Nuove piste nell’inchiesta su Chiara Poggi: messaggi e social al centro delle indagini a Pavia

Nuove piste nell’inchiesta su Chiara Poggi: messaggi e social al centro delle indagini a Pavia

La procura di Pavia riapre il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, analizzando nuovi messaggi WhatsApp, prove digitali e social che coinvolgono Alberto Stasi, Paola Cappa, Stefania e Andrea Sempio.
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La procura di Pavia riapre il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, analizzando nuove prove digitali e social che coinvolgono familiari e persone vicine alla vittima, con possibili sviluppi sull’indagine. - Gaeta.it

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007 a Garlasco, torna al centro dell’attenzione della procura di Pavia. A quasi diciotto anni dal delitto, una nuova inchiesta ha raccolto messaggi e prove digitali che potrebbero rivoluzionare il caso. L’indagine coinvolge non solo l’allora fidanzato Alberto Stasi, ma anche altre persone vicine alla vittima. La rilettura di conversazioni e contenuti pubblicati sui social ha aperto un nuovo capitolo, con elementi che la magistratura sta ora esaminando con cura.

messaggi whatsapp e telefonate: nuove accuse contro Paola Cappa e il giro familiare

Tra i 280 messaggi acquisiti dalla procura spicca un whatsapp attribuito a Paola Cappa, sorella gemella di Stefania e cugina di Chiara Poggi. Il messaggio, inviato a un amico, contiene la frase “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, riferita all’ex fidanzato di Chiara. Il contenuto è stato rivelato dal settimanale Giallo nel contesto di una nuova inchiesta che vede coinvolto Andrea Sempio, altra figura legata alla vicenda familiare. Paola e Stefania non erano mai state ufficialmente indagate fino a ora. Le conversazioni rivelano tensioni e presunte complicità, con dichiarazioni intercettate al telefono che mostrano il clima difficile in famiglia dopo il delitto.

Telefonata con la nonna e tensioni familiari

In una vecchia telefonata con la nonna, Paola esprimeva il disagio per la presenza prolungata in casa dei genitori di Chiara, rimasti senza dimora a causa del sequestro dell’abitazione. Questi dettagli gettano ulteriori ombre su quel contesto famigliare complicato, una dinamica rimasta finora poco esplorata dalle indagini.

Prove social e oggetti trovati: impronte e riferimenti inquietanti da foto e storie instagram

Una foto pubblicata da Paola Cappa nel 2013 ha attirato l’attenzione degli inquirenti perché mostra piedi calzati con calze a quadretti e un’impronta a pallini, somigliante a un’impronta repertata nella villetta di Garlasco al momento del delitto. Sotto l’immagine, Paola aveva scritto “Buon compleanno sorellina”. Questo dettaglio ha spinto la procura a scavare ulteriormente nelle tracce lasciate sui social.

Riferimenti nelle storie instagram di stefania

Anche una storia Instagram di Stefania contiene un’immagine di un bambino tra biciclette con la scritta “Fruttolo”. Il settimanale ha collegato questa immagine al vasetto di yogurt trovato in casa Poggi subito dopo la morte di Chiara. Gli inquirenti hanno deciso di analizzare quel contenitore per verificare la presenza di impronte o tracce di DNA utili a confermare o escludere la presenza di persone non ancora identificate nella casa al momento del fatto.

Queste nuove prove consentono di collegare elementi apparentemente distanti e accendono nuove ipotesi, grazie anche all’uso della tecnologia moderna e ai social network come fonti di indagine.

il ruolo di Andrea Sempio e i risvolti dell’inchiesta riaperta a pavia

Andrea Sempio è stato chiamato in causa con l’accusa di avere un ruolo nel delitto o almeno un coinvolgimento nella rete di relazioni che ruotavano attorno a Chiara Poggi. La riapertura dell’inchiesta ha permesso di riesaminare tutte le testimonianze e prove, concentrandosi soprattutto sulle dinamiche più oscure. Il lavoro della procura di Pavia punta a chiarire collegamenti precedentemente trascurati e a verificare la veridicità delle nuove rivelazioni.

Nel frattempo, la figura di Alberto Stasi resta centrale dopo avere scontato quasi tutta la condanna. I nuovi spunti potrebbero riaprire il dibattito sul coinvolgimento di altri soggetti, ampliando così il quadro giudiziario di un caso che ha segnato la cronaca italiana. Le autorità continuano a vagliare ogni elemento con attenzione, ponendo attenzione ai rapporti familiari e sociali che emergono da questi documenti.

Il lavoro degli inquirenti prosegue, senza clamori, ma con l’obiettivo di completare il quadro su uno dei delitti più discussi del nuovo millennio in Lombardia.

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