Papa francesco ha segnato un cambiamento nelle nomine femminili all’interno della chiesa cattolica, introducendo donne in posizioni chiave che tradizionalmente erano riservate esclusivamente al clero maschile. Tra il 2021 e il 2022, diverse designazioni ufficiali hanno mostrato una nuova apertura verso la partecipazione femminile, anche in ambiti decisivi per la vita e le decisioni della chiesa.
Donne nei dicasteri vaticani: francesca di giovanni e il dicastero per la dottrina della fede
Nello stesso anno, 2021, papa francesco ha nominato Francesca Di Giovanni a un ruolo operativo nella Segreteria di Stato. Questo incarico è particolarmente significativo, perché colloca una donna in un organismo centrale della curia romana, tradizionalmente riservato alle figure clericali di alto rango. Francesca Di Giovanni, con una lunga esperienza diplomatico-giuridica, ha portato una presenza femminile in una delle strutture decisionali più importanti della chiesa cattolica.
Parallelamente, sono state inserite donne anche nel Dicastero per la Dottrina della Fede, uno dei dicasteri più delicati e influenti per le questioni dottrinali e morali. Il fatto che donne abbiano iniziato a partecipare anche in questo ambito indica un’apertura, anche se ancora timida, verso una collaborazione più stretta nelle sfere più riservate della chiesa. Queste nomine rispecchiano la volontà di papa francesco di espandere il ruolo femminile oltre i confini tradizionali, dimostrando fiducia nelle competenze dellaici e laici, e nello specifico delle donne.
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Uno spiraglio di cambiamento in una cultura ancora tradizionale
Questi episodi, benché ancora isolati, segnano però una tendenza che non si può ignorare. La cultura clericale e maschile che da sempre domina la chiesa cattolica resta radicata, ma a poco a poco si affacciano nuove dinamiche e configurazioni. Papa francesco ha dato segnali chiari in questa direzione, consentendo alle donne di entrare sia in ruoli consultivi, sia decisionali, anche nei contesti più sensibili della vita ecclesiastica.
Non a caso, queste aperture sono avvenute con grande cautela, passo dopo passo, senza strappi o rotture evidenti con la tradizione. La presenza femminile assume oggi una dimensione non più marginale ma riconosciuta ufficialmente. In molti ambienti cattolici questo rappresenta una sfida, ma allo stesso tempo un’occasione per ripensare alcuni equilibri interni e favorire una partecipazione più ampia alla gestione della chiesa.
La costituzione apostolica praedicate evangelium e l’accesso dei laici ai dicasteri
Nel 2022, papa francesco ha promulgato la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, un documento fondamentale che ha ridefinito l’organizzazione della curia romana. Tra le novità più significative c’è l’apertura legale e formale alla possibilità per i laici, sia uomini che donne, di dirigere dicasteri vaticani. Prima d’ora, quel ruolo era riservato ai sacerdoti, escludendo quindi completamente le donne da tale livello decisionale.
Praedicate Evangelium ha rimosso questo vincolo, spalancando una porta storica verso una presenza più attiva e diretta dei laici al vertice della struttura vaticana. Certo, queste possibilità restano ancora limitate, ma indicano un cambiamento di rotta rispetto al passato, quando la gerarchia ecclesiastica era considerata prerogativa esclusiva degli uomini consacrati. Il documento conferma la volontà di papa francesco di mettere in discussione alcuni principi gerarchici consolidati, spingendo verso una chiesa più aperta a collaborazioni diverse, senza però intaccare l’essenza della dottrina cattolica.
L’importanza della nomina di suor Nathalie Becquart nel sinodo dei vescovi
Nel 2021, papa francesco ha scelto suor Nathalie Becquart come sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi, conferendole anche il diritto di voto. Non si tratta di un semplice incarico simbolico: il Sinodo è un organismo fondamentale che contribuisce a delineare le linee pastorali della chiesa a livello mondiale. La decisione di dare il diritto di voto a una donna in questo contesto ha rappresentato un passaggio storico, senza precedenti. Suor Becquart partecipa infatti attivamente ai dibattiti e alle decisioni che riguardano l’orientamento pastorale, superando il confine tradizionale che limitava la partecipazione femminile a ruoli consultivi o secondari.
La sua nomina è stata accolta come un segnale di cambiamento nelle dinamiche interne della chiesa, anche se resta un contesto ancora largamente dominato da uomini ordinati. Il Sinodo dei Vescovi svolge un ruolo cruciale nel definire le strategie pastorali e le priorità della gerarchia ecclesiastica, e l’ingresso di una donna votante apre spazi prima quasi impensati. Questa mossa rivela come papa francesco abbia voluto indicare una strada più inclusiva, pur nel rispetto delle strutture esistenti.
“La partecipazione attiva di una donna con diritto di voto in un organismo così centrale segna un momento di rottura e innovazione.”