Il V Simposio Globale Uniservitate, intitolato “Service-Learning e Patto Educativo Globale”, si è tenuto nella mattinata di oggi presso il Palazzo Apostolico Vaticano, con la partecipazione di un’importante delegazione. Papa Francesco ha colto l’occasione per richiamare l’importanza della curiosità e dell’educazione come strumenti di trasformazione, invitando i partecipanti a evitare le insidie delle ideologie che ostacolano la crescita individuale e collettiva. La giornata ha offerto spunti significativi sul valore del “service-learning” nel contesto educativo contemporaneo.
La cultura della curiosità e l’arte di fare domande
Durante il suo intervento, Papa Francesco ha messo in luce la differenza tra la cultura della curiosità e quella del chiacchiericcio, sottolineando come la prima sia fondamentale per stimolare il pensiero critico e l’esplorazione intellettuale. Ha richiamato l’attenzione sull’importanza di preservare “l’arte di fare domande”, una pratica che i bambini applicano in modo naturale nell’età dei perché. Con un tono nostalgico, il Papa ha fatto riferimento alla sua infanzia, descrivendo un episodio in cui una semplice domanda sul valore di un taxi si è trasformata in una lezione di vita su proprietà e delusioni. Questo aneddoto ha il potere di illustrare come le domande possano derivare non solo dalla curiosità, ma anche dalle esperienze quotidiane, indirizzando i giovani verso un percorso di scoperta e comprensione.
In un mondo sempre più complesso, coltivare la curiosità è essenziale per stimolare un’educazione capace di rispondere alle sfide contemporanee. La capacità di porre domande pertinenti permette agli individui di interrogarsi sulle proprie convinzioni e sul mondo che li circonda, facilitando così un’interazione significativa con la realtà. La curiosità, quindi, diventa un mezzo attraverso il quale i giovani possono sviluppare non solo conoscenze, ma anche empatia verso gli altri.
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Appresa per il servizio: il metodo educazionale del “service-learning”
Papa Francesco ha dato particolare rilievo al concetto di “service-learning”, un metodo pedagogico che integra l’apprendimento accademico con attività di servizio alla comunità. L’obiettivo di questa metodologia è quello di formare studenti impegnati, responsabili e consapevoli del loro ruolo nella società. Durante il simposio, il Papa ha sottolineato come questo approccio possa contribuire a rafforzare la responsabilità sociale degli studenti, incoraggiandoli a partecipare attivamente a progetti che producano un impatto positivo.
Il discorso ha rimarcato come l’istruzione non debba limitarsi alla mera trasmissione di contenuti, ma debba facilitare una trasformazione autentica della vita. Francesco ha richiamato alla mente la celebre scena del film “L’attimo fuggente”, dove gli studenti, guidati da un professore ispirato, si alzano sui banchi per vedere il mondo da una nuova prospettiva. Questo tipo di approccio educativo invita gli studenti a esplorare la complessità del mondo e a non limitarsi a ripetere formule apprese.
Il Papa ha chiarito che tale educazione coinvolge il riconoscimento della dignità umana e promuove una ricerca costante della verità – un principio fondante per la formazione di cittadini attivi e consapevoli.
L’insegnamento attraverso le parabole e il contatto con la realtà
Francesco ha paragonato il metodo educativo del “service-learning” allo stile pedagogico di Gesù, che spesso utilizzava le parabole per comunicare valori e insegnamenti profondi. Questo approccio semplice e accessibile avrebbe dovuto sostituire una didattica rigida, permettendo agli ascoltatori di relazionarsi attivamente con il messaggio. La possibilità di identificarsi con i personaggi delle storie offerte da Gesù rappresenta un esempio alla base di un educatore efficace, capace di stimolare la riflessione personale e il coinvolgimento nelle questioni significative della vita.
Per il Papa, l’impatto dell’educazione si manifesta quando gli studenti sono messi in contatto con la realtà della loro comunità. In questo contesto, l’applicazione della teoria diventa vitale. Accedere a esperienze concrete consente di tradurre le lezioni in azioni reali, formando così individui consapevoli e proattivi. Non è sufficiente studiare dalla realtà, è cruciale anche avere un approccio attivo, trasformando teoria in esperienza pratica che arricchisce la vita di tutti i giorni. Essere studenti non significa solo assimilare informazioni, ma anche imparare a tradurre quelle informazioni in azioni significative.
Un’educazione come missione comune
La missione di Uniservitate si integra perfettamente nel Patto Educativo Globale promosso da Papa Francesco, un’iniziativa che mira a rivitalizzare l’educazione attraverso la collaborazione e l’apertura a nuove prospettive. La necessità di costruire un “villaggio dell’educazione” è emersa come una risposta alla domanda di come rafforzare l’impegno educativo a favore delle nuove generazioni. Il Papa ha fatto riferimento all’importanza di una rete coesa di supporto, dove la comunità gioca un ruolo centrale nel processo educativo.
L’educazione, secondo Francesco, deve estendersi oltre le mura delle aule e includere le interazioni quotidiane, promuovendo un ambiente in cui le relazioni siano valorizzate. In questo contesto, il Papa ha messo in evidenza l’importanza di ascoltare e dialogare, creando spazi di incontro che possano abbattere le barriere tra individui di diverse origini e culture. Questa visione di un’educazione come processo collettivo sottolinea che ogni passo verso una comunità più educata richiede impegno condiviso e un atteggiamento di apertura verso gli altri.
Un invito a sostenere le nuove generazioni
Concludendo il suo intervento, Papa Francesco ha esortato tutti i presenti a sostenere i giovani nella loro esplorazione del sé e del mondo, incoraggiandoli a non limitare la loro conoscenza alla sola abilità mentale. Ha rimarcato l’importanza dell’equilibrio tra mente, cuore e mani, considerandoli componenti fondamentali per una formazione completa. L’educazione deve stimolare il pensiero critico e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, permettendo agli studenti di affrontare la realtà con integrità e competenza.
Le parole di Francesco hanno risuonato come un chiaro richiamo all’azione, invitando le istituzioni educative a riflettere su come i giovani possano essere formati in modo da diventare agenti di cambiamento, capaci di contribuire al bene comune e alla costruzione di un mondo più giusto e accogliente. Il messaggio chiave è che l’educazione non deve essere vista come un’opportunità limitata, ma come un viaggio continuo, ricco di scoperte e realizzazioni, in grado di trasformare generazioni.