Nella mattinata odierna, un’importante operazione condotta dalla Digos dell’Aquila insieme al Centro di Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale ha portato a perquisizioni contro due cittadini italiani. Residenti rispettivamente a Pescara e Lecco, i due individui sono accusati di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo. Questa azione è il risultato di un’intensa attività di monitoraggio online da parte delle forze dell’ordine, che ha portato all’identificazione dei soggetti coinvolti.
Dettagli dell’operazione
Le perquisizioni, ordinate dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo dell’Aquila, hanno avuto luogo presso le abitazioni dei due indagati e hanno incluso anche accessi ai loro dispositivi informatici. Nella fase di esecuzione dei decreti, il personale delle forze dell’ordine ha riscontrato la presenza di messaggi di contenuto minatorio, suggerendo un serio rischio di incitamento alla violenza. Gli indagati avevano pubblicato frasi destinate a incitare un’atmosfera di tensione sociale e politico, facendo riferimento a “figure politiche” e invocando misure estreme come il terrorismo per “defascistizzare questo governo”.
L’indagine è stata avviata grazie a un lavoro di sorveglianza attento e sistematico da parte della Digos e della Polizia Postale, che ha permesso di raccogliere prove concrete delle attività sediziose degli indagati. La tempestività dell’operazione dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto al terrorismo, affrontando efficacemente i potenziali rischi per la sicurezza pubblica.
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Profili degli indagati e contenuti minatori
I due uomini, il cui profilo è attualmente sotto esame, avrebbero utilizzato i social network per pubblicare commenti preoccupanti, creando un senso di allerta riguardo all’ordine pubblico. Le dichiarazioni attribuite a uno dei soggetti indicano la volontà di instaurare misure repressive in risposta a presunti abusi di potere da parte del governo. Nelle loro interazioni online, gli indagati hanno suggerito che in Italia sarebbe necessario “combattere il fuoco con il fuoco”, un’affermazione che si inserisce in un contesto di agitazione politica e sociale.
La Polizia Postale ha sottolineato che il monitoraggio costante dei social network è fondamentale per prevenire atti di terrorismo e per individuare tempestivamente qualsiasi forma di incitamento alla violenza. Le frasi rilevate dai profili social sono state definite dall’autorità come espressioni di terrorismo psicologico, evidenziando il pericolo di tali dichiarazioni in un clima politico già teso.
Sequestro dei dispositivi e fasi successive
Durante le perquisizioni odierne, sono stati sequestrati i dispositivi informatici utilizzati dagli indagati, ora destinati ad accertamenti più approfonditi. Questo passo è essenziale per raccogliere ulteriori prove e delineare un quadro completo delle attività degli indagati e delle loro potenziali connivenze. L’opera di analisi dei contenuti presenti sui dispositivi potrebbe svelare ulteriori elementi utili per l’inchiesta, compresi possibili interazioni con altri individui o gruppi legati all’istigazione al terrorismo.
Le accuse formulate nei confronti dei due uomini sono solo un punto di partenza nel procedimento legale che si sviluppa. L’evoluzione delle indagini e i risultati dei successivi accertamenti potrebbero portare a nuove evidenze e, potenzialmente, a sviluppi significativi nelle fasi processuali. Le forze dell’ordine confermano l’importanza di procedere con attenzione, garantendo che tutte le misure vengano attuate nel rispetto della legge.