Il gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Flavia Marinelli al dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita dell’università degli studi dell’insubria ha identificato una nuova sostanza antibiotica efficace contro batteri resistenti ai farmaci convenzionali. La scoperta, annunciata nel 2025, punta a contrastare il problema crescente dell’antibiotico-resistenza che mette a rischio la cura di molte infezioni.
Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza e le sue conseguenze sulla salute pubblica
L’antibiotico-resistenza si verifica quando i batteri sviluppano meccanismi per sfuggire all’azione degli antibiotici impiegati per eliminarli. Questo problema cresce soprattutto a causa dell’uso improprio o eccessivo di questi farmaci. L’Organizzazione mondiale della sanità la definisce una pandemia silenziosa, una minaccia globale che potrebbe far tornare incerte molte terapie mediche quotidiane.
Ogni anno in Europa si contano oltre 35mila decessi legati direttamente a infezioni che non rispondono più alle cure antibiotiche disponibili. La portata del fenomeno va oltre la semplice cura di malattie infettive: si rischia di compromettere anche interventi chirurgici o trattamenti oncologici che dipendono da strumenti antibiotici per prevenire infezioni post-operatorie. L’antibiotico-resistenza richiede quindi la scoperta urgente di nuove soluzioni farmacologiche in grado di superare le difese di ceppi batterici ormai multiresistenti.
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La scoperta della kineomicina: caratteristiche e potenzialità della nuova molecola
Il team internazionale coordinato dall’università degli studi dell’insubria ha isolato una nuova molecola appartenente alla classe dei glicopeptidi e l’ha denominata kineomicina. Questa sostanza si è dimostrata in grado di bloccare la crescita di diversi batteri patogeni, in particolare quelli resistenti ai trattamenti antibiotici usuali. È un risultato che nasce da metodologie multidisciplinari, che uniscono biologia, chimica e farmacologia.
Il lavoro è stato descritto su Communications Chemistry, una rivista parte del portfolio nature, a testimonianza della qualità e dell’interesse che la ricerca ha suscitato. I risultati ottenuti finora riguardano principalmente test in laboratorio, sia su colture cellulari sia su modelli preclinici, ma serve continuare con ulteriori studi per valutarne la sicurezza e l’efficacia nell’organismo.
La kineomicina potrebbe rappresentare un nuovo strumento utile per trattare infezioni resistenti a più farmaci. Nel corso del prossimo periodo il gruppo di ricerca prevede di approfondire i meccanismi d’azione e sviluppare formulazioni adatte a un uso clinico, per verificare le potenzialità terapeutiche su pazienti reali.
Ruolo delle università e della ricerca scientifica nella lotta alle infezioni resistenti
La scoperta evidenzia l’importanza della collaborazione tra diverse discipline e paesi nella creazione di nuovi farmaci capaci di rispondere a sfide sanitarie critiche. L’università degli studi dell’insubria, con il suo dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, ha messo a disposizione competenze e risorse per portare avanti ricerche complesse, necessarie per sconfiggere batteri diventati sempre più forti.
La ricerca di base e applicativa come chiave per il futuro
Dato che i tempi per l’approvazione di nuovi antibiotici sono lunghi e impegnativi, progetti simili aiutano a mantenere viva la speranza di sviluppare armi farmacologiche che mitigano il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. I risultati sottolineano che anche nell’era attuale, con molte difficoltà, la scienza può trovare risposte concrete a problemi vecchi e nuovi.
È evidente come la ricerca di base abbinata a studi applicativi siano fondamentali per proseguire la battaglia contro le infezioni ospedaliere e comunitarie più aggressive. Nuove molecole come la kineomicina potrebbero, in futuro, ampliare le strategie terapeutiche disponibili, evitando che patologie un tempo trattabili diventino forme incurabili.