L’udienza concessa da papa leone xiv ai fratelli delle scuole cristiane ha offerto spunti importanti sull’educazione dei giovani nel contesto attuale, dove alle sfide si devono rispondere con rinnovata energia e dedizione. Le parole del pontefice, pronunciate nella sala clementina il 15 maggio 2025, hanno ricordato le radici storiche e spirituali dell’istituto fondato da san giovanni battista la salle, sottolineando il valore di un insegnamento vissuto come un autentico ministero. Il papa ha messo in evidenza la necessità di accompagnare i ragazzi a esprimere il loro potenziale, superando ostacoli come l’isolamento e la superficialità sempre più presenti nella società contemporanea.
Il modello di san giovanni battista la salle e la sua attualità nelle scuole cristiane
San giovanni battista la salle ha lasciato un segno profondo nel mondo dell’educazione, con una svolta che ha rivoluzionato il modo di insegnare. Il papa ha ricordato come, nel 1725, con la bolla In apostolicae dignitatis solio, papa benedetto xiii approvò ufficialmente l’istituto e la regola dei fratelli delle scuole cristiane. Questo istituto, che custodisce ancora oggi i principi del fondatore, ha fatto della formazione dei giovani la sua missione principale.
La grande novità di la salle fu introdurre l’insegnamento alle classi, anziché ai singoli alunni, un metodo innovativo che segnò una svolta importante nella pedagogia. Leone xiv ha riaffermato che l’istituto non ha perso la sua rilevanza e sa rispondere con creatività alle sfide dell’epoca, proprio come il suo fondatore affrontò problemi mai incontrati prima, facendosi guidare da una fede salda e da un’attenzione profonda verso i giovani.
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Le difficoltà che i giovani affrontano oggi: isolamento e superficialità
I ragazzi di oggi, secondo le parole di papa leone xiv, continuano a custodire energie vitali e idee brillanti, una vera e propria forza «vulcanica» che però ha bisogno di essere guidata. La società contemporanea, con i suoi ritmi frenetici e la diffusione di relazioni sempre più superficiali, mette gli adolescenti davanti a ostacoli concreti.
L’isolamento, aggravato da modelli sociali improntati all’individualismo, erode le relazioni autentiche. La mancanza di dialogo profondo si avverte non solo tra i giovani, ma anche a scuola e in famiglia. Pure il relativismo culturale e l’instabilità affettiva complicano la formazione di una personalità solida. Un’altra criticità riguarda il poco spazio concesso all’ascolto e alla riflessione. Il papa ha evidenziato come queste difficoltà, pur differenti rispetto al passato, continuino a rallentare la crescita sana dei giovani e rappresentino un terreno su cui gli educatori devono lavorare con attenzione e passione.
Il ruolo degli insegnanti come ministri e la necessità di una formazione dedicata
Leone xiv ha richiamato con forza l’idea che per i fratelli delle scuole cristiane la docenza non è un semplice lavoro ma un impegno spirituale profondo: un ministero e una missione. Questo concetto deriva direttamente dall’insegnamento di san giovanni battista la salle, che volle che nelle scuole cristiane insegnassero “fratelli”, non sacerdoti, enfatizzando la funzione educativa come una forma di consacrazione.
La famosa espressione del santo «il vostro altare è la cattedra» segna la centralità data alle aule come luogo di servizio e di dedizione alla crescita degli alunni. È per questo che la formazione dei docenti deve essere continua e orientata a rafforzare quella vocazione educativa sprigionata da ogni insegnante che aspira ad essere guida e modello. Leone xiv ha sottolineato il valore di questa missione che negli ultimi decenni ha permesso alla chiesa di sostenere la presenza di maestri e catechisti laici impegnati in prima linea con passione e competenza.
Sinergia tra tutte le componenti educative per affrontare le sfide contemporanee
Il pontefice ha infine richiamato la necessità di lavorare in collaborazione tra tutte le realtà coinvolte nell’educazione dei giovani. Ha ripreso il messaggio di papa francesco, che invita a «evangelizzare educando ed educare evangelizzando». Leone xiv ha messo l’accento sull’importanza di un impegno comune tra insegnanti, famiglie e comunità per creare un ambiente favorevole alla maturazione dei ragazzi.
La sinergia tra questi elementi, ha detto, è indispensabile per trasformare le difficoltà del tempo presente in occasioni di crescita. Questa collaborazione deve tradursi in percorsi integrati e in un dialogo costante che permetta di sostenere ogni giovane nella sua esperienza personale e scolastica. L’esperienza storica dei fratelli delle scuole cristiane diventa così un esempio concreto di come si possa unire fede e impegno educativo per affrontare con coraggio e coerenza il compito di formare nuove generazioni.