Leonardo Muratovic, pugile croato di appena ventisei anni, è stato ucciso nel luglio 2022 in un episodio di violenza avvenuto davanti a un locale di Anzio. Due dei principali imputati nell’omicidio, i fratelli Adam e Ahmed Ed Drissi, sono stati condannati a 22 e 24 anni di reclusione. Nonostante la richiesta della Procura di ergastolo per tutti e tre gli accusati, la sentenza della Corte di Assise ha riconosciuto attenuanti generiche in favore dei fratelli. Osema Hadjamir, l’amico che ha assistito nella fuga, è stato assolto dall’accusa di omicidio ma condannato per favoreggiamento.
La sentenza e le reazioni
I giudici hanno preso una decisione controversa, condannando Adam e Ahmed Ed Drissi a pene significativamente inferiori rispetto alle richieste della Procura. Mentre Adam ha ricevuto una pena di 22 anni, Ahmed è stato condannato a 24 anni. La Corte ha deciso di considerare le attenuanti generiche, che sono state ritenute prevalenti sull’aggravante rappresentata dalla motivazione futili alla base dell’omicidio. In assenza di un’unità di intenti, le differenze di pene possono destare interrogativi sull’applicazione della giustizia.
Osema Hadjamir, il terzo imputato, è stato giudicato colpevole solo di favoreggiamento e condannato a 2 anni e 4 mesi. La famiglia di Muratovic ha già annunciato la volontà di presentare ricorso in Appello, esprimendo disappunto per la leggerezza delle condanne rispetto alla gravità del crimine.
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La ricostruzione dell’omicidio
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Anzio hanno ricostruito in modo dettagliato i momenti che hanno preceduto l’omicidio. La notte in cui è avvenuto il delitto, Leonardo si trovava con amici all’interno di un locale in centro ad Anzio, noto per la sua movida. Durante un diverbio tra due gruppi, la situazione è rapidamente degenerata in violenza. Quando Muratovic è stato circondato da un gruppo di aggressori, è stato aggredito fisicamente con calci e pugni, fino a ricevere ferite mortali da un coltello.
Nonostante il tentativo di soccorso, per il pugile non c’è stato nulla da fare. Le ferite al torace si sono rivelate immediatamente fatali. Questo evento ha scosso non solo la comunità locale, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sicurezza in un contesto di aggregazione giovanile.
I dettagli dell’arresto degli imputati
Dopo il delitto, i fratelli Adam e Ahmed Ed Drissi si sono costituiti presso i carabinieri della stazione di Gianicolense a Roma. Accompagnati dal loro legale, hanno adottato una posizione di collaborazione con le autorità e sono stati sottoposti a fermo nel carcere di Velletri. La loro decisione di costituirsi fa parte di una strategia difensiva, portata avanti in sede di giudizio.
Durante il processo, è emerso come Hadjamir abbia avuto un ruolo controverso, presentandosi come un complice nell’evasione dalla scena del crimine. La sua assoluzione dall’accusa di omicidio ha alimentato polemiche, dato che è stato chiaro che la sua partecipazione all’accaduto ha avuto un impatto significativo sull’esito della situazione.
Mentre le famiglie degli imputati e della vittima aspettano notizie dal futuro appello, questo caso rimane emblematico delle sfide legate alla violenza giovanile e al modo in cui il sistema giuridico affronta tali reati.