Open dance 2025 a Napoli, in scena i due spettacoli finali al teatro nuovo

Open dance 2025 a Napoli, in scena i due spettacoli finali al teatro nuovo

Open Dance 2025 chiude al teatro nuovo di Napoli con due spettacoli di giovani coreografi campani, Martina Gambardella, Marco Casagrande e Nicolò Giorgini, esplorando danza contemporanea e relazioni corporee innovative.
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Open Dance 2025 chiude la sua seconda edizione al Teatro Nuovo di Napoli, valorizzando giovani coreografi campani under 35 con due spettacoli di danza contemporanea che esplorano il corpo, lo spazio e le relazioni sociali. - Gaeta.it

La rassegna Open Dance 2025 chiude la sua seconda edizione con due spettacoli programmati per domani sera al teatro nuovo di Napoli. Il progetto punta a valorizzare giovani coreografi e performer under 35 residenti in Campania, offrendo un’occasione per presentare lavori che riflettono la società contemporanea attraverso il linguaggio della danza d’autore. Le due creazioni finaliste, scelte tra le proposte del bando Open Dance Call 2024, verranno eseguite in sequenza dalle 19, segnando il momento conclusivo di una manifestazione che si propone di avvicinare pubblico e artisti con formule innovative.

Il ruolo di open dance nel panorama della danza contemporanea campana

Open Dance si conferma come un contenitore dedicato alla danza contemporanea e sperimentale, nato sotto l’egida del teatro pubblico campano. La rassegna si concentra su coreografi emergenti per sostenere lo sviluppo di un linguaggio artistico indipendente e riconoscibile, più vicino ai temi e ai ritmi della società attuale. Le coreografie presentate incarnano una sensibilità che abbraccia diverse discipline e modalità espressive, attraverso cui la danza diventa veicolo di un’esperienza culturale e comunicativa condivisa.

Il teatro pubblico campano ha curato questo progetto con l’obiettivo di costruire un movimento locale che si riconosca nel dialogo continuo tra artisti e spettatori. Lo spettacolo dal vivo non viene pensato solo come momento contemplativo, ma come evento che apre uno spazio interattivo, in cui il linguaggio del corpo svela relazioni complesse e sfumature psicologiche. L’edizione 2025 di Open Dance segna così un passo importante per ampliare la visibilità di chi propone nuove linee di ricerca e rigenera una tradizione coreutica spesso poco rappresentata.

Mute di martina gambardella: il richiamo all’origine del movimento

Il primo spettacolo in programma, intitolato mute, prende vita dalla coreografia e interpretazione di Martina Gambardella. L’idea di fondo si focalizza sul movimento come luogo originario e generativo, dando spazio a un’esplorazione che parte dalle relazioni che si instaurano immediatamente tra i corpi. Nel lavoro si percepisce un dialogo silenzioso che attraversa il contatto fisico, rivelatore di connessioni invisibili e profonde.

Martina Gambardella costruisce una coreografia che ascolta lo spazio in cui i danzatori si muovono, evidenziando come la materia primeva del gesto rappresenti un costante desiderio di unione. Questo processo trasforma le interazioni corporee in percorsi tattili, dove ogni sfioramento modifica lo scenario e stimola una risposta reciproca. L’intento è esplorare quella zona intermedia tra gli individui, in cui si annidano suoni mutati, emozioni e percezioni sensoriali che variano nel tempo.

Questa costruzione scenica rispecchia una visione della danza come esperienza immersiva e decodificatrice, in cui l’attenzione si concentra su ciò che rimane non espresso verbalmente. L’uso dello spazio e le pause divengono strumenti narrativi, capaci di rendere palpabile una dimensione fisica e intima insieme. La coreografia sfida l’osservatore ad entrare in sintonia con i dettagli più sottili, testimoniando il potere ancestrale del movimento.

Dot di marco casagrande e nicolò giorgini: uno spazio-tempo tra caos e ordine

Sarà il secondo intervento, dot, ad occupare il palco dopo mute. Questo progetto è frutto della collaborazione tra Marco Casagrande e Nicolò Giorgini, entrambi coreografi e danzatori della performance. Il lavoro esplora il tema dei buchi neri come metafora di uno spazio-tempo modificato, in cui si sviluppa una realtà sospesa e alterata rispetto alle norme abituali di ritmo e movimento.

La coreografia si immerge in una dimensione dove i due corpi protagonisti si muovono in un paesaggio dai contorni indefiniti, quasi fuori dal tempo. Il rapporto tra soggetto e ambiente si trasforma costantemente, in una danza che sfida la percezione dello spazio e delle distanze. Le figure si sovrappongono e si separano, creando un movimento orbitale che richiama il moto caotico ma organizzato degli astri.

Le silhouette disegnate dai due interpreti si presentano come entità ambigue, prive di sesso o identità definita, fondendosi con lo sfondo e diventando esse stesse parte del luogo che abitano. Questo doppio ruolo sottolinea l’interazione profonda tra corpo e ambiente, rivelando la danza come esperienza immersiva e totalizzante. Dot si svolge così come una riflessione sulle possibilità di trasformazione del corpo e sulla perdita di punti di riferimento percettivi comuni.

La conclusione della rassegna e il valore per la scena locale

La serata finale di Open Dance 2025 rappresenta un momento di rilievo per la danza contemporanea campana, tra proposte fresche e progetti capaci di stimolare un ascolto diverso dello spettacolo. Le due coreografie in programma danno voce a giovani talenti con approcci originali, che definiscono in modo espressivo le pulsioni della realtà attuale. L’attenzione a temi come la relazione, il corpo e lo spazio fa emergere una ricerca estetica coerente e ben articolata.

Il teatro pubblico campano conferma così il suo ruolo di promotore di iniziative volte a mantenere viva e aperta la scena artistica regionale. Questo tipo di eventi contribuisce ad offrire alle nuove generazioni di artisti una piattaforma effettiva per mostrare capacità e linguaggi. La rassegna si chiude con l’idea che il pubblico possa uscire dal teatro portando con sé spunti di riflessione sulla natura mutevole dell’espressione corporea e il suo legame con i mutamenti sociali.

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