La Chiesa in Nicaragua affronta una grave crisi con una serie di arresti di sacerdoti che hanno scosso il paese latinoamericano. Il 2 agosto 2024, sono stati fermati otto sacerdoti e un diacono, la maggior parte dei quali provenienti dalla diocesi di Matagalpa. Questi arresti seguono un trend preoccupante che ha visto un incremento di repressione verso il clero da parte delle autorità nicaraguensi.
cronaca degli arresti
Un venerdì di fermo religioso
Il 2 agosto ha segnato un capitolo buio nella storia della Chiesa nicaraguense, con il fermo di nove membri del clero, tra cui otto sacerdoti e un diacono. Questo blitz ha avuto luogo in un contesto di crescenti tensioni tra il governo e la Chiesa, con le autorità che non hanno fornito dettagli specifici riguardo ai motivi degli arresti né sui luoghi in cui sono avvenuti. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che questi fermi si sommano ai tre sacerdoti già arrestati nei giorni precedenti. La preoccupazione tra i fedeli e i cittadini è palpabile, dato il clima di paura e incertezza che pervade la nazione.
Le modalità degli arresti
Questa sequenza di arresti ha messo in luce un’operazione ben coordinata da parte delle forze dell’ordine, che ha preso di mira i membri del clero nicaraguense. Il momento scelto per effettuare i fermi, coincidente con la celebrazione della festa di San Domenico de Guzmán, ha ulteriormente colpito l’immaginario collettivo, evidenziando l’intensificarsi della repressione religiosa. Resta da chiarire se le autorità intendessero colpire specifiche figure di spicco all'interno della diocesi o se fosse parte di una strategia più ampia di controllo sulle istituzioni religiose.
I nomi dei sacerdoti coinvolti
Un elenco di fermati
Secondo quanto riportato dal sito indipendente Despacho 505, i sacerdoti arrestati includono nomi significativi all'interno della comunità religiosa locale. Tra questi ci sono:
- Jairo Pravia: parroco della Iglesia Inmaculada Concepción.
- Víctor Godoy: vicario della stessa chiesa.
- Marlon Velásquez: amministratore della Iglesia Santa Lucía.
- Antonio López: parroco di Nuestro Señor de Veracruz a Ciudad Darío.
- Erwin Aguirre: diacono della chiesa Nuestro Señor di Veracruz a Ciudad Darío.
- Raúl Villegas: parroco della chiesa Nuestra Señora de Guadalupe de Matiguás.
- Francisco Tercero: parroco della chiesa Santa Faustina Kowalska a Solingalpa.
- Silvio Romero: parroco della chiesa San Francisco de Asís, provincia di Juigalpa.
Ogni arresto ha avuto un impatto profondo nelle comunità locali, con fedeli preoccupati per la sicurezza dei propri leader spirituali e un crescente senso di vulnerabilità all'interno della Chiesa.
il contesto di repressione religiosa
Un clima di tensione
La repressione nei confronti della Chiesa in Nicaragua non è un fenomeno isolato; si inserisce in un contesto di crescente tensione politica e sociale nel paese. Negli ultimi anni, il governo di Daniel Ortega ha avviato una serie di misure di controllo riguardanti le istituzioni religiose, con un'attenzione particolare verso la Chiesa cattolica, spesso critica nei confronti del regime.
Fatti recenti
La spirale repressiva è iniziata il 27 luglio, quando è stato arrestato il sacerdote quasi ottantenne Frutos Constantino Valle Salmerón, amministratore “ad Omnia” della diocesi di Estelí. Questo primo arresto ha funto da catalizzatore per una serie di eventi che culminano negli arresti dell'2 agosto, evidenziando un chiaro obiettivo governativo di intimidazione nei confronti del clero e dei suoi sostenitori.
La Chiesa cattolica, in Nicaragua, ha storicamente rappresentato una voce controcorrente, e oggi si trova ad affrontare una crisi senza precedenti, che richiede un'attenta osservazione da parte della comunità internazionale.