Dal 30 settembre, una significativa iniziativa è stata introdotta per sostenere le famiglie che si prendono cura a domicilio di parenti non autosufficienti dimessi dagli ospedali. Questo progetto, frutto di una collaborazione tra l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno e gli Ambiti Territoriali Sociali di Ascoli, San Benedetto del Tronto e dell’Unione dei Comuni della Vallata del Tronto, offre un’assistenza mirata ai pazienti che necessitano di supporto continuativo dopo la dimissione ospedaliera.
Il progetto di dimissioni protette
Il programma “Dimissioni Protette in Integrazione Sociosanitaria” è stato attivato per garantire un supporto adeguato a persone con perdita di autonomia che vengono ricoverate nelle strutture ospedaliere della regione. A partire dalla data di avvio, i pazienti ricoverati in reparti per acuti delle strutture dell’AST di Ascoli e nell’ospedale di comunità di Ascoli possono accedere a questa nuova forma di assistenza post-dimissione. Il primo passo nel processo avviene all’interno del reparto ospedaliero, dove il personale sanitario segnala il bisogno di una dimissione protetta all’Unità di Valutazione Integrata competente per il distretto sanitario di appartenenza.
L’UVI ha il compito di eseguire una valutazione sociosanitaria del paziente. Se la condizione clinica è giudicata compatibile con il ritorno a casa, viene attivata l’assistenza medico-infermieristica domiciliare e si possono implementare ulteriori risorse del progetto. Questo approccio proattivo è stato concepito per facilitare la transizione dal contesto ospedaliero a quello domiciliare, minimizzando il rischio di ricadute o complicazioni post-dimissione.
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Il supporto diretto a domicilio
Una delle innovazioni più significative del progetto è la presenza di un operatore sociosanitario a domicilio. Questo professionista si occupa di supportare il paziente attraverso un intervento programmato, che prevede generalmente un totale di circa sei ore settimanali. Il ruolo dell’operatore va oltre il semplice monitoraggio della salute; infatti, questo specialista fornisce assistenza per le attività quotidiane, come aiutare il paziente a alzarsi e mettersi a letto, garantire l’igiene personale e facilitare la somministrazione dei farmaci.
In aggiunta, è previsto un supporto specifico per i caregiver, ovvero i familiari o i badanti, che portano il peso dell’assistenza. L’operatore sociosanitario non solo fornisce aiuto pratico ma si impegna anche a formare i caregiver, permettendo loro di acquisire competenze e conoscenze necessarie per gestire in modo più efficace le esigenze delle persone assistite. Questo approccio educativo è cruciale, poiché aumenta la capacità dei caregiver di affrontare situazioni complesse, migliorando così la qualità della vita sia del paziente che della famiglia.
Benefici a lungo termine per le famiglie
Il progetto di dimissioni protette non ha soltanto un impatto immediato sulla salute e sul benessere dei pazienti, ma si propone di apportare anche benefici a lungo termine per le famiglie coinvolte. L’assistenza domiciliare e la formazione dei caregiver rappresentano un segnale di attenzione verso coloro che dedicano il proprio tempo e le proprie risorse assistenziali ai propri cari. Attraverso un sistema integrato di supporto, le famiglie possono affrontare le sfide associate alla cura di un malato non autosufficiente con maggiore serenità .
Inoltre, la progettazione di un servizio di assistenza sociosanitaria coordinata può contribuire a ridurre i ricoveri futuri, alleggerendo il carico sulle strutture sanitarie e migliorando l’andamento della qualità di vita delle persone coinvolte. Il programma rappresenta un passo significativo verso un modello di assistenza sanitaria più umano, che considera le esigenze sia del paziente che della sua rete di supporto, favorendo una cultura di sostegno e responsabilità condivisa nella cura della salute.