Il 17 febbraio 2025 segnerà un momento storico per il legame tra la Chiesa e il cinema. Per la prima volta, Papa Francesco varcherà la soglia degli studios di Cinecittà, nel contesto del Giubileo degli artisti. Questo incontro non è solo un evento simbolico, ma rappresenta l’importanza che il Santo Padre attribuisce alla settima arte, riflettendo su un legame che si è consolidato attraverso esperienze personali, citazioni cinematografiche e dialoghi con artisti del calibro di Martin Scorsese e Roberto Benigni.
Un legame profondo con la settima arte
La passione di Papa Francesco per il cinema ha radici che affondano nella sua infanzia. Cresciuto nel contesto del dopoguerra argentino, ha spesso condiviso ricordi di serate trascorse con i genitori a guardare i film neorealisti italiani, i quali hanno forgiato la sua immaginazione e la sua sensibilità. Queste esperienze lo hanno portato a riconoscere il cinema come un potente mezzo di aggregazione, capace di unire le persone intorno a storie che parlano di speranza, di sofferenza e di bellezza. Durante un incontro con i rappresentanti dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema, ha sottolineato come il grande schermo abbia offerto momenti di sollievo e riflessione collettiva, contribuendo a ricostruire il tessuto sociale in un’epoca di crisi. La commistione di due mondi così distanti come la religione e il cinema offre un’opportunità unica per approfondire tematiche universali e umane.
Il messaggio di comunione e creatività
Nella sua visione, Papa Francesco definisce il cinema un “grande strumento di aggregazione” e riassume la sua forza in tre parole chiave: comunione, creatività, visione. Il Pontefice crede che le proiezioni cinematografiche abbiano la capacità di riunire le comunità, di affrontare le ansie quotidiane e di promuovere un dialogo profondo tra le generazioni. Le piazze e le sale cinematografiche sono, per lui, luoghi dove la gente può riunirsi, elaborare il dolore e le speranze, ed elaborare collettivamente le proprie esperienze. Papa Francesco proprio in quest’ottica invita gli artisti a riflettere sull’importanza della bellezza e dell’armonia, considerandole espressioni divine che possono ispirare e guidare l’umanità verso una vita migliore.
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L’amore per il neorealismo e i suoi maestri
Un importante aspetto della sua attitudine nei confronti del cinema è l’affetto che il Papa nutre per il neorealismo italiano. Bergoglio ha spesso citato pellicole che lo hanno colpito in giovane età, come “La strada” di Fellini e “Roma città aperta”. Queste opere sono diventate parte del suo discorso pubblico, utilizzate per illustrare temi significativi come la giustizia sociale e la dignità umana. Francesco considera il neorealismo un “catechismo dello sguardo”, un mezzo che invita ad educare gli occhi e il cuore, stimolando la capacità di vedere la bellezza anche nel dolore. La sua attenzione per le storie di personaggi fragili e vulnerabili si allinea con la sua missione pastorale, incentrata sull’ascolto e sulla prossimità ai più svantaggiati.
Papa Francesco e il cinema contemporaneo
La passione di Papa Francesco non si limita ai classici del passato. Ha dimostrato un vero interesse per le opere contemporanee, ad esempio citando “Il pranzo di Babette” in una sua esortazione apostolica come esempio di come le gioie più intense nascano dal contribuire al benessere degli altri. Oltre a questo, ha anche parlato di “Rapsodia in agosto” di Akira Kurosawa come spunto per riflessioni sull’importanza del dialogo intergenerazionale. Questi riferimenti evidenziano come il Papa utilizzi il cinema per affrontare questioni di rilevanza sociale, educativa e spirituale.
Un dialogo con il mondo degli artisti
Il rapporto di Papa Francesco con il cinema è arricchito da incontri diretti con artisti. Che si tratti di Martin Scorsese, che ha espresso ammirazione per la sua compassione, o di Roberto Benigni, il cui affetto lo ha fatto sorridere durante la Giornata Mondiale dei Bambini, il Pontefice ha mantenuto un dialogo aperto e fruttuoso con il mondo dell’arte. Questi scambi non solo offrono una nuova narrazione per il Papato, ma servono a unire la Chiesa con uno dei mondi più influenti e amati dalla società contemporanea.
Proiezioni significative nel cuore del Vaticano
Negli ultimi anni, il Vaticano ha ospitato proiezioni di film significativi dal punto di vista umano e sociale. Eventi come la visione di “Unbroken” di Angelina Jolie e “Io capitano” di Matteo Garrone si sono trasformati in occasioni per affrontare tematiche attuali come il perdono e l’emigrazione. Queste attività non solo intrecciano il messaggio cristiano con il mondo del cinema, ma creano un ponte che avvicina la Chiesa alle emozioni e alle realtà delle persone contemporanee.
La storica visita di Papa Francesco a Cinecittà offre una nuova dimensione al suo già nutrito legame con il cinema, evidenziando l’importanza delle storie raccontate attraverso la settima arte e il loro potente impatto sulla società.