Nel recente numero di Vanity Fair, Ornella Vanoni e Mahmood si confermano protagonisti di una conversazione intima e profonda, trattando temi che spaziano dalle emozioni personali alle questioni sociali. I due artisti, che condividono una forte connessione attraverso la musica, si rivelano in un’intervista con il direttore Simone Marchetti, dove si raccontano attraverso esperienze e ricordi che parlano di loro in modo autentico. Al centro dell’incontro ci sono anche i riflessi della loro carriera musicale, recentemente riaccesi dal successo del remix di “Sant’Allegria”.
Un legame attraverso la musica
“L’emozione che ho provato cantando con Ornella è qualcosa di raro per me,” confida Mahmood. Durante l’intervista, i due artisti sembrano creare uno spazio tutto loro, un ambiente dove la vulnerabilità e la forza vengono messe a nudo. La musica diventa un mezzo per esprimere sentimenti spesso difficili da verbalizzare. La condivisione della scena musicale ha portato entrambi a riflessioni personali, un viaggio che va oltre il semplice atto di cantare insieme. Mahmood descrive gli occhi di Ornella come uno specchio di esperienze vissute: “Ho visto malinconia e fragilità che risuonano in me,” un legame profondo che traspare in ogni parola scambiata.
La nuova avventura a Sanremo
Il mondo della musica sta per vivere una nuova emozionante avventura con Mahmood nei panni di co-conduttore al Festival di Sanremo, un passo inaspettato per il giovane artista. Racconta di un pranzo con Carlo Conti, dove l’idea di unirsi a lui per condurre è stata una sfida, soprattutto perché non si era mai trovato in una situazione simile prima. Conti lo ha incoraggiato dicendo che la chiave è essere se stessi. “Essere spontaneo è una delle cose in cui riesco meglio,” afferma Mahmood, preparandosi così ad affrontare questa nuova responsabilità con il suo innato talento di comunicare e con la sua autenticità .
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Censura della musica: un dibattito aperto
Nell’intervista emerge anche un tema controverso: la censura nella musica, specialmente riguardo ai contenuti offensivi. Ornella Vanoni, attenta alle parole che si usano, porta alla luce una riflessione importante sulla rappresentazione delle donne nelle canzoni. “Sentire parole come ‘Troia, ti vengo in bocca’ non è d’aiuto,” esprime con fermezza. Mahmood, tuttavia, difende la libertà di espressione degli artisti, sottolineando come “il compito di educare spetti alle famiglie e alla scuola.” La discussione si intensifica e mette in risalto le differenti visioni riguardo a come la musica debba rispecchiare la realtà della vita e le esperienze personali.
Riflessioni sui primi amori e la spiritualitÃ
Oltre ai temi professionali, i due artisti si concedono uno sguardo nostalgico ai loro primi amori. Vanoni racconta del suo primo bacio a quindici anni a Santa Margherita, evocando emozioni forti e ricordi indimenticabili. Mahmood, d’altra parte, rivela che si innamora ogni giorno anche solo guardando le persone sul metro. “A otto anni, ho visto due occhi azzurri in un benzinaio al Cairo e quell’immagine mi è rimasta impressa,” ricorda, sottolineando come i piccoli momenti possano lasciare un’impronta duratura.
La conversazione si sposta infine su temi più profondi come la spiritualità . Ornella condivide un insegnamento del regista Strehler riguardo alla vita e alla morte, descrivendo come l’energia continui a esistere anche dopo la spegnimento di una lampadina. Mahmood riflette su questa immagine ma ammette di essere molto legato alla vita presente, affermando di preferire restare concentrato su ciò che ha davanti.
La chiacchierata tra questi due illustri esponenti della musica italiana si fa sempre più intensa, rivelando un mondo di sentimenti e di pensieri che va ben oltre le note delle loro canzoni.