Un’importante operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, supportata dalla DDA partenopea, ha portato all’arresto di 33 individui legati al clan Amato-Pagano. Questo gruppo è emerso dalle frizioni interne al clan Di Lauro ed è di fatto noto per il suo attivismo nel narcotraffico. Durante l’inchiesta sono emersi dettagli interessanti riguardanti le modalità utilizzate dai membri del clan per comunicare, utilizzando nomi di famosi calciatori come Pelé, Messi e Drogba sulla chat del protocollato Matrix per celare la loro identità .
Modalità di comunicazione del clan
Gli indagati hanno fatto uso di dispositivi mobili di marca Google, sui quali erano installate schede sim olandesi. Questa scelta tecnologica si è rivelata opportuna in quanto l’applicazione Matrix permette comunicazioni protette tramite chat testuali, chiamate vocali e videochiamate, oltre a integrare vari sistemi di messaggistica. Tale strategia ha permesso al clan di mantenere un basso profilo, rendendo più difficile il monitoraggio delle loro attività illegali da parte delle forze dell’ordine.
I membri del clan utilizzavano nomi di calciatori famosi per confondere ulteriormente le indagini. Questo espediente ha complicato il lavoro degli investigatori, che hanno dovuto sviluppare strategie più sofisticate per acquisire informazioni cruciali sulle dinamiche interne al gruppo e sui loro affari.
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Arresti e indagati nel narcotraffico
Tra i 33 arrestati c’è Simone Bartiromo, un narcotrafficante noto e attualmente latitante, che gioca un ruolo chiave all’interno dell’organizzazione. Nonostante la sua assenza, le indagini hanno dimostrato che il gruppo è riuscito a mantenere una solida rete di operazioni. Due cittadini cinesi sono stati identificati come custodi di una somma consistente di 400mila euro, detenuta in segreti spazi all’interno di un veicolo. Queste due persone sono state contestate per il loro coinvolgimento nel riciclaggio di denaro “sporco”, essenziale per il clan, dal momento che ricevevano una percentuale sulle somme gestite.
Le autorità hanno anche scoperto che il gruppo aveva rapporti con altre organizzazioni criminali, tra cui associazioni calabresi e pugliesi, ampliando così il suo raggio d’azione nella rete del narcotraffico.
Struttura operativa e servizi offerti
La struttura operativa del clan Amato-Pagano non si limitava solo al traffico di droga. Infatti, l’organizzazione offriva anche supporto legale agli arrestati, un aspetto emerso grazie all’installazione di spyware sui telefoni criptati dei membri. Questo ha fornito agli investigatori prove dirette delle loro conversazioni, permettendo di captare lamentele e richieste di assistenza legale in caso di problematiche durante le operazioni delle forze dell’ordine.
I militari hanno localizzato otto depositi dove venivano custoditi droga e denaro. Sette di questi si trovano a Mugnano di Napoli, mentre l’ottavo è situato a Gricignano d’Aversa, segnale di una rete ben organizzata e strategicamente dislocata sul territorio.
Le operazioni dei carabinieri nel contrasto al narcotraffico hanno dimostrato l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta contro le organizzazioni criminali. Con questi arresti, si invia un messaggio chiaro: il traffico di droga e le sue ramificazioni verranno perseguiti con determinazione.