida, precisamente nel cuore delle Everglades, una palude estesa e poco accessibile. Secondo quanto dichiarato dalla Casa Bianca, la struttura nasce con l’intento di fornire un luogo sicuro ma isolato, dove ospitare migranti irregolari. Il nome “Alcatraz degli Alligatori” deriva dalle caratteristiche difficili del territorio circostante, popolato da animali pericolosi come alligatori e serpenti.

Le critiche principali sono arrivate da diverse organizzazioni per i diritti umani, che hanno definito la zona inadatta a ospitare detenuti a causa delle condizioni climatiche e dell’alta presenza di fauna pericolosa. In realtà il governo difende il progetto non solo per la posizione isolata, ma anche per contenere i costi. Trump ha sottolineato che gli alligatori, presenti in grande numero, rappresentano una sorta di sorveglianza naturale che non grava sul bilancio con spese per guardie o sicurezza aggiuntiva.

I migranti ospitati nella struttura saranno sottoposti a un controllo più severo rispetto ad altre carceri tradizionali. Il governo repubblicano ha poi inserito la costruzione di questo centro all’interno di un piano più ampio volto a rafforzare il controllo delle frontiere e la gestione dell’immigrazione irregolare.

Le dichiarazioni di trump sui pericoli delle everglades

Durante la visita alla struttura, Trump ha affrontato il tema della sicurezza, usando toni tanto diretti quanto provocatori. Il presidente ha spiegato ai giornalisti che la natura selvaggia delle Everglades rappresenta una barriera naturale contro le fughe. In particolare ha scherzato sulla velocità dei serpenti, ma ha insistito maggiormente sul ruolo degli alligatori, definiti la “minaccia più grande”.

Trump ha detto: “Dobbiamo insegnare ai detenuti come non correre in linea retta se si trovano di fronte a un alligatore. Le probabilità di scampare aumentano dell’un per cento. Non è una cosa buona”. Questa battuta ha sollevato molte polemiche, visto che sembra ridurre al minimo i rischi reali e la possibile esposizione delle persone a un ambiente ostile. Nonostante la natura ironica delle sue parole, il messaggio è chiaro: la combinazione tra isolamento geografico e fauna aggressiva dovrebbe scoraggiare qualsiasi tentativo di fuga.

Il presidente ha poi detto che l’area della Florida dove si trova il centro vanta “terre belle e sicure”, quasi ironizzando sulle condizioni estreme a cui sono soggetti i detenuti. Ha insistito sul fatto che gli alligatori, per la loro presenza massiccia, rappresentano una protezione naturale che non richiede spese elevate.

Il ruolo degli alligatori come guardie naturali e il risparmio economico

L’idea di utilizzare gli alligatori come una sorta di sorveglianza soggiorna nella metafora più che in un piano operativo, ma indica chiaramente come il governo abbia voluto sfruttare la posizione geografica per ridurre i costi della sicurezza. Secondo Trump, queste creature selvatiche non richiedono stipendi o mantenimento, a differenza di guardie umane o di altre tecnologie di sorveglianza.

Il presidente ha sottolineato che nonostante questo risparmio, la zona non è luogo dove chiunque vorrebbe passare molto tempo: “Non devi pagarli molto, ma io non vorrei trascorrere troppo tempo nelle Everglades”. Questa dichiarazione evidenzia il livello di durezza associato al centro e al fatto che i detenuti saranno esposti a un ambiente severo, isolato e potenzialmente pericoloso.

L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, chi sostiene la necessità di strutture dislocate in aree difficili da raggiungere per impedire fughe. Dall’altra, chi denuncia le condizioni a tratti disumane che si potrebbero creare per chi finisce in questo centro, soprattutto in una regione così ostile.

La strategia dietro il progetto sembra basarsi sulla combinazione tra isolamento fisico della struttura, naturale presenza di animali pericolosi e costi ridotti di gestione, un mix che genera discussioni accese anche in vista delle prossime tornate elettorali in Florida.

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