Papa Francesco si è recentemente confrontato con i fedeli nella basilica di San Giovanni in Laterano, dove ha partecipato all’assemblea “Ricucire lo strappo, oltre le disuguaglianze”. Durante l’incontro, il Papa ha lanciato un appello per un impegno collettivo volto a creare una rete solidale nella capitale, afflitta da problematiche di diversa natura, tra cui povertà educativa, sanitaria, lavorativa e abitativa. Sottolineando che la lotta contro la povertà deve essere considerata un’urgenza ecclesiale, il Pontefice ha esortato tutti a costruire alleanze con le istituzioni, mettendo al centro la dignità umana.
Il continuo impegno della Chiesa per la città di Roma
Nella serata dell’assemblea, Papa Francesco ha trovato una basilica affollata, con la partecipazione di un vasto gruppo di persone provenienti da vari ambiti sociali e religiosi. In apertura, monsignor Baldassarre Reina ha invocato lo Spirito Santo, dando inizio alla liturgia. “Fa’ di noi una cosa sola” è stato il tema della preghiera, riflettendo l’urgente bisogno di comunità e coesione in un contesto urbano segnato da divisioni e difficoltà sociali.
Papa Francesco, così come gli intervenuti, ha riconosciuto l’importanza di un percorso collettivo e duraturo per affrontare le disuguaglianze che affliggono la città. La presenza di autorità politiche e leader religiosi ha accentuato questo messaggio di necessità di unità e collaborazione. Tra i partecipanti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e rappresentanti di diverse confessioni religiose hanno testimoniato l’importanza della cooperazione interreligiosa per affrontare le sfide comuni della società.
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Le parole del Papa: testimonianze che toccano il cuore
Durante l’assemblea, dopo una lettura simbolica delle Sacre Scritture, Papa Francesco ha ascoltato le testimonianze di alcuni cittadini che vivono e lavorano nei quartieri difficili di Roma, come Tor Bella Monaca e il Quarticciolo. Questi racconti hanno messo in luce le sfide quotidiane di quelle realtà, sottolineando che la divisione sociale mette a rischio il tessuto comunitario della capitale.
Il Papa ha successivamente sottolineato come la povertà non debba essere percepita solo come un problema statistico, ma come un’esperienza umana che richiede attenzione e cura. Ha richiamato i presenti alla responsabilità di non voltarsi dall’altra parte dinanzi alla sofferenza altrui e ha evidenziato la necessità di portare speranza ai meno fortunati. La sua riflessione sulle testimonianze è stata un richiamo forte all’azione collettiva.
La povertà vista come un’urgenza ecclesiale
Nel suo intervento, Papa Francesco ha insistito sul fatto che il tema della povertà deve occupare un posto centrale nell’agenda della Chiesa. Qui, la dignità della persona umana deve essere al centro delle azioni di solidarietà. Il Pontefice ha affermato che “il povero è la carne di Cristo”, esprimendo il desiderio che le comunità ecclesiali si attivino con rinnovato senso di responsabilità. Ha esortato i fedeli a mantenere viva l’attenzione nei confronti dei più vulnerabili, evidenziando che le soluzioni non possono essere superficiali.
Papa Francesco ha ribadito l’importanza della cura e della prossimità nei confronti dei bisognosi. Ha anche invitato i presenti a riflettere sull’urgente necessità di una risposta efficace e concreta, che deve tradursi in azioni tangibili per affrontare le disuguaglianze.
Un appello all’azione concreta e alla speranza
Avvicinandosi al Giubileo, il Papa ha fatto un accorato appello per un rinnovato impegno sociale da parte di tutti. Ha citato figure storiche del volontariato come don Luigi Di Liegro, evidenziando il valore di chi ha operato all’interno della comunità per migliorare la vita dei più svantaggiati. In questo contesto, Papa Francesco ha incoraggiato i partecipanti a non arrendersi di fronte alle sfide attuali, ma a lavorare insieme per realizzare opere concrete di speranza.
Il messaggio finale del Papa ha sottolineato che, malgrado le difficoltà, ognuno di noi ha un ruolo da giocare nel collaborare per sanare le ferite sociali della città. Ha lasciato i fedeli con una provocazione potente: non lasciare che le avversità ci paralizzino, ma trasformarle in occasioni d’azione e solidarietà, per costruire un futuro più giusto per tutti.