Orazio sciortino presenta maxima immoralia, opera che esplora eros e morale tra cinquecento e contemporaneità

Orazio sciortino presenta maxima immoralia, opera che esplora eros e morale tra cinquecento e contemporaneità

maxima immoralia di orazio sciortino debutta a montepulciano il 25 luglio, esplorando sessualità femminile, piacere e censura attraverso musica e letteratura tra medioevo e rinascimento.
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«Maxima immoralia», nuova opera da camera di Orazio Sciortino, debutta il 25 luglio a Montepulciano, esplorando con musica e parole temi di sessualità femminile, piacere e censura, riflettendo tra medioevo e contemporaneità. - Gaeta.it

Una nuova opera da camera intitolata maxima immoralia, firmata da orazio sciortino, debutta il 25 luglio a montepulciano al cantiere internazionale d’arte. Lavoro che affronta temi delicati come la sessualità femminile, il piacere e le censure, raccogliendo suggestioni dalla letteratura tra medioevo e rinascimento. L’opera ha l’obiettivo di mettere in discussione la percezione moderna del concetto di morale, intrecciando musica e parole in un viaggio tra audacia e provocazione.

Il progetto di massima immoralia tra letteratura storica e riflessioni su eros e satira

L’idea di maxima immoralia è nata durante la pandemia, quando sciortino ha riscoperto il decameron di boccaccio, insieme a una raccolta di madrigali erotici curata da giosuè carducci. Questo materiale ha dato il via a un percorso che includeva testi di autori come galileo galilei, lorenzo il magnifico e cecco angiolieri. Le composizioni traggono ispirazione soprattutto dall’intermezzo barocco, con un testo scritto interamente dallo stesso compositore siracusano.

Eros, satira e cultura popolare in un’opera unica

L’opera si presenta come un unicum nel repertorio operistico e trasporta lo spettatore in un mondo dove eros, satira, cultura popolare e letteratura si fondono. Un’attenzione speciale è rivolta alla sessualità femminile, tema trattato con maggiore libertà in epoche passate ma oggi carico di pregiudizi. Questa riscoperta storica diventa così uno specchio per osservare la società attuale e le sue paure nei confronti della curiosità e del desiderio.

Temi e provocazioni nell’opera: piacere, ribellione e riflessioni sulla società contemporanea

Sciortino sottolinea che l’opera non vuole provocare per il gusto di farlo, ma mette a nudo un disagio diffuso verso certi argomenti, specie quando riguardano la sessualità femminile. Viene menzionata senza timori la masturbazione come gioco, un tema che in passato avrebbe potuto scandalizzare ma oggi si scontra con una nuova forma di censura, più sotterranea e radicata.

Un’opera tra momenti tragici e spensierati

maxima immoralia si caratterizza anche per il suo lato tragico, che emerge tra momenti più spensierati. L’opera intercetta una società che sembra aver perso il senso della curiosità sana, chiudendo gli occhi di fronte a guerre e sofferenze e mostrando invece eccessiva attenzione a temi considerati trasgressivi o tabù. Per sciortino la paura della curiosità è una delle chiavi di lettura essenziali per comprendere la contemporaneità.

Struttura e allestimento: tra tradizione e modernità per coinvolgere lo spettatore

Il racconto si apre con tre figure femminili che sfogliano un grande libro, dal quale emergono piccole favole di desiderio e trasgressione. La scelta del libretto e della musica punta a creare un’atmosfera sospesa tra il gioco e la riflessione. Un ensemble di violino, violoncello, fisarmonica, pianoforte e percussioni accompagna l’esecuzione, con un equilibrio pensato per coinvolgere e sorprendere il pubblico.

Il ruolo dei sovratitoli e l’interazione con il pubblico

L’utilizzo dei sovratitoli è fondamentale per chiarire un testo complesso, facilitando la comprensione delle tematiche affrontate. sciortino spera che gli spettatori si sentano, in qualche modo, “turbati” o portati a rivedere se stessi attraverso i giochi verbali e musicali.

Il punto di vista della regista marta eguilior sull’esperienza estetica proposta

marta eguilior, regista della messa in scena, definisce maxima immoralia più di uno spettacolo: un’esperienza estetica totale. Per lei l’opera celebra l’eccesso, riflette sulle tensioni del desiderio e critica le strutture che tentano di contenerlo. Recupera un linguaggio visivo che, nelle epoche precedenti alla censura, era considerato una forma lecita della natura umana.

Sfida alle definizioni di oscenità e moralità

La regista evidenzia come l’opera sfidi le definizioni contemporanee di oscenità e moralità. In questo senso, maxima immoralia diventa una testimonianza della complessità dei rapporti umani con il corpo e la mente, raccontando la tensione tra libertà e regole sociali in modo diretto e senza filtri.

L’appuntamento del 25 luglio a montepulciano sarà così un’occasione per incontrare questa proposta musicale e drammaturgica che spinge a guardare da vicino ciò che spesso evitiamo di affrontare.

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