Nuova indagine sul delitto di Garlasco: Marco Panzarasa nella lista per il prelievo di dna

Nuova indagine sul delitto di Garlasco: Marco Panzarasa nella lista per il prelievo di dna

Marco Panzarasa, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, è chiamato a donare il dna per nuove analisi nel caso Garlasco, mentre emergono dettagli sul suo legame con Alberto Stasi e le indagini passate.
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Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, è chiamato a donare il DNA per la riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, con l’obiettivo di chiarire elementi ancora irrisolti dopo diciotto anni. - Gaeta.it

Il nome di Marco Panzarasa, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, compare nell’elenco delle persone chiamate a donare volontariamente il dna nell’ambito della riapertura delle indagini sul caso di Garlasco. Dopo quasi diciotto anni, le autorità vogliono verificare se il materiale genetico di Panzarasa possa corrispondere a tracce rinvenute sulla vittima. La svolta riguarda anche reperti mai analizzati conservati tra gli oggetti trovati nella casa di Poggi, opportunità per fare chiarezza su aspetti ancora irrisolti.

Marco panzarasa, il legame con alberto stasi e il ruolo nella vicenda

Marco Panzarasa, oggi 42enne e avvocato, è noto per essere stato l’amico stretto di Alberto Stasi, condannato anch’esso per l’omicidio di Chiara Poggi. Il loro legame ha radici profonde, iniziato nell’estate del 1997 a Garlasco, presso l’oratorio della città, e proseguito durante il liceo scientifico a Mortara. La frequentazione è testimoniata anche dalla vacanza studio a Londra di luglio 2007, pochi giorni prima del delitto: Panzarasa era con Stasi e la vittima si era unita a loro per un weekend. La convivenza di quei momenti è stata oggetto di numerose indagini e testimonianze.

L’11 agosto 2007, Stasi inviò un messaggio a Panzarasa chiedendogli di riportare una cartolina dalla sua valigia lasciata a Londra. Panzarasa rispose di non poter uscire perché al mare ma stabilirono un incontro per il lunedì sera a Garlasco, appuntamento che non si sarebbe mai concretizzato a causa della tragica notizia. Panzarasa rientrò da una settimana trascorsa con amici a Borghetto Santo Spirito il giorno stesso dell’omicidio, venendo a conoscenza della morte di Chiara mentre era in viaggio in treno. Il percorso del ritorno è documentato dai biglietti ferroviari acquisiti dagli inquirenti.

Le indagini e le attività investigative su marco panzarasa

Nel febbraio 2008 i carabinieri perquisirono l’abitazione di Panzarasa, sequestrando apparecchiature informatiche come computer e altri dispositivi. L’ispezione non portò però a risultati concreti nell’inchiesta. La posizione di Marco è sempre stata circoscritta e non lo ha mai visto formalmente indagato. Nonostante questo, la vicenda ha alimentato speculazioni e discussioni soprattutto sui social network. Panzarasa ha fornito diverse dichiarazioni spontanee in cui ha raccontato alcuni dettagli della vacanza a Londra, includendo l’accenno a foto intime di Chiara mostrate da Stasi per errore e alla presenza di video pornografici scaricati dall’amico ma non visionati insieme.

Un elemento messo a verbale riferisce dell’acquisto di una scheda telefonica inglese da parte di Panzarasa, e probabilmente Stasi, utilizzata durante il soggiorno ma mai più attivata in Italia. Questi dettagli fanno parte delle testimonianze raccolte nel corso degli anni, senza mai creare prove decisive. La riapertura del caso mira a chiarire proprio se questa traccia genetica possa essere legata in qualche modo alla scena del crimine o agli elementi mai approfonditi nel passato.

I rapporti tra panzarasa e stasi dopo il delitto

Dopo il clamore mediatico seguito all’omicidio, i rapporti tra i due amici si sono deteriorati. Panzarasa racconta di aver visto Stasi solo nelle fasi iniziali delle indagini e di aver tentato di contattarlo più volte, senza mai ricevere risposte. Gli sms inviati restarono senza ritorno. Ha descritto lo stato di Stasi come provato e distaccato, evidenziando l’assenza di colloqui dopo il 13 agosto 2007. Anche l’incontro fissato dopo la richiesta della cartolina a Londra non si realizzò.

La distanza tra i due è stata sempre palpabile nei resoconti ufficiali. Panzarasa non ha mai avuto un ruolo attivo nelle indagini successive, pur essendo tra le persone più vicine a Stasi prima del delitto di Chiara. Questa disconnessione ha segnato anche il contesto emotivo e relazionale in cui si è sviluppata la vicenda, che oggi torna sotto i riflettori con l’impulso degli accertamenti scientifici.

Il valore del dna e i nuovi accertamenti a garlasco

Nella nuova fase dell’inchiesta sul delitto di Garlasco, il dna rimane uno dei protagonisti. La volontarietà con cui Panzarasa dovrà fornire un campione mirerà a un confronto diretto con tracce genetiche rinvenute sotto le unghie di Chiara Poggi. Queste tracce non sono state mai completamente analizzate in precedenza, così come diversi oggetti trovati tra i rifiuti in casa della vittima.

Le nuove analisi potrebbero cogliere elementi che erano sfuggiti o non disponibili diciotto anni fa, grazia ai progressi delle tecniche genetiche. Il coinvolgimento di nomi noti, pur non indagati, riflette la volontà delle autorità investigative di ricostruire con maggior precisione ogni dettaglio della giornata o dei giorni precedenti la morte. Questi accertamenti potranno offrire riscontri fondamentali rispetto ai sospetti o ai punti oscuri che ancora insistono sull’intero caso, collocato ormai nella storia della cronaca giudiziaria italiana.

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