nuove rilevazioni del telescopio james webb svelano la chimica nascosta della luna europa di giove

nuove rilevazioni del telescopio james webb svelano la chimica nascosta della luna europa di giove

Il telescopio James Webb rivela una superficie dinamica e porosa su Europa, con un oceano sotterraneo ricco di composti chimici attivi, aprendo nuove prospettive per future missioni spaziali.
Nuove Rilevazioni Del Telescop Nuove Rilevazioni Del Telescop
Il telescopio James Webb ha rivelato che la superficie di Europa è dinamica e porosa, con un oceano sotterraneo ricco di composti chimici, aprendo nuove prospettive sulla geologia e la possibile abitabilità della luna di Giove. - Gaeta.it

Il telescopio spaziale James Webb ha raccolto nuove informazioni preziose su Europa, la luna ghiacciata di Giove, mostrando caratteristiche della sua superficie e del suo interno che modificano alcune conoscenze consolidate. Questi dati aiutano a capire meglio la struttura del suo strato di ghiaccio e l’ocean sotterraneo, confermando la presenza di composti chimici particolari. L’attenzione si concentra soprattutto su due regioni dell’emisfero meridionale, dove fenomeni geologici attivi portano a scoperte fondamentali sull’evoluzione del satellite naturale.

La superficie di europa non è più vista come immobile ma come un ambiente dinamico

Per anni la crosta ghiacciata di Europa è stata descritta come uno strato rigido e immobile, quasi eterno. Le recenti osservazioni fatte dal telescopio James Webb cambiano questa visione. Il ghiaccio che ricopre la luna appare poroso e mostra zone dove è abbastanza caldo da permettere un rapido processo di ri-cristallizzazione. Richard Cartwright, spettroscopista dell’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University, ha spiegato che la struttura del ghiaccio non è statica: alcune aree subiscono continue trasformazioni, probabilmente dovute a fenomeni di trasferimento di calore dal sottosuolo.

Queste condizioni rendono la superficie di Europa un luogo in cui gli equilibri e le proprietà fisiche del ghiaccio variano nello spazio e nel tempo, con implicazioni importanti per la comprensione dei meccanismi che regolano il ciclo geologico di questo satellite. La porosità e la temperatura variabile possono facilitare processi, come la risalita di materiale dall’interno, che prima si pensava improbabili. Si tratta di un mondo in movimento, dove la superficie si rigenera e cambia più velocemente di quanto si ipotizzasse.

Le osservazioni si concentrano su regioni chiave dell’emisfero meridionale di europa

Le immagini ravvicinate scattate dalla missione Juno della NASA hanno fornito dettagli preziosi, ma l’indagine del James Webb si è focalizzata su due zone ben distinte di Europa: Tara Regio e Powys Regio. Questi territori mostrano caratteristiche superficiali molto particolari, definite come “terreni caotici”. Qui appaiono blocchi di ghiaccio frammentati, spostati e ricongelati in modo irregolare, fornendo una finestra unica verso le dinamiche interne della luna.

Tara Regio in particolare si distingue per la presenza di ghiaccio cristallino studiato su vari livelli di profondità. Questo dato mette in discussione le teorie precedenti secondo cui il ghiaccio fuoriusciva in maniera uniforme o limitata a zone superficiali. L’attività in questi settori indica che il ghiaccio può essere rinnovato frequentemente e che la struttura sottostante può influenzare largamente gli strati esterni. Questa scoperta cambia il modo in cui si pensa alla distribuzione delle risorse acquifere e allo stato termico dell’interno di Europa.

La presenza di ghiaccio cristallino visibile sia in superficie sia sotto la crosta suggerisce anche scambi materiali più intensi di quanto previsto, supportando ipotesi su flussi di temperatura e composizioni chimiche provenienti dall’interno. Le caratteristiche geologiche di questi territori hanno un ruolo centrale nella comprensione delle possibilità di ambienti abitabili all’interno della luna.

Prove convincenti di un oceano sotterraneo ricco di composti chimici attivi

Il quadro emerge più chiaro nelle analisi condotte da Ujjwal Raut del Southwest Research Institute, che ha confermato la presenza di un vasto oceano sotto uno strato di ghiaccio spesso circa 30 chilometri. La nuova evidenza riguarda non solo la struttura fisica, ma anche la chimica dell’ambiente sotterraneo. Richard Cartwright ha menzionato la scoperta della presenza significativa di cloruro di sodio, un sale simile al comune sale da cucina, sul ghiaccio di superficie, segnale della composizione dell’acqua sottostante.

La rilevazione di cloruro di sodio è molto rilevante perché indica che l’oceano interno contiene composti salini, il che può influire sulle proprietà fisiche e potenzialmente sullo sviluppo di processi chimici complessi. In parallelo, sono stati individuati anche biossido di carbonio e perossido di idrogeno in quantità notevoli. Questi composti, noti per la loro attività chimica, potrebbero essere cruciali per le reazioni che accadono tra crosta e oceano.

Le superfici segnate da fratture e blocchi mobili, una volta considerate solo risultati di impatti o movimenti tettonici minimi, sono ora viste come punti di interazione continua tra dinamiche interne e esterne. Il fatto che materiale del sottosuolo emerga e si mescoli al ghiaccio esterno dimostra una forma di comunicazione chimica e fisica, fondamentale per capire l’evoluzione di Europa nel tempo.

Implicazioni per le future missioni e lo studio degli ambienti extraterrestri

Le scoperte del James Webb rafforzano l’interesse da parte della comunità scientifica verso missioni che esplorino direttamente Europa. Lo scenario di un oceano sotterraneo con attività geologica e chimica capace di portare composti dall’interno verso la crosta solida apre nuove prospettive sulla possibilità di ambienti favorabili alla vita.

Le analisi delle aree come Tara Regio e Powys Regio potrebbero guidare le scelte su dove indirizzare sonde e strumenti nei prossimi anni. Le rilevazioni confermano che una crosta dinamica e porosa permette scambi di materia e probabilmente energia tra interno e superficie. Questo si traduce in ambienti potenzialmente più complessi e ricchi di reazioni chimiche di quanto si pensasse.

Già da precedenti missioni sappiamo che Giove e le sue lune rappresentano un laboratorio naturale per studiare la formazione e l’evoluzione di corpi ghiacciati con oceani interni. I dati forniti da James Webb offrono un contributo preciso sullo stato attuale di Europa, fondamentale per pianificare interventi futuri mirati alla scoperta di forme di vita o fenomeni geologici ancora sconosciuti.

Change privacy settings
×