Nuove positività alla peste suina africana tra i cinghiali in liguria, la situazione nelle regioni liguria e piemonte aggiornata

Nuove positività alla peste suina africana tra i cinghiali in liguria, la situazione nelle regioni liguria e piemonte aggiornata

Due nuovi casi di peste suina africana confermati a Rapallo, Liguria; in Piemonte la situazione resta stabile con 786 casi e nessun nuovo focolaio negli allevamenti suinicoli.
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Due nuovi casi di peste suina africana sono stati confermati a Rapallo (Genova), portando a 1.120 i casi totali in Liguria, mentre in Piemonte la situazione resta stabile con 786 casi e nessun nuovo focolaio negli allevamenti. - Gaeta.it

Due nuovi casi di peste suina africana sono stati confermati in provincia di Genova, precisamente nel comune di Rapallo, portando a sei il numero totale di positività registrate in questa località. L’infezione nelle regioni Liguria e Piemonte resta sotto osservazione, con un numero complessivo di casi che supera quota mille in Liguria e si attesta su quasi ottocento in Piemonte.

Le positività in liguria: un dato in crescita a rapallo

In Liguria, l’ultimo aggiornamento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha indicato la presenza di due nuove positività al virus della peste suina africana. Entrambe le infezioni sono state riscontrate nel comune di Rapallo, che ora conta complessivamente sei casi di cinghiali positivi. Il totale regionale sale così a 1.120 casi confermati di peste suina africana negli animali selvatici.

La presenza del virus in Liguria rimane circoscritta ma stabile su diversi territori, con una diffusione distribuita in 186 Comuni diversi. Questo dato evidenzia come la malattia abbia una presenza diffusa nel territorio regionale, pur senza manifestarsi in nuovi allevamenti suinicoli. La concentrazione di casi a Rapallo è significativa dal punto di vista sanitario, poiché rimane un punto d’attenzione per ulteriori controlli e misure di contenimento.

La situazione in piemonte: nessun nuovo caso rilevato ma attenzione alta

Nel territorio piemontese, invece, gli ultimi rilievi mostrano uno scenario più stabile riguardo alla peste suina africana nei cinghiali selvatici. Non sono state registrate nuove positività nell’ultimo periodo, con il totale di animali infetti stabile a 786 casi. Importante è il fatto che non si sono sviluppati nuovi focolai in allevamenti suinicoli, circostanza che mantiene sotto controllo i rischi per le attività zootecniche della regione.

La presenza della peste suina africana in Piemonte interessa comunque un ampio numero di Comuni, che insieme a quelli della Liguria arrivano a 186 con almeno un caso segnalato. Le autorità veterinarie continuano a sorvegliare l’evoluzione del virus nei cinghiali selvatici, con misure preventive rivolte a limitare la diffusione e prevenire possibili contagi negli allevamenti gestiti.

L’andamento complessivo e i focolai negli allevamenti suinicoli

Complessivamente, le regioni Liguria e Piemonte sommano 1.906 casi di animali selvatici positivi alla peste suina africana. In entrambe le aree, il monitoraggio si concentra non solo sui cinghiali ma anche su eventuali focolai negli allevamenti suinicoli. Al momento, in Piemonte sono ancora nove i focolai veterinari noti, senza variazioni recenti. La stabilità dei casi negli allevamenti rappresenta un elemento positivo nel contenimento della malattia su scala regionale.

Le difficoltà principali restano nella gestione degli animali selvatici che diffondono il virus in territori vasti e spesso impervi. Le istituzioni veterinarie mantengono l’attenzione, programmando e aggiornando interventi di controllo per minimizzare il rischio di contaminazione e impatti ulteriori sull’industria suinicola e l’ecosistema locale.

La monitorizzazione continua sia in Liguria sia in Piemonte, con il supporto degli istituti zooprofilattici, tenendo sotto stretto controllo l’evolversi della situazione nei cinghiali e negli allevamenti. Ogni nuovo caso viene documentato per aggiornare le strategie e mantenere la sicurezza sanitaria dei territori coinvolti.

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